Ticino

Nel giorno del silenzio stampa... parla solo l'ErreDiPi

Preventivo, bocche (semi)cucite dopo l'incontro tra governo e partiti. La Rete per la difesa delle pensioni: ‘Vigileremo sulla manovra finanziaria’.

Davanti a Palazzo delle Orsoline alcune centinaia di persone
(Ti-Press)
16 ottobre 2023
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Nel giorno della incomprensibile e patetica consegna del silenzio, dopo l’incontro in tarda mattinata tra il Consiglio di Stato e i vertici dei partiti di governo su Preventivo e manovra di rientro, un po’ di rumore lo ha fatto l’ErreDiPi, la Rete per la difesa delle pensioni. Che nel pomeriggio ha dato vita all’annunciata manifestazione – una partecipazione non da capogiro – a Bellinzona davanti al Palazzo delle Orsoline dove il Gran Consiglio in questa sessione affronterà anche il controverso dossier delle misure di compensazione per attutire l’impatto della riduzione del tasso di conversione sulle rendite pensionistiche degli affiliati (circa diciassettemila gli assicurati attivi) all'Istituto di previdenza del Canton Ticino, l’Ipct. Il relativo messaggio governativo, uscito dalla commissione parlamentare della Gestione con il sostegno di una maggioranza formata da Ps, Plr, Centro e Verdi, verrà discusso dal legislativo domani, lo stesso giorno dell’incontro bis – questo con i sindacati – convocato dal Consiglio di Stato sull’andamento delle finanze del Cantone previsto per il 2024 e sulle misure di risparmio per approdare entro fine 2025 al pareggio di bilancio come sancito dal Decreto Morisoli, con l'avallo del popolo.

‘Ci mobiliteremo non solo per la previdenza’

Si diceva di un po’ di rumore in piazza Governo. I numeri? Nulla a che vedere con quelli delle precedenti adunate organizzate dall’ErreDiPi. Se in passato l’adesione era elevata, migliaia di persone in una delle prime, oggi (l’appuntamento era per le 17) si è scesi ad alcune centinaia. «È normale che sia così. Dalla prima mobilitazione abbiamo portato avanti altri appuntamenti. Se vi avessimo lasciati a casa sul divano per tutto questo tempo, ora probabilmente saremmo qui ancora in migliaia, invece che in cinquecento. Resta il fatto che questa è una mobilitazione di qualità, fatta in un momento molto importante», afferma al megafono Enrico Quaresmini, portavoce dell'ErreDiPi. L'azione della Rete potrebbe andare avanti ancora a lungo, anche oltre il tema pensionistico. «Mercoledì il governo presenterà una manovra finanziaria (il Preventivo 24, ndr). E sarà una mazzata. Dobbiamo fare attenzione a non accettare che qualcosa venga dato con la mano sinistra e tolto con quella destra». Detto in altre parole: l'ErreDiPi «vigilerà» su quanto presenterà il Consiglio di Stato e sarà pronta ad attivarsi, facendo fronte comune con sindacati e partiti «per combattere un peggioramento delle condizioni» dei dipendenti pubblici. «Non è colpa nostra se il mondo del lavoro in Ticino sta peggiorando. Alcune forze politiche vogliono far passare il messaggio che non dovremmo lamentarci, perché c’è chi sta peggio di noi. È vero – continua Quaresmini –, c’è chi sta molto peggio di noi. Ma non è peggiorando le nostre rendite pensionistiche che migliorerà la situazione degli altri lavoratori, come qualcuno vuole far credere. Anzi, con la nostra protesta pacifica vogliamo mostrare la via. Dimostrare che una pressione costante può portare a dei risultati».

A proposito di risultati, quelli ottenuti dall'ErreDiPi «sono tangibili. Siamo stati il motore del dibattito in questi mesi sulle misure di compensazione e sul risanamento della cassa pensioni dello Stato» (all’Ipct sono affiliati dipendenti del Cantone ma anche di altri enti: Comuni...). Misure di compensazione, derivanti dalle trattative fra governo e sindacati, sulle quali si pronuncerà domani il Gran Consiglio, con il messaggio del Consiglio di Stato che propone una serie di interventi per compensare l'abbassamento del tasso di conversione – dal 6,17 al 5,25 per cento, dal 2024 e con riduzione progressiva nell’arco di otto anni – deciso a suo tempo dai vertici dell’Ipct. «Quello che abbiamo portato noi è stato un cambio di prospettiva. Finalmente si è cominciato a parlare di Cantone come datore di lavoro e a riconoscere che il risanamento tramite contributi è un risanamento fatto dagli assicurati, che versano più di quello che poi trovano nei propri averi di vecchiaia». Parlando con le cifre: «Ogni mille franchi che un affiliato versa alla Cassa pensioni dello Stato, si trasformano in 743,50 franchi per la sua pensione. Gli altri vengono utilizzati per il risanamento».

‘Tanti veti incrociati: convergenze difficili’

In mattinata, come scritto, si è svolto l’atteso rendez-vous fra l’Esecutivo cantonale e i partiti di governo. Bocche quasi cucite. «Siamo preoccupati» concede, incalzato dai giornalisti, Fiorenzo Dadò. Preoccupati perché? «Ci sono veti incrociati, da tutte le parti: mi domando – aggiunge il presidente e deputato del Centro – come si riusciranno a trovare delle convergenze». Su una cosa Dadò è molto chiaro: «Se il Consiglio di Stato aumenterà, come sembra di capire, le imposte di circolazione, nonostante il voto popolare dello scorso anno, noi in caso di accettazione parlamentare dell’incremento lanceremo il referendum».

Secondo altre voci, l’incontro sarebbe stato un ‘pour parler’: «Niente tabelle, niente slide». Alcuni punti fermi però: i soldi dalla Banca nazionale non arriveranno e misure per più di 100 milioni (120, 130…?). E come si diceva e scriveva nelle scorse settimane, se dalla Bns giungeranno due quote, il disavanzo del Preventivo 2024 sarà di una quarantina di milioni di franchi, come da piano governativo di rientro; se non arriverà nulla sarà di 95 milioni. E quest’ultimo sarà verosimilmente lo scenario. Allora, solo pallottoliere in governo? Il presidente del Plr Alessandro Speziali non si sbilancia: «Mercoledì, quando il Consiglio di Stato presenterà ufficialmente il Preventivo, penso che sarò più severo», taglia corto il granconsigliere. Domani sarà il turno dei sindacati. Il governo dovrebbe, potrebbe anticipare loro qualcosa sulle misure riguardanti il personale. Giorgio Fonio del Centro e dell’Ocst: «C’è una legittima preoccupazione». E già.

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