Mendrisiotto

Il Pian Faloppia tecnologico avvera il sogno di Balerna

Con l’inaugurazione della via dedicata si vara il comparto che vale un Polo di sviluppo economico. ‘Realtà imprenditoriali: il Distretto volta pagina’

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(Ti-Press/Elia Bianchi/Infografica laRegione)
26 ottobre 2023
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D'ora in poi il Pian Faloppia avrà una via tutta sua a Balerna. Il sindaco Luca Pagani dà un colpo deciso di forbici: salta il nastro inaugurale. Si scopre anche la targa. A ben vedere, però, questo mercoledì si è andati oltre la ritualità. In effetti, non si è trattato ‘solo’ di varare una strada – atto finale e più visibile di un pacchetto di opere di urbanizzazione e accessi e di un investimento globale da 5,3 milioni –, bensì di rilanciare un comparto. Oggi comincia una seconda vita per questa parte di territorio che corre lungo via Passeggiata e sconfina a Novazzano. Quasi 97mila metri quadrati di superficie che valgono un Polo di sviluppo economico a valenza cantonale, uno dei tre riconosciuti in terra di Mendrisiotto (con Mendrisio e Stabio-Gaggiolo) e il secondo in Ticino (dopo Biasca) a vantare un'Area manager grazie all'alleanza con l'Ente regionale per lo sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio (Ers). Ma ciò che più conta, adesso, date delle condizioni quadro favorevoli, si può tornare a parlare di Parco tecnologico del Pian Faloppia, come alle origini, ormai un trentennio fa. E per Balerna, ammette il sindaco, è «un sogno che diventa realtà».

Niente capannoni, solo innovazione

Il Comune si concede un momento celebrativo. Lì nel quadrilatero votato al Secondario e al Terziario avanzato c’è, però, pure la sostanza di un progetto, sì inseguito da tempo ma che ora ha tutta la concretezza delle aziende che già vi si affacciano e di quelle che si confida arriveranno a occupare gli edifici in costruzione. Stavolta niente capannoni o fabbriche dal sapore quasi Ottocentesco, tutto impatto e nessun vero indotto. Qui c’è l'impegno, dichiarato, a restituire nell'immagine e nella sostanza una nuova frontiera imprenditoriale, quella dal cosiddetto reale ‘valore aggiunto’.

Balerna, del resto, come tiene a rimarcare il sindaco Luca Pagani, raccoglie i frutti di una «visione lungimirante del Municipio, che sul finire degli anni Novanta ha deciso di valorizzare questa ampia area», proprio nell'intento di dare forma a un Parco tecnologico. Se si è giunti sin qui, d'altro canto, è grazie a regole e vincoli pianificatori – strumento un Piano regolatore particolareggiato – che, di fatto, hanno dato modo di selezionare gli insediamenti, orientandoli, come ribadisce Pagani, verso imprese innovative: dall'alta tecnologia al settore della ricerca, dai laboratori ai sistemi informatici.

Le ‘difficoltà di partenza’ e gli ultimi sviluppi

Certo la strada, a differenza del rettilineo di via Pian Faloppia, in questi decenni si è rivelata essere in salita. Sono stati diversi gli anni, riconosce Pagani, «contrassegnati da difficoltà di partenza, verosimilmente dovute sia a una grande frammentazione dei terreni, sia a una mancata propensione dei proprietari a vendere o a investire secondo i restrittivi criteri fissati dal Piano regolatore, sia alla disponibilità nella regione di un elevato numero di terreni da destinare ad attività economiche, sia infine a una selezione operata dal Municipio, senza la quale il comparto sarebbe oggi completamente insediato da aziende non conformi a un parco tecnologico».

In ogni caso, a Balerna le autorità locali hanno sempre creduto nel progetto e lo hanno accompagnato, coltivando anche i rapporti con gli attori in campo. Il presente del Pian Faloppia restituisce così, come evidenzia ancora il sindaco, «realtà che operano, oltre che nell’originario settore della logistica integrata, nell’ambito della meccanica di alta precisione, dell’orologeria, della farmaceutica, dei pannelli fotovoltaici, dei sistemi di automazione e di altre attività che presentano processi tecnologici e innovativi al loro interno».

Nell'Hub 6828, le imprese futuriste

Basta entrare nel complesso dell'Hub 6828 e attraversare gli spazi nei quali hanno trovato posto alcune delle aziende del comparto per rendersene conto. Alla Karlville Suisse, parte di un gruppo internazionale, per metà si ricercano e testano e per l'altra metà si producono imballaggi in polimeri sostenibili. Il lavoro dei 27 addetti impiegati dall'azienda è tutto concentrato in quei due settori. Accanto vi è la Fleury, base a Bienne, dal 2022 – giusto un anno dopo la sua vicina – ha aperto una sede pure a Balerna, dove si è insediato il centro di competenze specializzato nella produzione di componenti per orologi, come occhieggia dietro le grandi vetrate. Ma non sono che due esempi fra le attività che oggi, come detto, caratterizzano il Pian Faloppia e che portano i loro prodotti nel mondo.

‘Altre aziende sono in arrivo’

Il ‘cantiere’ del Parco tecnologico resta, comunque, aperto e le potenzialità ancora da esplorare. «Altre interessanti aziende – anticipa Pagani – sono in arrivo nello stabile in corso di ultimazione – lungo via Pian Faloppia, ndr – e vi è già anche qualche contatto interessante per quanto riguarda i terreni non ancora edificati». Al contempo servirà, come annota ancora il sindaco, creare «una nuova governance, con una linea strategica condivisa con proprietari e aziende insediate, così da poter cogliere insieme le opportunità e creare meccanismi virtuosi, capaci di generare valore aggiunto, posti di lavoro qualificati e di rivalutare l’intero comparto».

