Stabio

Stabio vuole affidarsi al teleriscaldamento

Il Municipio ha richiesto un credito di 235mila franchi per la progettazione definitiva della rete che potrebbe costare dai 4,5 ai 7,7 milioni di franchi

Riscaldamento più sostenibile per gli scolari
(Ti-Press/Archivio)
19 febbraio 2024
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Stabio desidera allinearsi ulteriormente all’Agenda 2030. In particolare vuole costruire una rete di teleriscaldamento sul suo territorio per “garantire l’accesso all’energia a un costo accessibile, affidabile, sostenibile e moderno per tutti” e ridurre la dipendenza da singole fonti come quelle fossili.

Per questo scopo il Municipio ha licenziato un messaggio municipale nel quale richiede l’approvazione del credito d’investimento di 235mila franchi per la progettazione definitiva della rete che coprirà la zona comprendente le Scuole medie, la nuova palestra e la Scuola elementare; tutti edifici che dispongono attualmente di un sistema a combustione fossile. Oltre a questi edifici pubblici sono stati presi in considerazione anche alcuni edifici privati nella zona, tra la quali due aziende, e in futuro sarà valutata l’annessione della scuola dell’infanzia di via Giuseppina Perucchi. La centrale termica sarà realizzata nel prato poco a nord dell’attuale scuola dell’infanzia: la posizione è stata scelta dal Municipio perché “è centrale rispetto al perimetro di utilizzo e per minimizzare i costi di genio civile per la rete”.

Verso l’uso dell’acqua di falda

La fonte di energia presa in considerazione per alimentare la rete, è stata scelta con lo scopo di privilegiare l’utilizzo di fonti energetiche locali. Dunque fonti di energia presenti sul territorio: acqua di falda, aria, legno, acque reflue e gas. E la più papabile pare essere l’acqua di falda con la quale si punterà a un sistema monovalente oppure, molto probabilmente, a quello bivalente con il legno o il gas come fonte secondaria. I motivi di questa scelta, come viene illustrato nel messaggio, sono dovuti “alle basse emissioni di CO2, all’utilizzo dei pozzi di captazione già esistenti, all’efficienza molto elevata e allo spazio ridotto” che occuperebbe la centrale. Mentre per l’energia che verrà affiancata bisognerà scegliere tra “nessuna emissione di CO2 e alte temperature di riscaldamento, ma costi operativi elevati” per il legno, contro “una rete esistente e bassi costi del carburante, ma elevate emissioni di CO2 e costi operativi alti” per il gas.

L’opera finale

Lo studio di fattibilità ha evidenziato che l’investimento finale per il sistema che pare il più papabile, quello bivalente, potrebbe costare nella variante combinata con il cippato ta i 6,7 milioni e i 7,7 milioni di franchi, mentre con il gas tra i 4,55 milioni di franchi e i 6,05 milioni di franchi (intervalli dovuti per l’ancora incerto perimetro che coprirà la futura struttura di teleriscaldamento). Per quanto riguarda il lato ecologia, le emissioni annue rispetto a ora saranno ridotte “di circa il 60%” con la prima variante e con una riduzione “ancora più importante” per la seconda anche se “il calcolo non tiene però conto delle emissioni di CO2 causate dalla fornitura della legna alla centrale termica”. Qualora il Consiglio comunale approvasse il credito, si procederà entro l’estate a uno studio preliminare ampliato ed entro la fine del 2025 si inizierà a costruire l’opera con l’obiettivo di terminarla “circa a metà 2027” in linea con la conclusione dei lavori della nuova palestra.

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