Ticino

Accordo di Dublino, stop ai 20 milioni all'Italia? ‘Un autogol’

Il Consiglio federale chiede di respingere la mozione di Marchesi, che replica: ‘Governo e Baume-Schneider deboli e non vogliono riconoscere l’emergenza’

Il Centro federale di Chiasso
(Ti-Press)

Congelare il contributo di 20 milioni di franchi destinato all'Italia per far fronte alla pressione migratoria sarebbe un autogol. È il senso della risposta con cui il Consiglio federale chiede di respingere la mozione di Piero Marchesi, con cui il consigliere nazionale dell'Udc domanda di sospendere il versamento di questo contributo finché Roma non deciderà di riattivare l'accordo di Dublino.

A causa del forte afflusso di migranti che sbarcano in Italia, già nel dicembre scorso il governo italiano aveva deciso di non riprendere più alcun richiedente asilo la cui gestione gli spetterebbe in virtù dell'Accordo di Dublino. Una misura, precisa il Consiglio federale, che riguarda tutti i Paesi dello spazio Dublino e non solo la Confederazione.

La situazione sul fronte della migrazione è tale che l'11 aprile scorso il Consiglio dei ministri ha decretato lo stato di emergenza per la migrazione. Tale decisione ha spinto l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ad appellarsi alla solidarietà europea per aiutare la Penisola nella gestione delle operazioni di salvataggio e degli sbarchi sulla rotta del Mediterraneo centrale, ricorda l'esecutivo.

‘Così aiutiamo l'Italia a potenziare le strutture’

Nell'attesa che Roma aumenti le capacità ricettive in modo da poter riprendere i trasferimenti nel quadro di Dublino nei prossimi mesi, come promesso nel frattempo dal ministro Matteo Piantedosi alla consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, il Consiglio federale sottolinea che il contributo svizzero permette di sostenere l'Italia nel potenziamento delle strutture migratorie, in particolare nel quadro dell'attuazione delle procedure d'asilo celeri, dell'ampliamento delle infrastrutture e dell'organizzazione dei ritorni volontari.

Insomma, stando al Consiglio federale, "se l'Italia, con cui condividiamo la maggior parte delle frontiere, migliora la sua gestione della migrazione, anche la Svizzera ne trae vantaggio".

Oltre a ciò, nell'attuale contesto delle relazioni bilaterali con l'Ue non sarebbe opportuno mettere in discussione il sostegno strutturale a lungo termine all'Italia, anche perché l'8 giugno scorso il Consiglio dell'Unione europea ha raggiunto un'intesa di massima per sancire giuridicamente la solidarietà nel settore della migrazione. Il previsto meccanismo di solidarietà, nella sua forma attuale, non è vincolante per la Svizzera, ma sostenendo l'Italia la Confederazione dimostra di assumersi le sue responsabilità nel quadro della politica migratoria europea.

Marchesi: ‘Molto perplesso’

La risposta del Consiglio federale «lascia alquanto perplessi», replica Marchesi da noi raggiunto per una reazione: «Da un lato si dice che l'Italia deve rispettare l'Accordo di Dublino e non lo fa, ma dall'altro il governo non blocca il pagamento perché così dice di aiutare a fare i compiti... è una contraddizione, e dimostra che siamo di fronte a un Consiglio federale e a una Elisabeth Baume-Schneider estremamente deboli e che non vogliono agire». Per Marchesi «negare il caos nel settore dell'asilo e seguendo questa visione ribadire ogni volta che va tutto bene è assurdo, basti fare un giro al centro di Chiasso per capire che invece di problemi ce ne sono eccome». Contestualmente a questa mozione, è stata bocciata anche la proposta di ristabilire i controlli alle frontiere con l'Italia.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