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La pandemia e il boom dei giocattoli erotici

La vendita di questi articoli è cresciuta enormemente, specie durante i lockdown. Ma si tratta di un cambiamento socioculturale iniziato prima.

(Depositphotos)
6 marzo 2021
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Come molti altri articoli venduti online, anche i ‘giocattoli’ erotici – dal classico vibratore a ogni sorta di accessorio – hanno visto le loro vendite esplodere nel corso di quest’anno pandemico. Soprattutto durante i lockdown, la domanda per questo tipo di prodotti in Svizzera è raddoppiata perfino presso un sito di e-commerce generalista come Galaxus, e una fortissima crescita è stata registrata anche da sexy shop online come KissKiss. Si tratta di numeri ben superiori a quelli spiegabili con la semplice ‘migrazione’ di clienti dai negozi fisici. Qualche osservatore coglie l’occasione per rispolverare gli ‘o tempora, o mores’ sulla presunta desertificazione delle relazioni interpersonali, ma forse è vero il contrario. Ne parliamo con la sessuologa Isabel Londono Pellegrinelli, attiva da tempo sul territorio ticinese anche nell’ambito della sensibilizzazione e dell’educazione sessuale.

Leggendo i dati risulta evidente quanto il confinamento abbia aiutato il mercato dei sex toy. Ci siamo accorti della loro esistenza all’improvviso?

No, si tratta di una tendenza che va avanti da anni. Sempre più persone – penso anzitutto alle donne – hanno imparato a vivere la sessualità in modo più libero, comprendendo che si tratta di una parte fondamentale della conoscenza di sé e della salute psicofisica. Il superamento dei pregiudizi ha permesso alle coppie di superare vecchi schemi, quelli che tengono ad esempio separate relazioni col partner e masturbazione. Il fatto di trovarsi confinati in casa ha certamente incoraggiato ulteriormente questo tipo di scelte, ma parliamo di un cambiamento socioculturale già in atto.

La domanda è aumentata in modo enorme non solo per vibratori e masturbatori, ma anche per i giochi di ruolo erotici.

Anche questo mostra come certi strumenti non siano limitati a un uso solitario, ma aiutino la coppia a coltivare l’aspetto dell’appagamento reciproco, che molti studi mostrano essere positivamente correlato alla sperimentazione dei sex toy. Naturalmente questo si è rivelato tanto più importante quando la coppia si è trovata a vivere a lungo chiusa nelle stesse quattro mura, specie dopo una relazione che va avanti già da tanto tempo e nella quale l’aspetto della scoperta era finito in secondo piano. D’altronde è vero anche l’opposto: coppie che si trovavano separate, magari bloccate in città e nazioni diverse, hanno fatto ricorso a questi strumenti ormai telecomandabili tramite app per cercare di ricostruire un po’ di intimità anche a distanza.

Però ci sono anche i single. Insieme agli strumenti per l’autoerotismo si è visto un boom di visite ai maggiori siti pornografici. Può diventare un comportamento ossessivo?

In realtà, anche per i single la masturbazione vissuta in modo sano è una preziosa forma di conoscenza di sé, migliora l’autostima e riduce lo stress. A ciò si aggiunga che durante la pandemia era particolarmente importante evitare incontri occasionali, tanto che alcune autorità sanitarie come quelle canadesi hanno diffuso il messaggio: “Il partner sessuale più sicuro per te sei tu stesso”.

Però c’è anche chi esagera. O no?

Il problema si pone nei casi di dipendenza da pornografia, questa sì probabilmente esacerbata dal fatto di essere bloccati in casa. È fondamentale fare attenzione al proprio vissuto: quando la pornografia diventa l’unico modo attraverso il quale si riesce a provare piacere sessuale è importante allontanarsene gradualmente, ad esempio stabilendo una routine che ci tenga il più possibile lontano da PornHub e simili. Si possono usare anche siti e app che permettono scambi erotici con dei partner in remoto, in modo tale da avere dall’altra parte una persona reale, consapevole della relazione.

Proprio PornHub, come altri siti, è stato accusato di favorire una visione oggettificante del partner, in particolare della donna. Per rispondere a queste critiche – ma anche per scelte di marketing – molti portali si sono impegnati a divulgare materiale informativo volto a promuovere una sessualità sana e rispettosa.

In questo senso c’è ancora molto da fare, ma è vero che si tratta di informazioni fondamentali, specie in quei paesi dove il dibattito pubblico e la formazione scolastica concernenti la sessualità sono repressi o rimossi. È importante capire la differenza tra fantasia e realtà ed evitare di introiettare una concezione dominante e potenzialmente violenta del rapporto di coppia.

Sui siti che vendono giocattoli erotici la fascia di acquirenti preponderante è quella tra i 25 e i 34 anni. Se i più giovani sono verosimilmente limitati dalle scarse risorse economiche più che dai tabù, non sembra così per chi è più in là con gli anni. Segno che questi cambiamenti di mentalità sono limitati a certe fasce anagrafiche?

Naturalmente non possiamo generalizzare, ma in effetti è vero che chi è più in là con gli anni tende ancora ad avere una visione colpevolizzante dei giochi erotici e della masturbazione. Anche se certi limiti culturali permangono anche tra i più giovani: penso ad esempio alla tendenza di certi maschi adulti a vivere la masturbazione come una cosa da perdenti, da nascondere alla coppia e disgiunta dalla cura di sé. Ma oggi sempre più uomini capiscono ad esempio che la proposta di utilizzare un sex toy da parte della compagna non è una critica implicita alla propria virilità, così come accettano una condivisione più ‘democratica’ con la partner dei modi di relazionarsi sessualmente. In ogni caso si assiste all’evoluzione verso rapporti più liberi e rispettosi dell’altro, anche se sì, resta un notevole divario generazionale, molto più forte ad esempio di quello legato al livello d’istruzione.

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