Ticino

Pianificazione, ‘pochi margini per concentrare massicciamente’

Bianchi (Dss) replica alle critiche di ‘progetti poco ambiziosi per contenere i costi sanitari’ fatte da Curafutura, che ha annunciato ricorso ‘esemplare’

Paolo Bianchi, coordinatore del Dipartimento sanità e socialità e direttore della Divisione della salute pubblica
(Ti-Press)
26 maggio 2023
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«Teniamo conto della possibilità concessa agli assicuratori malattia – come d'altra parte evidentemente anche ai fornitori di prestazione – di fare ricorso contro la Pianificazione ospedaliera. Ma come gli altri Cantoni, attraverso questo strumento non abbiamo molti margini di manovra che permettano di giungere alla chiusura di determinate strutture o alla concentrazione massiccia di certe prestazioni a causa del modo in cui la Pianificazione è concepita dalla LAMal. Dopo la revisione del 2012, la pianificazione infatti si inserisce in un sistema di concorrenza accresciuta tra le strutture e di libera scelta per i pazienti. La metodologia di definizione dei criteri di qualità ed economicità è piuttosto precisa ed è regolata a livello nazionale dal famoso ‘modello di Zurigo’ di attribuzione delle prestazioni. Quando una struttura adempie ai requisiti, ha il diritto di ricevere il mandato di prestazione».

Risponde in questo modo Paolo Bianchi, coordinatore del Dipartimento sanità e socialità (Dss) e direttore della Divisione della salute pubblica, da noi contattato per una replica alle esternazioni del giorno precedente di Pius Zängerle, direttore di Curafutura (una delle due associazioni mantello degli assicuratori malattia), secondo cui i progetti di Pianificazione ospedaliera cantonali sarebbero troppo poco ambiziosi nell'ottica di contenere doppioni e sprechi che spingono in alto i premi di cassa malati. Zängerle ha inoltre annunciato l’intenzione di far uso della possibilità di ricorso contro tali Pianificazione che dal prossimo 1° gennaio dovrebbe essere riconcessa alle casse malati (dopo una modifica all'articolo 53 della LAMal) per dare un messaggio "esemplare”, e nel mirino potrebbe esserci il Ticino.

«Il ricorso degli assicuratori malattia contro le Pianificazioni era uno strumento già esistente e già da loro utilizzato in Ticino nelle prime pianificazione a partire dal 1996 – precisa il coordinatore del Dss –. In seguito, a livello di autorità di ricorso, c'è stato un passaggio di competenze dal Consiglio federale al Tribunale amministrativo federale e la legittimazione non è più stata riconosciuta agli assicuratori malattia». Ora però questa è stata nuovamente concessa nell’ambito dei due pacchetti di misure di risparmio elaborati dal Consiglio federale.

Ancora alla fase degli indirizzi strategici, ‘prematuro parlare di ricorso’

Per quanto riguarda il Canton Ticino – ricorda Bianchi – ci troviamo nella prima di due tappe della Pianificazione previste da una nuova impostazione decisa dal Gran Consiglio nell’ottobre 2021 con una modifica legislativa. Tappa che comprende l’elaborazione degli indirizzi strategici presentati in un messaggio governativo e la loro approvazione da parte del parlamento, a seguito della quale è prevista l’attribuzione da parte del Consiglio di Stato dei mandati di prestazione agli istituti ospedalieri. «Il messaggio che è ora sui banchi del Gran Consiglio riguarda gli indirizzi "politici" della Pianificazione – rimarca Bianchi –. E non è su questi o sugli accenti che il parlamento potrebbe porre, ad esempio rispetto alla promozione di maggiori concentrazioni, che agli assicuratori malattia è data possibilità di ricorrere. Lo potranno fare solo sulla decisione concreta dell'Esecutivo di attribuzione dei mandati alle strutture. Pertanto in questa prima fase parlare di ricorso è in ogni caso prematuro». Secondo Bianchi gli assicuratori malattia «stanno cercando di fare pressione, ma anche nella seconda fase dovranno avere validi argomenti giuridici per ricorrere, non basta l’auspicio di ridurre il numero di ospedali».

Il direttore della Divisione della salute pubblica tiene comunque a sottolineare che la spesa ospedaliera stazionaria, ovvero quella che può essere influenzata dalla Pianificazione, incide solo nella misura di meno del 20% sull’intera spesa LAMal considerata per il calcolo dei premi, e che il finanziamento del settore ospedaliero, nel sistema adottato dal Canton Ticino, già contiene determinati disincentivi all’aumento ingiustificato delle quantità delle prestazioni, ciò che fa tenere i costi del settore sotto controllo, con una crescita di circa la metà rispetto a quella dell’intera spesa LAMal. L'obiettivo è comunque di elaborare una decisione di Pianificazione ospedaliera «rispettosa e conforme alla legge, come abbiamo sempre cercato di fare, anche perché le strutture ospedaliere coinvolte hanno continuato ad avere la possibilità di ricorrere. E in Ticino, come in molti altri cantoni, lo hanno fatto. Il Tribunale amministrativo federale ha ad esempio accolto il ricorso delle strutture sull’ultima pianificazione, in cui avevamo abbozzato un minimo disegno di concentrazione delle prestazioni». La ricerca di un equilibrio per il Cantone pare insomma un'operazione funambolica.

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