Commento

I commercianti e il coraggio di reinventarsi

Per rispondere a pandemia e lockdown, i negozi del Mendrisiotto si sono avvicinati alla rete

Il mercatino di Natale quest'anno non ci sarà (archivio Ti-Press)
14 novembre 2020
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Dalla lira all’euro, passando per la concorrenza con i centri commerciali a pochi chilometri dal confine e fino al quasi incontenibile sviluppo dell’online. Oggi il ‘nemico’ principale dei commercianti del Mendrisiotto (e non solo) si chiama Covid-19. Le conseguenze della pandemia si stanno facendo sentire e giorno dopo giorno la lotta per la sopravvivenza si fa sempre più intensa. La paura, dichiarata più volte negli anni, è che i piccoli negozi, tra loro anche diverse attività di famiglia, vadano scomparendo, lasciando ancora più spazio ad attività di servizio e impoverendo di conseguenza il valore delle zone pedonali. Chiasso e Mendrisio dovranno fare a meno quest’anno anche dei rispettivi appuntamenti con i mercatini di Natale e della quasi totalità delle manifestazioni di contorno che caratterizzano il periodo natalizio. Cosa fare, quindi, per rilanciarsi e rilanciare una zona di frontiera?

Quella che si respira è aria di cambiamento. Così come molti altri ambiti della società, la nuova realtà delle attività commerciali passa da promozione e vendite online. C’è voluta una pandemia per sdoganare questo nuovo modo di avvicinarsi alla clientela e presentare i propri prodotti. Meglio tardi che mai, ma almeno il primo piccolo passo sembra essere fatto. Troppo facile lamentarsi, e nel settore le lamentele più o meno giustificate non sono mai mancate nel corso degli anni, e rimanere in attesa che qualcuno risolva questo o quel problema. L’esempio è arrivato dai ristoranti, che hanno risposto al lockdown introducendo un servizio di asporto e take away che ha permesso loro di rimanere vicino alla clientela. Anche alcuni parrucchieri hanno improvvisato dei tutorial per insegnare alle clienti come acconciare i capelli. È quindi giusto che anche i commercianti si stiano adeguando ai tempi che corrono. Almeno durante questi mesi difficili, alla luce di quanto successo in primavera, quando la chiusura totale dei negozi ha lasciato nei loro magazzini la quasi totalità della collezione primavera-estate. Una vendita online non è sicuramente paragonabile al contatto con il cliente, ma può garantire una boccata d’ossigeno a livello finanziario. In attesa di poter nuovamente accogliere vecchi e nuovi clienti nei negozi, quando la pandemia sarà solo un lontano ricordo.

Questo cambiamento doveva avvenire prima? È troppo tardi per rimediare? Non lo sappiamo, ma riteniamo sia giusto guardare avanti, anche se il periodo non è di quelli più indicati. Per affrontare la crisi le polemiche devono essere lasciate nel cassetto. Tutta la società è sulla stessa barca. Forse è più facile a dirsi che a farsi, ma è indispensabile che il morale sia alto, come affermato dal presidente della Società commercianti del Mendrisiotto Carlo Coen nell’intervista di ieri. Le incognite per il futuro sono ancora tante. La sfida immediata è quella del Natale. Da qualche settimana, sui social è diventato virale un appello che invita a non incrementare i profitti di una nota azienda “si potrebbe chiedere ad amici e familiari un buono per sostenere un’attività locale”. Mai come quest’anno l’appello deve essere corale. Perché se la situazione peggiorerà e qualche negozio sarà costretto a gettare la spugna, saremo noi a lamentarci di avere perso la comodità di trovare un prodotto sotto casa. E sarà troppo tardi.

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