Luganese

Plan B lancia dei fondi per le start-up luganesi

Un nuovo progetto, annunciato durante il Forum, si prefigge di sostenere le giovani aziende che operano nell'ambito blockchain

Paolo Ardoino in occasione del primo anniversario del Lugano Plan B
(Ti-Press Archivio)
23 ottobre 2023
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Il Plan B di Lugano continua a crescere. Nel corso del forum, che si è svolto tra venerdì e sabato, sono state annunciate alcune novità legate al mondo luganese delle criptovalute e della tecnologia blockchain. A partire da dicembre sarà infatti non solo possibile pagare tutti i servizi offerti dalla Città in criptovalute,ma persino le tasse, senza che vi sia alcun tetto massimo per il pagamento. Un altro progetto nato in seno al Plan B consiste in un finanziamento che potrà venir concesso alle start-up che decideranno di stabilirsi a Lugano per lavorare nell’ambito della tecnologia blockchain. «Vogliamo portare eccellenze a Lugano, e far crescere le eccellenze che ci sono già» spiega Paolo Ardoino, Cto di Tether, l’azienda senza la quale il progetto Plan B non sarebbe stato possibile. Infine, annunciata la nuova data di inaugurazione dell’Hub, situato tra via Motta e Contrada Sassello, prevista inizialmente per quest’autunno ma che aprirà i battenti soltanto a marzo 2024.

‘Ci saranno una palestra e un ristorante di design’

L’Hub vedrà la luce all’interno dell’edificio che ha in passato ospitato il ristorante giapponese Sayuri, e accoglierà al suo interno diversi uffici e spazi di lavoro, ma anche un ristorante specializzato in carne (aperto al pubblico) e una palestra sotterranea.

Come detto, avrebbe dovuto aprire i battenti in questo periodo, ma, come rivela Ardoino, «abbiamo effettuato più lavori di quelli che avevamo previsto, quindi il ritardo è anche un po’ colpa nostra». L’interno del palazzo è stato infatti completamente rinnovato, e la sua inaugurazione è prevista per il 3 marzo dell’anno prossimo, data del secondo anniversario del Lugano Plan B.

«Abbiamo ingaggiato un designer di grido internazionale – spiega –, perché volevamo creare un centro di eccellenza anche dal punto di vista estetico e culturale. Non vogliamo però snaturare l’esterno, perché deve rappresentare la storicità dell’edificio. Vogliamo creare questo contrasto tra storia e innovazione anche dal punto di vista del design, anche perché tra l’altro è un palazzo molto bello».

‘Non siamo qua per regalare soldi’

Si chiama Plan B Funds, ed è una delle novità che verranno implementate nei prossimi mesi. In sostanza, si tratta di fondi che andranno a finanziare start-up e imprenditori che operano nell’ambito della tecnologia blockchain. «Si tratta di quattro fondi tematici – spiega Ardoino –: il primo tema è start-up che lavorano nel mondo bitcoin; il secondo è per chi lavora nel mondo del Lightning Network, quindi sistema di pagamenti ad alta velocità, che è quello che si usa poi qui a Lugano. Il terzo fondo è rivolto alla comunicazione peer-to-peer, quindi sistemi resilienti di comunicazione. Infine un fondo per le start-up che si focalizzano sui mercati emergenti». I soldi non verranno però concessi indiscriminatamente, ma ci saranno dei criteri da rispettare. «Saremo molto selettivi – afferma –. Verranno fatte delle valutazioni sulla solidità del progetto e sulla sua bontà. E soprattutto vogliamo che queste aziende lavorino nell’ecosistema di Lugano o vi siano comunque connesse. Verranno pubblicati dei prospetti per far capire alle start-up se potranno o meno avere diritto ai fondi: ad esempio se sei una realtà che lavora nel mondo dell’agricoltura, per quanto innovativa, difficilmente avrai diritto al finanziamento. Al momento stiamo cercando di capire quale sia la giurisdizione giusta per la gestione dei fondi, e quale sarà il sistema migliore per elargirli. Il processo è quasi ultimato, e pensiamo che nei prossimi due o tre mesi il progetto potrà partire».

Nessun costo per Lugano

In tutto questo, va detto, la Città continuerà a non versare un soldo, e il tutto sarà finanziato da società private, prima fra tutte Tether. «Non vogliamo assolutamente che Lugano metta le risorse della Città nei fondi – precisa –. Vogliamo creare un ecosistema dove noi stessi vorremmo vivere, e pensiamo che Lugano sia già una città bellissima con un sottosuolo di innovazione e di eccellenza, che però può crescere solo se si investe nei giovani e nelle start-up». E se la Città stessa decidesse di richiedere un finanziamento dai Plan B Funds? «Potrà farlo. Nel caso la Città di Lugano avesse un’idea pazzesca che volesse realizzare, dovrà creare una start-up e dovrà inoltrare la propria richiesta come tutti. Vogliamo che possano partecipare tutti coloro che stanno realizzando idee, sia nel settore privato che pubblico, ma è giusto che le regole siano uguali per tutti».

‘I milionari potranno pagare le tasse in bitcoin’

Come già accennato, pagare le proprie tasse in bitcoin diventerà possibile a partire da dicembre. E, a differenza di Zugo che pone a questo genere di pagamenti un limite di 1,5 milioni, nella città sul Ceresio non vi sarà nessun tetto massimo. Lo ha annunciato il sindaco della Città Michele Foletti. In origine, la novità era prevista per aprile, ma alcune questioni tecniche hanno portato a un posticipo dell’iniziativa. «All’inizio stavamo lavorando con un provider del servizio fuori dalla Svizzera – spiega Foletti –, ma poi abbiamo deciso di lavorare con un fornitore svizzero, e questo ha portato a un ritardo». A cosa è dovuta però la decisione di non porre limiti al pagamento a differenza di Zugo, attore di una certa esperienza, considerando che è stato il primo Cantone a offrire questa possibilità? «Abbiamo pensato – continua – che porre un limite del genere potesse essere d’impiccio per un eventuale milionario, che si sarebbe ritrovato a doverne pagare una parte in bitcoin e una parte in franchi. Chiariamoci, non penso che ci sarà molta gente che pagherà queste cifre, ma se qualche milionario desiderasse pagare le proprie tasse in bitcoin, a Lugano potrà farlo».

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