Mendrisiotto

Processioni storiche, ‘le tradizioni viventi mutano nel tempo’

Il Consiglio di Fondazione prende posizione dopo le polemiche che si sono sviluppate per la decisione di rinunciare al trucco dei ‘Mori’

Tradizione molto sentita a Mendrisio e non solo
(archivio Ti-Press)
12 febbraio 2024
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La decisione di rinunciare al trucco per i ‘Mori’ che sfileranno alla Processione del Giovedì Santo di Mendrisio, accompagnando a cavallo e a piedi il Tetrarca della Galilea, Erode Antipa (figlio di Erode il Grande), è stata presa “all'unanimità”. Lo spiega il Consiglio di Fondazione delle Processioni della Settimana Santa in una nota diffusa dopo le polemiche e le discussioni che hanno caratterizzato gli ultimi giorni. A breve Massimiliano Robbiani, a nome della Lega, presenterà una richiesta di risoluzione da sottoporre al Consiglio comunale per chiedere al Consiglio di Fondazione di tornare sui suoi passi.

A mente del Consiglio si tratta di discussioni che “testimoniano l'attaccamento della popolazione di Mendrisio per le Processioni”. La Fondazione, si precisa nella nota, “non ha deciso di togliere i personaggi che compongono la ‘corte’ di Re Erode Antipa, ma solo di rispettare il tema dell’inclusività e delle diverse sensibilità di tutti gli esseri umani”. Se vi saranno persone di etnie diverse che vorranno assumere il ruolo dei ‘Mori’ saranno “chiaramente benvenute”. In caso contrario, “i personaggi sfileranno truccati, ma non avranno il volto dipinto per sembrare appartenenti a un’altra etnia”. Nella nota si ricorda inoltre che “se la presenza di Re Erode Antipa ha un riferimento storico, lo stesso non vale per i quattro Mori, che non è dato sapere in quale momento dell’evoluzione della storia delle Processioni, sono stati inseriti e perché”.

‘Tiene conto di molti fattori’

Quella che sta facendo parecchio discutere è una decisione che “tiene conto di molti fattori che insieme vengono considerati dalla Fondazione come importanti per garantire che la presenza delle Processioni nella Lista rappresentativa dei beni culturali e immateriali dell’Unesco dimostri la necessaria volontà d’inclusione e di rispetto che può testimoniare”. In accordo con il Municipio di Mendrisio e con la collaborazione dell'Ufficio federale della cultura, già al momento della preparazione del dossier di candidatura “il Consiglio di Fondazione ha dovuto tenere conto dell’importanza di presentare il tema dell’inclusività”. Questo perché “nell’ambito delle commissioni Unesco esistono diverse sensibilità di persone che provengono da culture e realtà sociali molto eterogenee”.

‘Nessuna discriminazione o preclusione’

Le discussioni culminate con la decisione che verrà introdotta a partire dall'edizione di quest'anno partono quindi da lontano. “Una prima discussione sul tema della plausibilità di dipingere la faccia di nero a delle persone di etnia caucasica per rappresentare un’altra etnia era stata già fatta nell’ambito della preparazione del dossier di candidatura – conferma il Consiglio di Fondazione –. Allo stesso modo era stato discusso il tema della possibile presenza di persone di colore o di altre etnie tra i personaggi in Processione, se chiaramente e quando ve ne fosse stata la richiesta”. Nel dossier è così stato indicato che “non vi sono discriminazioni e nessuna preclusione per nessuno in quanto le Processioni sono aperte a tutti coloro che vogliono parteciparvi (indipendentemente da religione, etnia o appartenenza politica, ma anche del luogo di domicilio)”. È così stato sviluppato un sistema di iscrizione online a cui quest’anno si è aggiunto un regolamento. “Inclusività e sensibilità per un mondo che cambia, è cambiato e cambierà e che non deve spaventarci, ma che ci chiede il rispetto per tutti e un’opportunità per tutti”, sottolinea ancora il Consiglio di Fondazione. A questo si aggiunge la decisione della Srf, la televisione svizzero-tedesca, che lo scorso anno “ha deciso di tagliare alcune immagini proprio relative alla preparazione dei personaggi”.

‘I valori delle Processioni continueranno a essere alti’

La Fondazione non ha dubbi. “I valori delle Processioni sono molti, sono alti e continueranno a esserlo se le generazioni continueranno a credere nell’importanza di rispettare la società contemporanea e adattarsi ai mutamenti relativi ai temi dell’inclusività e della sostenibilità che diverranno probabilmente sempre più importanti a livello globale”. Quello del ‘blackface’ è solo l'ultimo di diversi cambiamenti “più o meno decisi da singole persone (prima del 2008 la Fondazione non esisteva) che hanno modificato alcuni elementi della rappresentazione”. Cambiamenti che per Unesco “sono sintomo di sviluppo di una tradizione viva” e, per quanto concerne il ‘blackface’, “sintomo di una tradizione rispettosa di tutte le sensibilità della società contemporanea”.

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