Ticino

‘Arp, la commissione evada il dossier entro la fine dell’anno’

L’auspicio dell’autore del progetto di rapporto commissionale: ‘Il sostegno al governo c’è e la riforma va attuata il prima possibile’

La riforma resta urgente
(Ti-Press)
13 ottobre 2023
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«La mia speranza è che la commissione riesca a evadere il rapporto al massimo entro la fine di quest’anno, in modo da poterne discutere in Gran Consiglio nelle prime sessioni del prossimo anno al più tardi». Ad auspicarlo è il deputato leghista Alessandro Mazzoleni, membro della commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’, nonché della sua sottocommissione ‘Protezione’ in seno alla quale ha stilato il progetto di rapporto sulla riforma delle autorità di protezione tratteggiata nel messaggio governativo del dicembre 2021. «L’intenzione di aggiornare l’organizzazione esiste da diversi anni – ricorda Mazzoleni – ed è una questione urgente che va regolata al più presto». Un'organizzazione che si rivolge alle persone più fragili della società, che possono aver bisogno di misure di protezione. Misure che toccano la sfera privata, intima. Tutele, curatele, ricoveri a scopo di assistenza, collocamenti, privazione dell’autorità parentale e via dicendo.

‘Il modello giudiziario garantisce più autorevolezza’

Il principio della ‘cantonalizzazione’ del sistema, tramite l’istituzione di Preture di protezione, è già stato inserito nella Costituzione ticinese con il massiccio sì del popolo nella votazione di quasi un anno fa alla proposta di Consiglio di Stato e parlamento. Dalle urne dunque luce verde al passaggio dal vigente modello amministrativo, di competenza dei Comuni e basato sulle attuali sedici Autoroità regionali di protezione (Arp), a quello giudiziario, gestito dal Cantone. La riforma contempla l’introduzione di una nuova autorità giudiziaria, autonoma e indipendente: la Pretura di protezione appunto. All’interno di ogni Pretura opereranno dei magistrati – i pretori di protezione e i loro aggiunti – e degli specialisti in psicologia, pedagogia e lavoro sociale, che affiancheranno i togati nel decidere le misure di protezione. Pretori di protezione e membri di specialisti saranno eletti dal Gran Consiglio. In tal senso, per Mazzoleni, «questa riforma strutturale è anche indispensabile per evitare che quanto successo ieri pomeriggio (giovedì, ndr) a Bellinzona si ripeta (l’aggressione in piazza Indipendenza da parte di padre e figlio di una funzionaria delle Arp, ndr)». La nuova struttura, considera il redattore del progetto di rapporto della sottocommissione, «prevede la presenza di giudici a tutti gli effetti, il che ha una valenza istituzionale più importante. In altre parole, verso dei giudici potrebbe esserci una garanzia di maggior rispetto». La crescente aggressività nei confronti dell’amministrazione pubblica viene infatti segnalata ormai da anni.

Questo passaggio ha inoltre anche dei risvolti positivi in termini di autorevolezza all’estero. Con l’odierno modello amministrativo, le autorità di altri Paesi, in particolare quelle italiane, faticano a riconoscere le disposizioni delle Autorità regionali di protezione. «Le decisioni che vengono prese oggi dalle Arp – illustra Mazzoleni – sono di natura amministrativa. Con la nuova riorganizzazione le decisioni saranno di un tribunale. Siamo quindi uno scalino sopra».

‘Sostanzialmente d’accordo con il Consiglio di Stato’, ma…

Fissato nella Costituzione cantonale il principio del modello giudiziario e quindi della ‘cantonalizzazione’ delle autorità di protezione, si attende ora la messa in atto della nuova organizzazione. In sottocommissione ci si sta occupando della relativa parte del messaggio licenziato nel 2021 dall’Esecutivo. «Abbiamo valutato la proposta fatta dal Consiglio di Stato e, come sottocommissione, ci troviamo sostanzialmente d’accordo con quanto è stato indicato», spiega Mazzoleni. Qualche considerazione è però comunque stata fatta: «Per quanto concerne gli aspetti finanziari stiamo esaminando alcune questioni legate al personale in termini numerici, ovvero quante persone siano davvero necessarie per far funzionare ottimamente la nuova struttura. Nel contesto delle nostre valutazioni abbiamo pure ritenuto opportuno – continua Mazzoleni – raccomandare al governo l’adeguamento del salario che spetta al pretore aggiunto, salario che oggi è decisamente troppo basso. Infine ne abbiamo anche approfittato per sollecitare il Consiglio di Stato ad avviare al più presto una revisione totale della Legge sull’assistenza sociopsichiatrica (Lasp), tema assai connesso alle misure di protezione, che da tempo presenta qualche criticità e quindi meriterebbe di essere aggiornata».

L’indicazione di fondo resta in ogni caso quella di sostegno alla proposta dell’Esecutivo. «Credo di poter confermare – conclude Mazzoleni – che siamo tutti concordi nel dire che la revisione è importante e va dunque attuata il prima possibile».

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