Ticino

Fuga di sanitari in Ticino, il caso dell'ospedale Valduce

La struttura di Como: infermieri dal Perù e dalla Colombia, medici dal Cile e dall'Argentina

A fare la differenza è (soprattutto) lo stipendio
(Ti-Press)
8 ottobre 2023
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L'ospedale Valduce di Como, fondato 140 anni fa da una religiosa, già proprietario della clinica Moncucco di Lugano, venduta nel 2014 per sistemare i conti, così come succede a tutte le strutture sanitarie della fascia di confine, deve fare i conti con la fuga di medici e infermieri in Canton Ticino. Una carenza sempre più avvertita che mette in crisi alcuni servizi ospedalieri, come il Pronto soccorso.

‘Qui non riusciamo ad assumere personale’

Che fare? Infermieri dal Perù e dalla Colombia e medici dal Cile e dall’Argentina, così il Valduce prova a tamponare la carenza di sanitari. Attraverso una società di mediazione l’ospedale ha fatto arrivare infermieri dal continente sudamericano. La conferma arriva da Riccardo Bertoletti, direttore sanitario del Valduce: ‘’Confermo che stiamo cercando di reclutare personale dall’estero, in particolare infermieri e il motivo è noto a tutti: qui non riusciamo ad assumere nuovo personale. Per tenere testa ai pensionamenti e ai trasferimenti in particolare verso la Svizzera dobbiamo cercare nuove strade. Quindi sono arrivati i primi infermieri dal Perù, dalla zona di Lima, ma anche dalla Colombia. Hanno poi preso servizio in Pronto soccorso un medico cileno e uno argentino. Hanno molta voglia di fare e di impegnarsi. Sono arrivati con una conoscenza dell’italiano già buona, ora però la stanno affinando soprattutto per quanto riguarda le terminologie mediche‘’.

Nemmeno l’alloggio gratuito funziona

Non mancano professionisti sanitari che arrivano in Italia per ragioni personali, ricongiungimenti familiari ad esempio. ‘’Dobbiamo dare stabilità ai nostri reparti – continua Bertoletti – per coprire i turni in Pronto soccorso abbiamo chiesto ai medici interni di fare qualche notte. Ma possiamo farlo solo su base volontaria, senza obblighi. Rischieremmo di creare altrimenti un malessere generale pericoloso in questo momento storico‘’. Nei mesi scorsi l'ospedale che i comaschi sentono maggiormente loro per assumere infermieri aveva offerto (gratuitamente) l'alloggio. Un incentivo che non ha sortito il risultato sperato. Nessun posto offerto è stato coperto, per cui è stata scelta l'opzione sudamericana.

Quanto succede all'ospedale di Valduce, casomai fosse necessario, conferma che la carenza di personale medico e infermieristico non trova soluzioni nei confini nazionali. ‘’Dobbiamo sondare tutti i possibili canali per reclutare sanitari – aggiunge il segretario generale Mauro Turconi del Valduce – il fabbisogno di infermieri è pressante da tempo, come da tempo i reparti di emergenza e urgenza di mezza Italia sono in sofferenza‘’. In provincia di Como mancano 300 infermieri. Introvabili. Recentemente il Ministero della sanità ha suggerito di tentare la via del reclutamento dall’estero, per esempio dall’India. Cosa che hanno fatto le Giuseppine di Como per garantire l’assistenza agli anziani ospiti delle loro Rsa.

Gli studenti non mancano, ma pensano già alla Svizzera

Il Valduce ha scelto il continente sudamericano. A proposito di carenza di paramedici, professione non così ambita come una volta, c‘è da ricordare che se a livello nazionale c’è stata una contrazione del numero di studenti ammessi al corso di laurea infermieristica a Como si è registrato un aumento delle matricole passate da 75 a 100. Negli ambienti delle professioni sanitarie c'è chi osserva come l'università dell'Insubria prepara (sostenendo costi economici non indifferenti) infermieri che poco dopo la fine degli studi se ne vanno a lavorare in Svizzera, per motivi risaputi: l'abissale differenza degli stipendi pagati al di qua e al di là della frontiera.

Per colmare, almeno in parte, questo vuoto l'Asst, l'Azienda socio sanitaria territoriale, Lariana ha appena pubblicato un bando per l'assunzione di 130 infermieri. Le domande debbono essere presentate entro il 12 ottobre. Entro l'anno le assunzioni. Considerato che mancano anche giovani medici, il Ministero dell'Università all'ateneo comasco-varesino ha assegnato più posti al corso di laurea di medicina e chirurgia. Il numero delle matricole è passato da 150 a 199.

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