Molto ci si attende altresì dalla figura dell'Area manager, la giovane Arianna Cattaneo, sulle cui spalle si caricano non poche aspettative per rendere competitivo questo Polo a sud del cantone. In effetti, come sottolinea la presidente dell'Ers Roberta Pantani, «per lo sviluppo sostenibile di questa porzione di territorio, si rende indispensabile poter disporre di una figura di coordinamento che si prenda a carico la collaborazione e la potenziale sinergia delle aziende presenti e con quelle future interessate all’insediamento in zona».

E Arianna Cattaneo è pronta a raccogliere la sfida. Qui del resto, fa presente, vi è terreno fertile. Il progetto, infatti, «sta già portando valore aggiunto al territorio, ma vogliamo continui a crescere e a svilupparsi, in primis al suo interno, ma successivamente anche fuori dai confini attuali, così da creare delle connessioni esterne, aumentando gli scambi e il valore stesso del singolo comparto». Nel frattempo, annuncia Cattaneo, si sta lavorando a un portale web dedicato al Polo.

Esempio di patto tra pubblico e privato

Per il Pian Faloppia, d'altra parte, essere riconosciuto come Polo di sviluppo economico, e non solo sulla carta, rappresenta una chiave di volta. Di fatto, come ricorda lo stesso consigliere di Stato, nonché direttore del Dipartimento finanze ed economia (Dfe), Christian Vitta, l’obiettivo rimane quello di «valorizzare le peculiarità territoriali, lo spirito imprenditoriale – possedere una tale cultura è importante – e l’innovazione, così come di mantenere e creare interessanti opportunità di occupazione – lo sguardo rivolto ai giovani che spesso devono varcare il Gottardo, ndr — a beneficio di una crescita economica locale e, più in generale, di tutto il Cantone».

In questo comparto, poi, si è data concretezza, richiama Vitta, innanzitutto a «una collaborazione tra pubblico e privato, che funziona e rappresenta una bella testimonianza virtuosa, quindi a una collaborazione fra enti pubblici – leva l'Area manager, ndr –, che hanno saputo fare squadra in maniera positiva». A medio lungo termine, infatti, ci si aspetta di estendere questo approccio anche ad altri Comuni. Una modalità, sottolinea il capo del Dfe, «che sta dimostrando la sua efficacia e che si sta ulteriormente consolidando». Ciò che conta, sprona Vitta, è credere nelle proprie potenzialità, istituzioni e mondo imprenditoriale.

Vista da Aiti

‘Una bella realtà con cui collaboreremo’

E la realtà industriale ticinese guarda con interesse al Polo del Pian Faloppia, come testimonia la presenza a Balerna del presidente dell'Associazione industrie ticinesi (Aiti) Oliviero Pesenti. C’è voluto del tempo, ma i risultati sembrano essere interessanti. «Questa realtà è una bellissima cosa per il Mendrisiotto, per tutto il cantone e anche per l'industria – ci dice Pesenti –. Come presidente di Aiti, infatti, ne sono felicissimo. Vorrei partecipare tutte le settimane a eventi come questi, perché sono il segno che l'industria c’è, che è viva e ha voglia di progredire e investire in una regione come la nostra che è sempre stata un po' dimenticata. Questa è una bella opportunità per il territorio e la creazione di posti di lavoro. Quello che si sta dando oggi, insomma, è un segnale forte. Questa è la strada del futuro – osserva guardandosi attorno, sullo sfondo macchinari innovativi – se il Ticino vuole rimanere competitivo».

Aiti, non a caso, sarà fra gli interlocutori del Polo e soprattutto dell'Area manager. «In effetti – ci conferma Pesenti –, ci incontreremo con Arianna Cattaneo per trovare delle opportunità e delle soluzioni per sviluppare questo progetto. Insieme cercheremo di pianificare una struttura futura capace, in particolare, di portare aziende ad alto valore aggiunto, molto importante per questo cantone. Come dico sempre, il lavoro comune, fra imprenditori, istituzioni e strutture sul territorio, porta a risultati positivi».

Il Mendrisiotto è sempre stato identificato con capannoni e traffico, la realtà aziendale del Pian Faloppia contribuirà a far cambiare idea? «Quando sentivo parlare di capannoni, mi arrabbiavo – confessa Pesenti –. I capannoni non sono questi: ci riportano a un passato lontano. Qui si trovano strutture produttive di alta tecnologia. Quindi il Mendrisiotto deve scrollarsi di dosso questa etichetta di terra di passaggio, dove vi è poco valore aggiunto e una imprenditoria arrivata qui solo per sfruttare il territorio: luoghi comuni che lasciano il tempo che trovano. Con una attività simile si dà una visione completamente diversa, una sferzata verso nuove tecnologie e sviluppo. Come Associazione faremo di tutto per spingere queste realtà, anche con l'aiuto del Cantone. Dopo il Pian Faloppia vi sono altri Poli che stanno nascendo, a Lugano, a Bellinzona, si sta parlando del Locarnese. Si sta cercando, in altre parole, di fare in modo che il nostro cantone sia più presente su questo fronte».

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