Mendrisiotto

Mendrisio: l’imputato ha scherzato col fuoco, e si è bruciato

Inflitta una pena di 13 mesi sospesi condizionalmente per due anni a un 23enne che nel 2017 ha bruciato dei cartoni, cagionando un incendio

Un modo di dire che diventa realtà
(Ti-Press)
29 novembre 2022
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Per un giovane del Mendrisiotto il 28 aprile 2017 è stata una serata di bagordi finita male. Accompagnato da due coetanei e amici d’infanzia, il ragazzo, oggi 23enne, ha letteralmente giocato con il fuoco. Alla stazione Ffs di Mendrisio, attorno a mezzanotte, il ragazzo ha provocato un incendio, causando danni per oltre 11’000 franchi. A testimoniare il susseguirsi degli eventi è stata una telecamera di sicurezza della stazione, che ha ripreso il giovane accendere, soffiare sulla fiamma e abbandonare poco dopo il luogo. Il presidente della Corte delle Assise correzionali Mauro Ermani ha giudicato il 23enne colpevole di incendio intenzionale, infliggendogli una pena di 13 mesi sospesi condizionalmente per un periodo di prova di due anni, e confermando così il decreto d’accusa firmato dal procuratore pubblico Zaccaria Akbas. L’avvocato della difesa Niccolò Giovanettina ha, invece, chiesto l’assoluzione del proprio assistito.

Danneggiato un distributore di merendine e parte della facciata Ffs

Quella fatidica sera di aprile il 23enne ha infiammato un contenitore di cartone colmo di carta posto sopra il distributore di giornali, sul quale, a sua volta, era posato un contenitore di polistirolo. Dopo aver acceso la fiamma ci ha soffiato sopra e si è allontanato per rientrare a casa. E mentre lui avanzava verso la sua abitazione, in stazione avanzava la fiamma, che si è poi propagata, alimentata dal cartone, dai giornali e dal polistirolo, fino a raggiungere anche il distributore automatico di merendine, danneggiando sia l’apparecchio che il contenuto. Danneggiata anche parte della facciata della stessa stazione Ffs.

«Come dimostra il filmato – ha affermato il giudice Mauro Ermani –, è stato lui ad accendere la fiamma e ci ha soffiato sopra. Non è come soffiare su una candelina. A fronte di quello lui se ne è andato. Il comportamento è da considerarsi intenzionale, anche sul risultato finale che non è certo di lieve entità. Come non lo sono l’atteggiamento da balordo e la messa in pericolo in un luogo in cui circolano delle persone».

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