Ticino

‘Non guardano neanche fuori dalla finestra’

I meteorologi spiegano sul blog di MeteoSvizzera per quale motivo osservare il cielo non è abbastanza

(TiPress (archivio))
4 novembre 2020
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Quante volte ci capita di sentire quella gocciolina sul naso ed esclamare ‘non avrebbe dovuto piovere oggi!’. I più tecnologici sbirciano l’applicazione sul telefono e scoprono di avere ragione. Eppure la goccia si sta già trasformando in quello che potrebbe presto diventare un diluvio universale. È in contesti come questi che i meteorologi ricevono “bonariamente” il rimprovero di non guardare nemmeno fuori dalla finestra. E capita specialmente quando “la previsione del tempo che farà non è confermata dal tempo che fa”, spiegano i meteorologi sul blog di MeteoSvizzera pubblicato lunedì.

Per secoli scrutare il cielo è stato l’unico modo per prevedere, a breve termine, gli umori di Zeus. A testimonianza di ciò anche i vari proverbi popolari come ‘cielo a pecorelle pioggia a catinelle’. Oggi però la meteorologia dispone di altri strumenti, come stazioni di misura, radiosonde e satelliti. Tutti mezzi che permettono di “vedere più lontano, più in dettaglio, più precisi”, scorgendo anche quello che gli occhi non possono percepire. “Dalla sede regionale di MeteoSvizzera a Locarno-Monti – si legge nel blog – la vista è ampia e ci permette di abbracciare l’intero delta della Maggia e il piano di Magadino, ma poi le montagne bloccano la visuale: il Luganese è coperto dalla catena Camoghè-Tamaro, verso ovest il Ghiridone blocca la visuale e verso nord si vede a malapena la zona di Cardada”. Da quel punto dunque non è possibile osservare oltre 20 km: “Un peccato – dicono con un pizzico d’ironia i meteorologi – perché ciò che ci interessa per poter elaborare un’affidabile previsione del tempo è quasi sempre ben al di là di questo limite. Per la previsione di domani è quello che succede oggi sull’Atlantico, al largo del Golfo di Biscaglia a essere importante”.

Un prolungamento dello sguardo

Facendo riferimento a un’animazione fornita dal satellite meteorologico Meteosat 11, che si trova a 36mila km di quota, gli esperti spiegano che l’elemento più significativo nelle immagini “è la netta differenza fra i vari banchi di nuvolosità che si possono notare al largo del Golfo di Biscaglia”, e continuano più nello specifico: “Sull’Atlantico si vede la classica nuvolosità cellulare, che sta a indicare l’arrivo di aria fredda (...). Questa massa d’aria è delimitata verso la Penisola iberica e la Francia da una banda di nuvolosità molto lunga che si estende per migliaia di chilometri dalle Azzorre alla Danimarca. Una banda nuvolosa di questo tipo è la chiara indicazione che sul continente è presente una massa d’aria più calda rispetto a quella in movimento sull’Atlantico. La zona di separazione fra le due masse prende il nome di zona frontale. Nel nostro caso si tratta di un fronte freddo. Continuando ad avanzare, raggiungerà la Svizzera nel corso di martedì, determinando tempo perturbato al Nord delle Alpi e tempo molto nuvoloso al Sud delle Alpi”. Con questa spiegazione viene dimostrato che “con gli occhi non avremmo mai potuto vederlo, se non quando sarebbe arrivato sopra di noi”. Un prolungamento del nostro sguardo “è dato dalle webcam che ultimamente sono state installate un po’ su tutto il territorio e forniscono una copertura sempre più completa. Anche MeteoSvizzera gestisce una rete di webcam meteorologiche utilizzate soprattutto per i servizi a sostegno del mondo dell’aviazione”, viene spiegato nel blog. “Abbiamo ‘occhi tecnologici’ che ampliano enormemente il nostro sguardo. Senza di essi saremmo meteorologicamente ciechi. Ma guardare fuori dalla finestra è comunque importante, non fosse anche per prendere l’ispirazione e affrontare con slancio la giornata. Come questa mattina”, concludono mostrando un bellissimo scatto di un’alba arancione vista da Locarno-Monti lunedì.

A sostenere l’intervento dei meteorologi anche alcuni commenti: “Ci voleva in tempi come questi, dove tutti sono specialisti e sanno tutto: di Covid, di meteorologia e altro, basandosi solo sulla propria percezione che, come prova una ricerca a livello mondiale, è la maggior parte delle volte sbagliata”, scrive un internauta. Un altro, rendendosi conto di aver espresso spesso il suo disaccordo dicendo ‘Non guardano neanche fuori dalla finestra’ scrive: “Mamma mia, l’ho detto o almeno pensato parecchie volte! Ora capisco un po' di più”. Un lettore invece dice la sua sulla tecnologia non sempre eccellente: “È innegabile che a volte il radar meteo fa cilecca, non riesce a rappresentare la reale intensità della pioggia che sta cadendo”.

Insomma, un lavoro non facile e soggetto alla critica quello del meteorologo. Indiscutibile però la loro utilità per organizzare i barbecue in giardino e non solo…

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