Ticino

‘Riaffiorano gli indizi di un rallentamento economico’

È quanto afferma l'Ufficio di statistica cantonale all'interno del monitoraggio congiunturale di settembre. Preoccupa l'edilizia

In sintesi:
  • Il cambio di passo è particolarmente evidente nel settore secondario
  • A subire una frenata potrebbe essere anche il Prodotto interno lordo nazionale
Faticano a risalire i consumi
(Ti-Press)
20 settembre 2023
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Dopo i segnali di ripresa registrati a inizio anno, nel secondo trimestre sono riaffiorati gli indizi di un rallentamento economico. È quanto afferma il monitoraggio congiunturale dell’Ufficio di statistica (Ustat), che ha analizzato l’andamento e le prospettive dell’economia ticinese per il mese di settembre. “Il cambio di passo è particolarmente evidente nel settore secondario”, si legge nel documento. “Nelle costruzioni sono in una fase delicata sia l’edilizia sia il genio civile, mentre nel comparto industriale sono soprattutto le attività rivolte all’estero ad aver subìto il contraccolpo più forte”. Il rallentamento, spiega lo studio, è in parte da collegare alla politica economica messa in atto dalla Banca nazionale svizzera (Bns), che per cercare di controllare la domanda ha corretto sistematicamente i tassi di riferimento (+0,5 punti a marzo e +0,25 a giugno). “Il rallentamento in atto e il calo dell’indice nazionale dei prezzi al consumo sotto la soglia del 2% renderanno ancora più difficili le prossime scelte della Bns”. A subire una frenata potrebbe essere anche il Prodotto interno lordo nazionale: “Nel prossimo anno la crescita sarà probabilmente più debole di quanto previsto finora: 1,2% invece dell’1,5% calcolato a giugno”, scrive l’Ustat citando le previsioni congiunturali del gruppo di esperti della Confederazione.

Buoni segnali, scrive l’Ustat, arrivano invece dal mercato del lavoro. “Gli indicatori continuano a migliorare: da una parte aumenta il numero degli impieghi e degli occupati, mentre dall’altra cala il numero dei disoccupati. Dietro a questo quadro complessivo – precisa lo studio – affiorano in alcuni comparti dei segnali di carenza di lavoro”. Faticano invece a risalire i consumi. Dopo aver toccato il record negativo di -47 punti nell’ottobre 2022, anche in luglio il valore non è salito oltre i -30, rimanendo così molto distante rispetto alla media storica (dal 2015 in avanti: -10).

L’analisi ha dimostrato che restano sotto la media gli indici relativi alla propria situazione finanziaria attuale, alla propria situazione finanziaria futura e alla possibilità di fare dei grandi acquisti. “Come emerso già nel primo trimestre, i risultati della statistica della cifra d’affari del commercio al dettaglio confermano questo quadro negativo”. Infatti, “anche tra aprile e giugno la cifra d’affari è in diminuzione del -1,1% in termini reali”. Il peggioramento coinvolge praticamente tutti i settori della vendita al dettaglio, a eccezione del comparto dei carburanti.

Sembra essere tornato invece il sereno sulle banche, dopo un primo trimestre turbolento a causa dell’acquisto di Credit Suisse da parte di Ubs. “Sia in Ticino sia in Svizzera aumentano i banchieri che definiscono la situazione degli affari come ‘buona’. Nonostante ciò – aggiunge l’Ustat – è interessante annotare che a livello cantonale la quota di pessimisti rimane poco oltre al 20%, mentre a livello nazionale la loro quota resta stabile attorno al 10%”.

Differenze tra Svizzera e Ticino ci sono anche nel settore del turismo. “Anche nel 2023 sembra proseguire la tendenza al ribasso per il turismo cantonale. Dopo i risultati record registrati due anni fa, anche gli ultimi dati relativi ai pernottamenti indicano un ritorno verso i valori pre-Covid. Nel secondo trimestre i pernottamenti sono stati quasi 360mila, in calo del -4,8% su base annua. Nel mese di luglio – illustra l’Ufficio di statistica – l’indicatore è arrivato fino a 775mila unità, segnando comunque una contrazione del -4,6%. A livello nazionale i pernottamenti sono invece ancora aumentati dell’11,6% nel secondo trimestre e del 4,5% a luglio”.

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