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A Melide passa la mano il sindaco della ‘rivoluzione’

Angelo Geninazzi dopo 12 anni alla guida del Comune, ha deciso di non ripresentarsi: ‘Torno nei ranghi dei cittadini’

Un bilancio positivo
(Ti-Press)
15 gennaio 2024
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Sicuramente hanno cambiato la storia comunale di Melide, paese per lungo tempo egemonizzato dal Partito liberale radicale e dalle sue personalità, conosciute anche a livello cantonale. Poi 12 anni fa, la svolta, inattesa: Nüm par Milì (oggi ‘Per Melide’) un gruppo nato già nel 2007, composto prevalentemente da giovani, riuscì da lista civica a rovesciare il banco e prendere in mano l’amministrazione. Molte le novità introdotte in questi anni ma è già il momento del ricambio: il sindaco Angelo Geninazzi, volto e voce di questa piccola rivoluzione, ha infatti deciso di non ripresentarsi alle elezioni comunali del prossimo aprile. Lo abbiamo sentito.

Come mai la decisione di lasciare?

Ho vissuto con entusiasmo i miei anni al servizio di Melide e ho interpretato il mio ruolo come “prestito” al Comune. Dopo 4 legislature in Municipio è giusto sia per il paese che per il sottoscritto rinnovarsi, con forze e idee nuove, e non cadere in dinamiche che possono diventare malsane. Non mi sono mai fatto impressionare da coloro che credono che senza di loro il comune non possa andare avanti o crescere. Sono convinto del contrario: lasciare un comune sano in mano a nuove e competenti forze e ritornare nei ranghi di cittadino – e tifare per le future compagini municipali, di qualunque colore esse siano – è una grande soddisfazione.

A distanza di anni, come può spiegare un cambiamento del genere?

Melide ha subito un ventennio a cavallo del cambio del millennio in cui si è mosso poco, malgrado i volantini preelettorali promettessero molto. L’avvento della lista civica nel 2008 ha contribuito a coinvolgere nuove fasce di popolazione, tra cui molti giovani (la media di età della prima lista era di 23 anni); dopo i primi progetti riusciti si è assistito a una vera e propria ondata di interesse nei confronti della cosa pubblica, come dimostra la partecipazione alle elezioni come pure in occasione dei referendum, spesso superiore al 70%. Questo ha permesso a Municipio e Consiglio comunale di impostare una politica coraggiosa, proattiva, audace ma regolarmente confermata alle urne. Insomma, è stato un movimento, in parte trasversale ai gruppi politici, che ha coinvolto, entusiasmato e quindi sortito progetti concreti.

C’è qualcosa che la inorgoglisce particolarmente?

Sono molto contento che Melide sia riuscito, in quanto paese nel suo insieme, a trovare maggioranze su praticamente tutti i progetti in stallo da anni o falliti in precedenza. E lo abbia fatto non senza dibattito, ma discutendo in modo talvolta animato ma mai aggressivo (ndr. negli ultimi anni sono stati 3 i referendum, tutti vinti dal Municipio). Il rifacimento del nucleo è sicuramente qualcosa che cambierà molto l’immagine del paese, come è stato il caso per la realizzazione del Lido, dei campetti polisportivi, del parco giochi o delle passeggiate che hanno migliorato la qualità del paese. E poi ci stiamo tolti anche qualche sfizio come MelideICE, una manifestazione che oggi funziona grazie all’impegno di associazioni locali e numerosi sponsor. E non da ultimo, negli ultimi tre lustri Melide ha ridotto il moltiplicatore d’imposta del 15% e oggi dispone di un capitale proprio mai così alto nella sua storia. Le premesse per il futuro sono ottime.

Rimane invece un cruccio su qualcosa che non siete riusciti a portare a compimento?

Ho avuto sull’arco di tutti i 12 anni la fortuna di disporre di ottimi colleghi in Municipio, al pari di un vicesindaco molto valido. Anche il clima in è sempre stato sereno e divertente. Questo ha facilitato la ricerca di soluzioni e di maggioranze e quindi i progetti proposti hanno trovato tutti luce verde. Vi sono oggi progetti praticamente maturi su cui in parte abbiamo lavorato per anni e che a breve possono essere portati in discussione. Tra questi spicca la riqualifica di Piazzetta Moretti, nella zona “turistica di Melide” e la creazione di una grande area verde che comprende la piazza, il campo sportivo e la zona a Lago. E poi c’è il tema della struttura residenziale per anziani. Non appena un ricorso verrà evaso anche questa visione da tempo ferma non avrà più ostacoli. La Melide politica non si annoierà nemmeno nei prossimi anni.

Nelle ultime elezioni avevate ottenuto quattro municipali su cinque. Non si rischia l’effetto ‘Partito unico’?

Il risultato delle scorse elezioni, certamente lusinghiero, è stato figlio di circostanze straordinarie e seguiva tre mesi dopo la votazione popolare sul nucleo, molto accesa e conclusasi con un chiaro risultato a favore di Municipio e Consiglio comunale. Il successo dei progetti a Melide è sempre stato possibile grazie al coinvolgimento precoce di tutte le sensibilità politiche e, attraverso vari formati di dialogo, anche della popolazione. Sono convinto che questa ricetta valga anche in futuro, ragione per la quale la presenza dei vari gruppi nelle stanze dei bottoni è (o sarebbe) preziosa.

Cosa si porta nel cuore dalla sua esperienza di sindaco?

Molte cose, in primis il sostegno di numerose persone e cittadini – come pure della mia giovane lista civica – che hanno permesso a un allora giovane cittadino di guidare il comune senza l’esperienza di vita di chi mi ha preceduto. È stata un’esperienza arricchente, sotto tutti i punti di vista. Credo che valga la pena lottare per una realtà come la nostra, per l’autonomia comunale che è sempre più sotto pressione, di fronte a una per me incomprensibile volontà di uniformare i servizi in tutto il cantone. Porto anche nel cuore numerosi rapporti e amicizie con vari sindaci e municipali del resto del Ticino, con i quali lo scambio è stato prezioso e d’aiuto anche per affrontare le sfide in casa.

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