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‘Tilo, adesso basta! Duemila franchi per sedermi per terra’

La denuncia di un pendolare che ogni mattina percorre la tratta ferroviaria da Chiasso a Locarno, laddove i viaggiatori ‘non riescono neppure a scendere’

In sintesi:
  • ‘Ci troviamo ad avere uno spazio ridotto con persone che non trovano posto’
  • ‘Il problema che più fa arrabbiare è che non vediamo cambiamenti’
Tutti in piedi!
11 ottobre 2023
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La misura pare quasi colma. La via crucis di tanti pendolari, per lavoro e per studio, in viaggio da sud a nord del nostro cantone, è arrivata a... un binario morto. La protesta per le condizioni che vivono in molti sui vagoni, soprattutto nelle ore più ‘calde’ della giornata, monta, fino ad arrivare al nostro giornale.

«Vorrei condividere con voi – ci spiega un lettore – una delle ennesime situazioni degenerate dei treni mattutini del Tilo, tratta Chiasso-Locarno, quello delle 6.34, il Re80. È da tutto il mese di settembre, e a seguire, che il convoglio è composto da vagoni/carrozze ridotti, senza peraltro nessuna comunicazione e informazioni verso i passeggeri...». Il tono è stizzito. «Fino al periodo estivo si aveva la possibilità di verificare tramite app e sito web lo stato della disponibilità del treno in partenza, oggi non più».

Con l'inizio delle scuole, il ritorno sui cantieri dell'edilizia e la fine delle vacanze per tanti lavoratori la situazione è precipitata: «Ci troviamo ad avere uno spazio ridotto con persone che non trovano posto, addirittura sedute per terra, e questo per un costo dell'abbonamento annuale che ammonta a circa 2'000 franchi!. Si tratta di prezzi evidenti e sicuramente ‘non regalati’. Per contro, ciascuno di noi si aspetterebbe di ricevere un servizio quantomeno idoneo e soprattutto condiviso con delle comunicazioni. Inoltre quando parliamo di ferrovie svizzere le aspettative, come giusto che sia, dovrebbero essere al top».

Nella foto che ci invia il lettore, la testimonianza diretta del ‘tutti in piedi’: «È così già a partire dalla stazione di partenza di Chiasso. La situazione a Lugano è ancora peggio, laddove le persone non riescono nemmeno a camminare e a scendere dal treno... Un disagio che stiamo segnalando giornalmente. Del resto la situazione si ripete dall'inizio di settembre. Il problema che più fa arrabbiare è che non vediamo cambiamenti. Abbiamo avuto modo di chiedere informazioni ai controllori di linea presenti sul treno e non hanno potuto darci delle motivazioni sulla situazione in essere, oltretutto, spesso e volentieri, rispondendoci in modo ‘affrettato’, e riferendoci semplicemente che l'abbonamento non copre e non assicura il posto a sedere, ma solamente il trasporto della tratta... In più, trattandosi di Tilo ci spiegano che il reclamo non dovrebbe far riferimento alle ferrovie svizzere, ma all'Italia. E noi non sappiamo quindi a chi rivolgere i nostri malumori...».

C'è di più, la rabbia è aumentata quando «dopo tutto questo, considerati gli spazi ristretti, i tre collaboratori di Sbb sono dovuti scendere a Lugano sospendendo il loro lavoro di controllare i biglietti/abbonamenti dei passeggeri in quanto obiettivi, loro malgrado, di vari reclami e denunce di restrizioni sul treno, questo per farvi capire la situazione in cui ci troviamo... Ricordo che nel periodo estivo, laddove le scuole erano chiuse, ogni mattina c’era a disposizione un treno con maggiori vagoni e ora? Sono veramente deluso e senza parole, soprattutto dopo aver vissuto questa scena anche oggi. Purtroppo ogni giorno è così, è tempo di un cambiamento... di rotta, viaggiare in questo modo, tutti i giorni, non è umano».

Qui la replica di Tilo, da noi interpellata.

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