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La psichiatria, ieri e domani, nel nome di Ettore Pellandini

Mendrisio ospita un Convegno di due giornate con nomi internazionali. Perché la salute mentale è un bene comune

Oltre pregiudizi e barriere
(Archivio Club ’74)
30 maggio 2022
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La salute mentale? Un ‘affare’ da specialisti, dirà qualcuno. Invece no. Chi come Valentino Garrafa, da animatore socioculturale del Servizio di socioterapia Osc (l’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale), vive la quotidianità della malattia degli utenti di Casvegno, rimette subito il campanile al centro del villaggio. "La sociopsichiatria – ci fa memoria – gode di buona salute quando questa è d’interesse comune ed è presente regolarmente nel dibattito pubblico". Parole chiare che dicono molto del lascito di Ettore Pellandini e di ciò a cui aspira questo settore della salute pubblica. Non è un caso, insomma, se si è deciso di dedicare un Convegno di due giorni – oggi, lunedì, dalle 13.30 e giovedì 2 giugno dalle 8.30 – a una delle figure cardine che negli anni Settanta ha contribuito in modo significativo a riformare le Istituzioni psichiatriche. A portare a Mendrisio – al Teatro Centro Sociale – il loro sapere e ad aiutare a far riflettere su quello che è oggi e sarà domani la psichiatria, saranno nomi importanti del panorama scientifico e culturale internazionale. Con ‘...io sono ancora qui!’, infatti, tiene a rimarcare lo stesso Garrafa, oltre a testimoniare un "dovuto riconoscimento" al lavoro e al percorso di Pellandini, si ha l’ambizione di "confrontarci con le sfide del presente e del futuro".

Quando lo chiamavano ‘Neuro’

Prima, però, volgiamo un momento lo sguardo all’indietro. Ovvero agli anni durante i quali si è cercato di demolire il pregiudizio; quando l’Osc si chiamava Ospedale neuropsichiatrico cantonale e per i più era il ‘Neuro’. È stato proprio allora che Pellandini e i suoi colleghi hanno creato dei gruppi di incontro tra pazienti e curanti e fondato il Club ’74. A quel tempo, osserva l’animatore socioculturale dell’Osc, "i meccanismi alienanti dell’Istituzione venivano continuamente messi in discussione e i problemi venivano tematizzati e condivisi. Barriere fisiche e mentali venivano messe in discussione nel tentativo di superarle". E non era impresa facile. Era però il momento storico giusto, dentro e fuori i confini ticinesi: all’epoca nasce la Legge sull’assistenza sociopsichiatrica cantonale. Tant’è che anche per gli operatori di oggi rappresenta una "pietra miliare dei diritti dei pazienti".

La pandemia e la salute mentale

Chiave di volta, si fa capire, è stata del resto la volontà di dare voce ai malati – quindi a chi una voce non l’aveva –, restituendo loro dignità e diritto di cittadinanza. Anche qui ci viene in soccorso Valentino Garrafa: "Questo procedere è stato, ed è possibile, anche grazie alla consapevolezza che la salute mentale è un bene comune. Gli ultimi anni di pandemia globale – ci fa notare – hanno messo al centro dell’attenzione quest’aspetto: non vi è salute mentale se non vi è attenzione all’altro, in particolare a quelle persone che per vicissitudini varie potremmo relegare agli ultimi della società. Non c’è salute mentale se non c’è attenzione a quella parte di fragilità che contraddistingue ogni essere umano, nessuno escluso. È nella capacità di accogliere la diversità dell’altro e alle prese con gli "inciampi" della vita a cui siamo tutti confrontati, che una comunità misura il proprio grado di solidarietà con indispensabili aspetti democratici".

Dentro il Convegno

Il Convegno e i suoi relatori, d’altro canto, intendono proprio darci una chiave di lettura e interpretativa di bisogni e strumenti a disposizione. In campo quali promotori vi sono il Club ’74, l’Osc, il Carl (il Centro abitativo, ricreativo e di lavoro) e la Fondazione Sasso Corbaro per voce del professor Graziano Martignoni. Nella prima giornata di oggi, introdotta dal direttore dell’Osc Daniele Intraina e dal coordinatore del Sevizio di socioterapia Mauro Durini, si accenderanno i riflettori sugli aspetti macro-economici e i diritti dei pazienti. Lo si farà grazie al professor Sergio Rossi dell’Università di Friborgo e il professor Marco Borghi, delegato per i diritti dei pazienti della Fondazione Pro Mente Sana, e Flore Pulliero Vitez, giurista e vice direttrice della Clinica di La Borde in Francia.

Giovedì, per contro, si incroceranno i temi della quotidianità e della cura, come il disagio, i ricoveri nei giovani e l’eccesso delle misure coatte e al contempo lo sviluppo dei Centri terapeutici, la valenza dell’espressione artistica e il territorio. Presentati da Magda Chiesa, direttrice delle cure Osc, e Laurent Pellandini, direttore del Carl, aiuteranno ad approfondire le varie tematiche il filosofo e psicanalista Umberto Galimberti, lo psichiatra italiano Giorgio Callea, il medico caposervizio Osc Zefiro Mellacqua, lo psicoanalista francese Yannick Oury Pulliero, il filosofo francese Marino Pulliero, il docente e ricercatore Supsi Claudio Mustacchi, e la responsabile dei progetti culturali dell’Associazione Arturo Prod Tiziana Conte.

A margine del Convegno sarà proposta una mostra fotografica sull’atelier Mimo.

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