Ticino

Gervasoni (Supsi): ‘Siamo un partner affidabile per i giovani’

Il rapporto annuale della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana stila un bilancio per i 25 anni dell’istituto con un occhio al futuro

In sintesi:
  • Dati alla mano, la Supsi ha concluso il 2022 con un disavanzo di esercizio complessivo di 132’650 franchi, cifra “molto contenuta”
  • Secondo i dati sul tempo di ingresso nel mondo del lavoro, nel giro di tre mesi dall’ottenimento del diploma il 75% dei laureati nel 2021 ha potuto trovare un impiego
Tanti i progetti per il futuro
(Ti-Press)
8 settembre 2023
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«I numeri che vediamo oggi sono il frutto del lavoro di 25 anni di tantissime persone che hanno partecipato a questa storia di successo». Commenta così Franco Gervasoni, direttore generale della Supsi, i dati emersi dal rapporto annuale 2022. Leitmotiv di queste pagine: la sostenibilità. Fondato nel 1997, l’istituto ha in effetti sin da subito inserito nelle proprie priorità la volontà di stimolare la riflessione sullo sviluppo sostenibile della società.

Il 2022 segna dunque un traguardo importante e, attraverso le cifre pubblicate nel rapporto, è possibile stilare un bilancio su questi 25 anni. L’occasione ha inoltre coinciso con la pubblicazione del primo Rapporto di sostenibilità della Supsi, un contributo che ha preso in esame una selezione di progetti della formazione di base e continua, della ricerca e dei servizi al territorio svolti tra il 2019 e il 2021.

Delle finanze equilibrate

Dati alla mano, la Supsi ha concluso il 2022 con un disavanzo di esercizio complessivo di 132’650 franchi: «Se pensiamo al totale del nostro budget – ci spiega Gervasoni – si tratta di una cifra molto contenuta. Certo è che per il futuro sarà importante mantenere le nostre finanze stabili».

Il volume finanziario della ricerca applicata e dei servizi al territorio è stato invece rispettivamente di 48 e 2,7 milioni di franchi. Gervasoni sottolinea in tal senso quanto sia importante ricordare che, dalla fondazione delle Sup, la Supsi sia sempre stata la scuola universitaria professionale proporzionalmente più grande in termini di volume della ricerca: «Questo – precisa – ci porta a essere molto competitivi a livello di ricerca. 48 milioni sono davvero tanti».

Numerose sfide per il futuro

«Per il futuro – racconta il direttore generale della Supsi – abbiamo tanti progetti nel cassetto. Puntiamo ad affrontare dei temi rilevanti per la nostra società, appoggiando per esempio il Cantone nella grande sfida della penuria di personale qualificato. Diventare più attrattivi è un altro grande tema, questo perché la maggior parte dei nostri laureati lavora poi sul territorio e permette di sostenere lo sviluppo dell’economia». Il numero di studenti della formazione di base è comunque in costante aumento nelle sedi ticinesi della Supsi (+19,5% dal 2018), e contava nel 2022 4’108 iscritti e 842 laureati. «Negli anni – commenta Gervasoni – la Supsi si è affermata come un partner affidabile per i giovani. A lungo termine vorremmo però richiamare più studenti da altri cantoni».

Un rapido inserimento nel mondo del lavoro

Riguardo agli sbocchi professionali, i dati inerenti ai tempi di ingresso nel mondo lavorativo mostrano che nel giro di tre mesi dall’ottenimento del diploma il 75% dei laureati nel 2021 ha potuto trovare un impiego. Tra questi, nel 90% dei casi è stato possibile iniziare a lavorare in un ambito che corrisponde o si avvicina a quanto appreso in formazione. «Abbiamo in effetti – illustra Gervasoni – un tempo di inserimento nella dimensione lavorativa molto rapido. Questo è dovuto al fatto che durante tutto il percorso scolastico gli studenti entrano già in contatto con il mondo professionale».

Parità di genere: ‘Un tema sul quale lavoriamo costantemente’

In costante aumento dal 2012, il numero dei collaboratori ha raggiunto nel 2022 le 1’224 unità (+33%), di cui il 45% è rappresentato da donne e il 55% da uomini. Tuttavia, esaminando le cifre in dettaglio, non si può fare a meno di notare quanto queste percentuali varino a seconda del ruolo ricoperto all’interno della Supsi. Gervasoni ci spiega che una criticità simile esiste anche nella specializzazione degli studenti: «La segmentazione di genere di alcune professioni è un problema che stiamo cercando di risolvere. Per noi l’uguaglianza è un tema molto importante. Negli anni siamo arrivati a una parità salariale certificata, cerchiamo inoltre di sviluppare delle carriere eque e sosteniamo la conciliabilità lavoro famiglia. Sono fiero di quello che abbiamo fatto in questi anni, dato che è un tema sul quale lavoriamo costantemente».

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