Ticino

‘Nuove idee per la tutela dei vigneti tradizionali’

Il governo ha chiuso la porta all’istituire un fondo cantonale: ‘Non giustificato visto lo stato delle finanze’. Ma Piezzi (Plr) non demorde: mozione bis

(Ti-Press)
18 luglio 2023
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Ritenendo “deludente la scarsa sensibilità” del Consiglio di Stato verso la tematica dei vigneti tradizionali la cui salvaguardia oggi è “fortemente a rischio”, dopo aver già presentato una mozione in merito il 16 settembre 2019, il deputato liberale radicale Aron Piezzi non si scoraggia e ne propone una nuova, con ‘Nuove idee per la tutela dei vigneti tradizionali’. Firmato anche da Sem Genini (Lega), Giovanni Berardi (Centro) e Danilo Forini (Ps), l’atto parlamentare è la reazione a una risoluzione governativa dello scorso 15 marzo contraria a istituire un fondo cantonale che incentivi la salvaguardia e la valorizzazione dei vigneti tradizionali, come chiesto dalla prima mozione di Piezzi.

Quattro proposte per raggiungere, almeno in parte, gli intenti della mozione precedente

Ora l’invito all’esecutivo, si legge nella richiesta interpartitica, è di individuare altre modalità per raggiungere, almeno in parte, gli intenti della mozione precedente. Quattro le proposte avanzate. La prima è di individuare alcuni comparti di vigneti tradizionali (4-5) che esprimano alto valore paesaggistico, difficoltà gestionali e rischio di abbandono, e promuovere progetti pilota o simili con puntuali incentivi finanziari. La seconda è di coinvolgere attivamente, non solo quali possibili partner per contribuire al finanziamento del fondo vitivinicolo, anche i Comuni dei comparti individuati e le associazioni di categoria (Federviti, Avvt e Interprofessione del vino e della vite ticinese), nonché l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio Wsl per aspetti tecnici. In terzo luogo si chiede di elaborare comunque un concetto di sostegno generalizzato ai vigneti tradizionali e di difficile gestione esclusi dai pagamenti diretti (Pd) da implementare non appena la situazione finanziaria del Cantone lo permetterà. E infine si propone di inserire convenientemente i dati elaborati dallo studio di Wsl nei certificati viticoli, quali elementi oggettivi per la creazione del fondo.

La risoluzione governativa di marzo, come si legge nella stessa, scaturisce dall’analisi di uno studio sulla diversità dei vigneti condotto dall’istituto Wsl. Il Gran Consiglio, dando in parte seguito alla prima mozione di Piezzi, aveva deciso di contribuire al suo finanziamento, nonché stabilito che il governo avrebbe dovuto riferire il suo esito, l’eventuale istituzione di un fondo e le misure da applicare. Assolvendo a questo compito, l’esecutivo osserva che “i vigneti in pendenza e terrazzati vengono già sostenuti tramite lo strumento dei pagamenti diretti (Pd)”, con contributi cantonali che – evidenzia il Consiglio di Stato – sono stati raddoppiato a partire dal 2022. Tuttavia per poter accedere a questi contributi è necessario adempiere ad alcune condizioni, tra cui provare che le esigenze ecologiche siano rispettate, il possesso della formazione agricola, ma anche una dimensione minima dell’azienda. Il governo considera poi che “la creazione di un sistema di contributi alternativo ai Pd sarebbe legato a costi amministrativi e finanziari che difficilmente verrebbero compensati dai benefici”. Pertranto ritiene che “attualmente l’interesse alla creazione di un nuovo strumento non sia dato, né dal punto di vista finanziario né dal punto di vista amministrativo, in particolare per quanto riguarda il lavoro di mappatura di dettaglio ancora da eseguire e l’erogazione di molti piccoli contributi. Considerato l’attuale contesto delle finanze cantonali non riteniamo opportuno ipotizzare nuovi compiti prima di aver raggiunto l’equilibrio finanziario”.

‘Professionalizzare l’intero settore andrebbe a scapito del territorio e della vitalità volontaria a sua salvaguardia’

“Evidentemente – scrivono dal canto loro Piezzi gli altri mozionanti – siamo coscienti della critica situazione finanziaria del Cantone e che prima di pensare a nuovi oneri occorra cautela. Tuttavia rileviamo alcuni aspetti insoddisfacenti e incomprensibili nell’agire del governo”. In particolare, si rileva nell’atto parlamentare, i vigneti tradizionali “sono notoriamente di proprietà di hobbysti, che non beneficiano dei Pd”. I firmatari sollecitano dunque con biasimo: “Che lo si dica chiaro e tondo se si vuole professionalizzare l’intero settore, come lascia trasparire la risoluzione governativa, a scapito del territorio e della vitalità volontaria a sua tutela. Sarebbe pazzesco, anche perché la presenza stessa di molti viticoltori che svolgono questa attività a titolo accessorio e con grande passione è garanzia di una capillarità sul territorio che ne favorisce una cura adeguata, conferendo alla gestione dei questi vigneti un prezioso valore culturale. L’erogazione di piccoli contributi è proprio per queste realtà più che mai opportuna e può servire molto, anche come stimolo e riconoscenza”.

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