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Esercenti del Mendrisiotto pronti a riaprire

Nel Distretto c'è voglia di ricominciare, ma sarà una 'nuova ristorazione'. Quadranti: 'Dovremo far sentire le persone al sicuro'

Si ricomincia, con nuove regole (Ti-Press)
7 maggio 2020
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Ai momò, si sa, tenere le distanze costa fatica. La convivenza con il Covid-19, però, impone anche un'altra convivialità: niente abbracci o strette di mano. Prendere (letteralmente) le misure da banconi dei bar e tavoli dei ristoranti non raffredderà, comunque, l'ospitalità. Gli esercenti del Distretto ce la stanno mettendo proprio tutta per farsi trovare pronti in vista della ri-apertura di lunedì. Negli ultimi giorni è stato tutto un andirivieni di contatti e riunioni (rigorosamente via skype) per mettere a punto il piano d'azione, faro l'associazione mantello cantonale. I segnali che Flavio Quadranti, presidente di GastroMendrisiotto, sta ricevendo sono tutto sommato positivi. Adesso si aspetta l'ufficializzazione (di domani) dell'ordinanza federale.

'La maggior parte riaprirà i battenti'

"La maggior parte degli associati riapre - annuncia a 'laRegione' il presidente -. Qualcuno si prenderà un po' più di tempo per i preparativi, ma poi riprenderà l'attività. Certo è una riapertura a lavoro ridotto". Del resto, la quotidianità stessa non è più la stessa. "In effetti - conferma -, si ricomincia con una 'nuova' ristorazione: si sono dovuti rivedere piani di lavoro e spese". Anche le priorità sono cambiate. "In cima ai pensieri - riconosce Quadranti - c'è la salute del personale e della clientela. Tutte le direttive emanate sono state rispettate. Anche perché non vogliamo incappare in una sanzione. Questo è chiaro". Si è pensato persino di utilizzare contenitori per sale e pepe o olio e aceto monouso. 

Adattare i locali alle misure di protezione - sanificazione e distanze sociali -, è indubbio, ha dei costi. Quanto inciderà sulla cifra d'affari? "Quantificarlo adesso non è facile. Una cosa è certa: accanto agli affitti sarà una voce di spesa significativa e, soprattutto, in più. Poi dipenderà dalle dimensioni del ritrovo, dalla perdita di posti a sedere e dal volume dell'attività".  La consapevolezza che i ritrovi dovranno riconquistare i loro avventori c'è tutta. "Non a caso al secondo posto della nostra agenda - ci fa notare Quadranti - vi è la volontà chiara di far sentire la clientela al sicuro. Dovremo riuscire a convincere le persone a superare i timori e a uscire di casa per un caffè e a ritrovare il gusto di andare al ristorante, anche in vista della prossima stagione estiva. Come andrà? Lo vedremo settimana dopo settimana".

Dai Comuni idee e suolo pubblico

Gli esercenti, in ogni caso, sentono di non essere soli. Sono diversi i Comuni che hanno cercato di dare una mano congelando, ad esempio, gli affitti dei locali commerciali (come Chiasso e Mendrisio nella regione o Lugano) o esentando dalla tassa sul suolo pubblico; perché potersi allargare con i tavolini all'esterno aiuterà a far quadrare i bilanci. "Anche nel Mendrisiotto qualche Comune disposto ad aumentare di qualche decina di metri quadri l'occupazione del suolo pubblico c'è. Non solo, tanto Chiasso che Mendrisio hanno creato dei gruppi di lavoro che si stanno adoperando per trovare idee e progetti utili a questa ri-partenza".

L'asporto? Un servizio da non abbandonare

Creativi i ristoratori hanno già dimostrato di esserlo. Facendo di necessità virtù, hanno reagito al 'lockdown' organizzando un servizio di asporto. "È parte del nuovo modo di fare ristorazione. Io stesso, sono cuoco - ci dice Quadranti -, mi sono cimentato in questa attività per me prima non usuale. E devo dire che il riscontro, non finanziario ma da parte degli utenti, c'è stato: il servizio è stato apprezzato. Personalmente penso di continuare con questa attività e ho sentito che anche altri colleghi faranno lo stesso".

Se dovesse dire cosa le è mancato di più durante la crisi sanitaria acuta? "Senz'altro il contatto con la gente".

 

 

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