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Elettricità più cara e più scarsa: ‘Meglio produrla in casa’

A Mendrisio le Aim stanno esplorando la via autarchica, puntando sul fotovoltaico. Sottoposto un modello strategico alla Elcom

Non ci si può far trovare impreparati
(Ti-Press)
14 dicembre 2022
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Le bollette dell’elettricità (e del gas) rincarano, effetto dei prezzi che si sono gonfiati "oltre ogni logica". Per reagire a questa situazione a Mendrisio si sta pensando, quindi, a una via... autarchica. L’energia fai da te appare, infatti, come l’unica soluzione per abbattere i costi, promuovendo al contempo i vettori ecosostenibili. È inutile illudersi, fa capire a chiare lettere il Municipio della Città, per i prossimi due anni "difficilmente" si tornerà sui livelli del 2020. Il che non rincuora se si calcola che il megawattora l’agosto scorso è aumentato fino a 20 volte. Va da sé che "l’energia più a buon mercato – come rimarca l’esecutivo dando seguito agli interrogativi del gruppo Lega-Udc-Udf – diventa quella autoprodotta e autoconsumata".

La svolta del solare

E qui la parola chiave è, una volta di più, fotovoltaico. Le Aziende industriali municipalizzate (Aim), in effetti, sono pronte a investire nel solare: la strategia è "in elaborazione". Non a caso si stanno prendendo in considerazione, si conferma rispondendo al primo firmatario dell’atto parlamentare, il consigliere comunale Massimiliano Robbiani, anche i tetti privati di una certa superficie, cosi da vendere l’autoconsumo ai proprietari degli stabili secondo una tariffa fissa per 25 anni, al riparo delle "bizze del mercato". Allo stesso tempo le Aim sostengono in modo attivo pure chi desidera costituire Raggruppamenti di Consumo Proprio (Rcp), unendo le forze con i vicini di casa.

Il piano d’azione delle Aim

Le Aziende, di fatto, oggi hanno un piano. Hanno messo a punto un modello che è ora all’esame della Elcom, l’autorità di regolazione statale e indipendente del settore elettrico. Se si riceverà il via libera, il dossier sarà discusso in Municipio e poi presentato alla popolazione. Al momento è allo studio, infatti, "un approccio alternativo da quello dell’istallazione fisica di accumulatori presso i proprietari di impianti fotovoltaici". Le Aim, come si spiega, partono dal presupposto che "non è per vendere l’energia in esubero al distributore locale che uno istalla un impianto fotovoltaico (Pv); soprattutto di questi tempi che vedono i costi dell’energia salire alle stelle". Il vettore a miglior mercato per il cittadino, si ribadisce, è quello che si produce e si consuma in casa.

Di conseguenza ci si è messi al lavoro per perfezionare il modello poi depositato davanti alla Elcom. Un sistema "che permetta all’interessato di poter sempre usare il 100 per cento dell’energia prodotta dal suo impianto fotovoltaico, utilizzando la rete come batteria virtuale. Il concetto è che il produttore possa recuperare dalla rete a costo zero (pagando solo il transito e i balzelli) l’energia immessa in esubero dalla sua produzione".

E le misure di risparmio energetico

Per fronteggiare la crisi energetica occorre, insomma, passare all’azione. Anche se non si trascurano neppure le misure di risparmio, peraltro introdotte prima di ritrovarsi, da un anno a questa parte, a dover fare i conti, da un lato, con la penuria energetica, dall’altro con prezzi fuori controllo. Da tempo, in effetti, le Aim hanno sostituito l’illuminazione pubblica a lampade al mercurio e fluorescenti con la tecnologia Led. Tant’è che ora si sta pensando a un "ulteriore passo". Ovvero, anticipa il Municipio, "l’eliminazione di punti luce fuori dalla zona edificabile (sono un centinaio), poiché non rispettano né la norma, né il Piano dell’Illuminazione pubblica vigente a Mendrisio".

Acquisti watt, si cambia strategia

Certo qui il problema è alla fonte, là dove si decidono i prezzi dell’energia. Ecco per quale motivo l’esecutivo, "alla luce di queste inedite modalità di formazione dei prezzi sul mercato – per l’autorità locale sfuggiti a ogni logica, come si sottolinea –, unitamente alla direzione Aim sta rivedendo la strategia degli acquisti". Nel frattempo, come un equilibrista, le Aim hanno cercato di muoversi sul mercato. Così per il 2023 il servizio universale è "già stato completamente approvvigionato". Mentre per l’anno successivo è stato coperto il 69 per cento del fabbisogno, mentre il rimanente 31 per cento, si fa sapere, "lo sarà nei prossimi mesi, a seconda dell’andamento del mercato e d’intesa col Municipio". Con la consapevolezza che "i costi dell’energia elettrica all’ingrosso per il 2024 sono tutt’ora 4 o 5 volte più alti rispetto ai costi di produzione (nucleare o idroelettrico)".

Pronti in caso di blackout

E a Mendrisio si corre ai ripari anche a fronte del timore di un blackout. Qui lo scenario, tiene a informare il Municipio, non dipende dalle Aim o dalle singole Aziende locali, ma viene gestito a livello federale. L’ente di riferimento si chiama Ostral, acronimo che sta per Organisation für Stromversorgung in Ausserordentlichen Lagen (Organizzazione per l’approvvigionamento elettrico in situazioni straordinarie), ed è chiamato a sovraintendere alla penuria di elettricità e a indicare i provvedimenti previsti in caso di crisi.

Le Aim sanno di essere state incasellate come Zona 4 e di dover fare riferimento all’Aet. In caso di necessità, come illustra l’esecutivo, bisognerà adeguarsi alle indicazioni, "sia quelle sul contingentamento dei consumi (che interessano i Grandi clienti, con consumi maggiori ai 100 MWh/anno), sia quelle estreme di sgancio dell’alimentazione di settori della rete che interesseranno tutta la popolazione".

Creato un gruppo di lavoro ad hoc

La strategia è chiara: "Qualora le richieste di contingentamento (tipicamente del 15 per cento, che saranno rivolte ai Grandi clienti) – già informati, ndr – non avessero l’effetto auspicato, potrebbero infatti venir ordinati sganci parziali nella rete elettrica per staccare a rotazione per 4 ore al giorno un terzo o la metà della potenza effettiva".

E le Aziende della Città di Mendrisio sanno già dove mettere le mani. Anzi, il Municipio locale ha anche creato un Gruppo di lavoro, con l’obiettivo di "esaminare le conseguenze, a livello delle proprie istallazioni e dei propri servizi, di eventuali sganci".

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