Luganese

Südpack, Ocst: ‘Dei licenziamenti ci saranno di sicuro’

L’Ocst spiega che la preoccupazione dei dipendenti durava ormai da mesi e che la crisi è strutturale. Numerosi anche i residenti

Più di un terzo del personale è a rischio
(Ti-Press)
9 novembre 2023
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Non un fulmine a ciel sereno. La notizia che fino a 50 dipendenti della Südpack di Bioggio sono a rischio licenziamento non ha colto di sorpresa il sindacato Ocst, al quale sono associati oltre la metà dei lavoratori. «È da qualche settimana che siamo stati contattati da diversi dipendenti perché è da alcuni mesi che l’azienda effettivamente ha calato molto la produzione, formalmente a causa della diminuzione degli ordinativi su un prodotto specifico – conferma alla ‘Regione’ il vicesegretario regionale Paolo Coppi –. E quindi le persone lavoravano a orario ridotto ormai da diversi mesi. Siccome la situazione si protraeva da tempo e non si vedevano miglioramenti, questo ha creato grossa preoccupazione».

‘Crisi strutturale, non transitoria’

Una preoccupazione purtroppo ben giustificata, in quanto, spiega Coppi, «dei licenziamenti ci saranno di sicuro». Quel che resta da quantificare è l’entità della misura. «Ieri pomeriggio siamo stati contattati dall’azienda per una riunione urgente e questa mattina ci hanno comunicato la situazione, che da quanto ci è stato detto non sarà transitoria. C’è proprio un problema strutturale, legato al fatto che un prodotto utilizzato in determinati comparti sta venendo gradualmente sostituito da un altro prodotto meno costoso». Nel frattempo, dapprima la commissione del personale e successivamente durante un’assemblea tutti i dipendenti sono stati informati della situazione. «Nei prossimi giorni vogliamo incontrare i dipendenti per entrare nel merito di quel che potrebbe essere un possibile contenuto di un piano sociale. Vogliamo anche poter provare a capire quali potrebbero essere le eventuali soluzioni che potrebbero diminuire l’impatto di questi licenziamenti».

‘Poco margine per delle alternative’

Ma il margine sembra essere poco. «Entro la fine della chiusura della fase delle consultazioni (che dureranno circa due settimane, ndr) cercheremo di proporre delle alternative. Ma anche puntando a prepensionamenti o riduzioni di orario, temiamo che non possano esserci molte soluzioni per evitare dei licenziamenti. Proveremo a mitigare l’impatto ma un certo numero di dipendenti sarà certamente toccato da questa misura. Il grosso problema è che tutto il settore è in difficoltà e quindi queste persone faranno comunque fatica, quantomeno nell’immediato, a ritrovare un posto di lavoro. Anche se sono altamente qualificate». Questo, perché la crisi tocca più o meno tutto il settore. «In questo momento storico, con un franco molto forte da ormai circa due anni, con il problema del carovita e dell’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, l’industria sta attraversando una fase di crisi e quindi ci aspettiamo che purtroppo possano esserci altre brutte notizie».

Molti residenti

Intanto, oltre un terzo dei 139 dipendenti dello stabilimento di Bioggio attende di conoscere il proprio destino. Dipendenti che sono più o meno equamente distribuiti fra residenti e frontalieri.

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