Mendrisiotto

Un ponte fra l’età che avanza e il resto del mondo

Nel Mendrisiotto la figura del tutor di comunità acquisisce competenze e professionalità, soprattutto nel settore sanitario

Un’attività per ogni gusto
(Ti-Press)
28 aprile 2022
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C’è tutto un mondo da vivere oltre i 65 anni. E che l’anzianità, col tempo e l’evolversi della società, sia ‘slittata’ oltre gli ottanta ce lo confermano coloro che entrati nella terza e quarta età dimostrano che c’è ancora voglia di progetti e traguardi. Seppur con gli inevitabili acciacchi e limiti. A tessere i contatti fra questa ormai grossa fetta di popolazione e il resto... del mondo è nata una decina di anni fa la figura del tutor di comunità. Un ‘ponte’ in grado – come spiegano i promotori – "di soddisfare le esigenze legate alla quotidianità, dare continuità ai rapporti sociali e agevolare il sentimento di appartenenza al territorio culturale e sociale".

Nel Mendrisiotto sono una quindicina i volontari, in parte ancora operativi. Se ne trovano poi nel Locarnese, in Valle Maggia, Val Onsernone, nelle Terre di Pedemonte e anche in Italia. In Ticino sono una quarantina coloro che sono stati formati per questo specifico compito. Curatore di quello che è considerato un progetto modello a livello nazionale è il Laboratorio di ingegneria dello sviluppo Schürch con sede a Ponte Capriasca e che proprio oggi ha intessuto un contatto con il Canton Uri per portarne competenze e professionalità. «Ciò che si presenta come novità nel nuovo corso per tutor di comunità (una serata di presentazione si terrà martedì 3 maggio alle 14 al Centro sociale di Vacallo, ndr) – ci spiega il fondatore e responsabile Dieter Schürch – è un perfezionamento della formazione attraverso la collaborazione dell’Associazione assistenza e cura a domicilio del Mendrisiotto e Basso Ceresio, creando quindi un importante collegamento con il settore sanitario. Inoltre vi è l’attivazione nel Mendrisiotto, e in particolare nei Comuni di Morbio Inferiore, Vacallo, Breggia, Castel San Pietro e Balerna, di una risposta concreta alla nuova concezione di anzianità». Oggi, infatti, chi supera la linea del pensionamento ha ancora molto da dire nella società, vive pressoché in salute, ha progetti e idee, continua a svolgere un ruolo in famiglia, nel volontariato, negli hobby, e questo attraverso tutta una trasformazione del concetto di anziano.

«I tutor – rimarca il professore – cercano dunque di inserirsi in questo cambiamento legato all’ambiente e alla tematica anche delle malattie, dell’equilibro sanitario e della permanenza al proprio domicilio il più a lungo possibile. Dopo che nel 2019 abbiamo ricevuto l’incarico dal Consiglio svizzero degli anziani di predisporre una valutazione delle esigenze avvertite dagli anziani abbiamo indicato all’autorità politica la raccomandazione di darne un seguito. Ora, sta qui un’altra novità, è la volontà di collocare i tutor sotto i Servizi di assistenza e cura a domicilio».

Dovendo attingere al volontariato individuare queste figure non è mai semplice: «Posso dire che al momento non abbiamo problemi particolari pur dovendo procedere a una certa selezione in entrata. I tutor, infatti, devono rispondere a precisi requisti ed esigenze, richiedono una competenza di base e una disponibilità nel seguire una formazione impegnativa e legata a pratiche concrete. Richiede pazienza, interesse, disponibilità e flessibilità – avverte Schürch –. Un tutor deve, dunque, saper comunicare, ascoltare e raccogliere la voce di una persona anziana, avere capacità di ascolto non banali, deve entrare nel merito del mondo della persona anziana, magari che non ha una precisa esigenza, ma vuole solo fare due chiacchiere. Partendo da questo contatto si possono, insieme, esaminare quali sono le attese, le prospettive che questa persona ha, pensiamo a maggiori nozioni per esempio nella tecnologia. Terza componente della figura del tutor è prettamente sociale: deve cioè andare a vedere in che misura la persona può trovare nella comunità in cui vive rapporti e relazioni dove può sviluppare un proprio progetto. Il tutor è quindi colui che aiuta l’anziano a concretizzare delle idee e a realizzarne il senso della vita stessa. Ciò anche percependo le necessità legate all’abitabilità della casa o dell’appartamento in cui l’anziano vive, magari troppo grandi, scomodi, con ostacoli e difficoltà. Per questo nelle tante competenze il tutor deve mostrare una chiara valenza psicologica e sociale».

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