Ticino

‘La Rsi non tagli sui dipendenti, ci sono altre strade’

La direzione ha comunicato che 3,6 milioni degli 8 da tagliare arriveranno da licenziamenti. L'Atg: ‘Una cifra da cui si può rientrare senza licenziare’

Ti-Press
27 settembre 2019
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Il cielo resta nuvoloso sopra Comano e Besso. E di schiarite all’orizzonte non ve ne sono. Annunciato lunedì dal direttore della Rsi Maurizio Canetta dopo la pubblicazione del (nuovo) piano di risparmio della Ssr – 50 milioni in meno nel budget per il 2020 –, quest'oggi ha avuto luogo l’incontro tra direzione e personale nel quale sarebbe stata dettagliata meglio la situazione che riguarda da vicino la Rsi. I cui milioni cui dovrà rinunciare per l’anno prossimo sono otto. Di questi otto, si apprende dalla Rsi, “4,4 milioni arriveranno da voci varie, ad esempio riducendo fondi della direzione per progetti speciali, ammortamenti straordinari, studi e consulenze esterne e parte degli eventi del settore comunicazione”. E i restanti 3,6 milioni? Si agirà anche sul personale, in che misura non è ancora stato specificato. Interpellato dalla stessa ‘Rsi’ Danilo Catti, del Sindacato svizzero dei mass media, stima che saranno “una ventina” i posti di lavoro a saltare. Cifra ritenuta “plausibile” da Canetta, “ma dipenderà dal tipo di misure che verranno applicate. Cercheremo di rendere questo numero il più basso possibile”.

«Il personale non si tocca, non se ne parla proprio», risponde raggiunto da ‘laRegione’ Roberto Porta, presidente dell’Associazione ticinese dei giornalisti (Atg). Che spiega: «Questo importo di otto milioni per la direzione è talmente alto che si dovrà per forza passare da pre pensionamenti, partenze spontanee e licenziamenti, che continuano quindi a non essere esclusi». E l’Atg ribadisce, «in maniera ancora più critica rispetto a lunedì scorso», che non ci sta. Perché «se guardiamo a questi otto milioni da risparmiare, sui 215 milioni circa del budget, scopriamo che è una parte davvero piccola, quasi il 4 per cento». E quindi, continua Porta, «noi crediamo che si possa riuscire in questo intento senza toccare il personale». Di più, rincara: «Se il personale non va toccato in alcun modo, men che meno si deve farlo nel settore dell’informazione. Un settore che è il cuore dell’offerta radiotelevisiva, che ha i numeri di audience migliori, e al quale non deve essere tolto neanche un centesimo. A livello di persone, di offerta e di programmi».

Come uscirne, allora? Il presidente dell’Atg traccia due proposte. La prima, è che «l’azienda si faccia più coraggiosa nel proporre, nel chiedere il pre pensionamento. Non siamo contrari». La seconda, «è il consolidamento di una politica del piccolo risparmio». Nel senso, rileva Porta, «che ci sono situazioni, come ad esempio le trasferte, che possono essere svolte scendendo di un gradino, economizzando, senza per questo mettere in discussione niente. Le trasferte della Radio Rsi a Berna per esempio – informa il presidente dell’Atg – da un anno avvengono pernottando all’Ostello della gioventù invece che presso l’hotel convenzionato. Non si pagava tanto prima, ma ora si spende la metà». Per carità, «non si parla di un risparmio enorme». Ma in un momento «dove si deve economizzare, è bene partire da delle piccole cose che non inficiano sulla qualità del prodotto e sui posti di lavoro».

E se sull’offerta è stato detto che sono in corso valutazioni, soprattutto per quanto riguarda la griglia estiva, da Oltralpe arriva la notizia che la prima vittima di questa ondata di tagli è la popolare trasmissione di Srf condotta da Roger Schawinski: “Per ragioni di costi, la direzione del canale svizzerotedesco ha deciso di ripensare strategicamente la programmazione, sospendendo il talk show ‘Schawinski’ in onda il lunedì sera”, scrive l’Ats.

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