Luganese

Lugano: l'addio dei Verdi fa vacillare il seggio Ps a Palazzo

Niente lista unica per il Municipio alle prossime elezioni comunali. Martino Rossi: ‘Troppo flagranti le divergenze sul Polo sportivo’

In primo piano Martino Rossi, con il progetto Pse sullo sfondo. Dall’alto Danilo Baratti, Cristina Zanini Barzaghi e Tessa Prati
(laRegione)
22 settembre 2023
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La rinuncia dei Verdi di Lugano a costruire una lista unica per il Municipio con il Partito socialista alle prossime elezioni comunali, suona più come un divorzio che un arrivederci. Le motivazioni illustrate dal capogruppo Danilo Baratti in punta di penna sono chiare, coerenti e non nascondono che a contribuire a disintegrare l’alleanza sia stata la posizione divergente sul Polo Sportivo e degli eventi (Pse), sostenuto dalla municipale Ps Cristina Zanini Barzaghi, dal gruppo Ps in Gran Consiglio e in parte anche dal gruppo socialista in Consiglio comunale, seppur con le sette condizioni poste, mentre i Verdi si erano schierati con i fautori dei referendum.

Sfuma quello che nella campagna elettorale verso le elezioni comunali del 2021, era il sogno di raddoppiare i seggi in Municipio come successe nel 2004, con l’elezione storica nell’esecutivo cittadino (passato da cinque a sette membri, dopo la prima fase di aggregazioni) di Giovanni Cansani e Nicoletta Mariolini. Ora, per i socialisti, si tratta di lottare per mantenere un rappresentante a Palazzo Civico. La separazione dei due partiti non è però un fulmine a ciel sereno. Le dichiarazioni rilasciate da Nicola Schönenberger a laRegione nel maggio 2022 facevano già presagire un divario profondo. Del resto, Baratti, annunciando la scelta dei Verdi, ha parlato esplicitamente di “una presenza di una rappresentante della sinistra in un Municipio, negli ultimi anni, ha inciso ben poco sugli orientamenti della città”.

Cantonali e Federali: ‘Alleanza fragile’

È lucida e critica l’analisi dell’ex capogruppo socialista in Consiglio comunale Martino Rossi, che ha apprezzato la scelta dei Verdi di «non presentare una lista per il Municipio di Lugano il prossimo aprile, per cui il Ps potrebbe farcela da solo a far eleggere un municipale». Rossi non è né sorpreso né scandalizzato dalla decisione dei Verdi, che attribuisce a cinque motivi. Anzitutto, «la fragilità, abbastanza importante, in campo rossoverde, è dimostrata dall’attuale campagna per le elezioni nazionali, con la contesa, per gli Stati, tra Bruno Storni e Greta Gysin. Forse, sarebbe stato meglio presentare un candidato unico, magari una terza persona, come Boas Erez. La convergenza di obiettivi tra socialisti e Verdi, a livello nazionale cantonale e comunale, non esprime ancora una politica solida, che dovrebbe essere il risultato finale dell’avvicinamento tra rossi e verdi». Una fragilità che, per Rossi, «si è dimostrata anche nel risultato mediocre ottenuto alle recenti elezioni cantonali. La decisione presa a Lugano dai Verdi è in fondo la conseguenza della votazione cantonale: la lista unica non ha pagato e i Verdi hanno perso più dei socialisti. Una parte dell’elettorato verde non si sente rappresentato dal Ps, anche se talvolta le posizioni convergono».

In terzo luogo, prosegue l’ex capogruppo Ps in Consiglio comunale a Lugano, la scelta dei Verdi «rappresenta l’onda lunga delle posizioni divergenti sul Pse e in particolare la scelta politica presa dal Ps in Gran Consiglio di appoggiare la posizione delle municipale Ps (che ha un profilo più tecnico che politico), che era in contraddizione troppo flagrante con gli orientamenti critici dei socialisti luganesi su questo tema e soprattutto con l’opposizione dei Verdi. Inoltre, ritengo che verosimilmente abbia pesato anche il fatto che i Verdi non hanno candidati forti e profilati da presentare per la corsa al Muncipio. La partenza di Nicola Schönenberger, purtroppo, si sente sia a livello cittadino che a livello cantonale. Quindi, i Verdi potrebbero aver optato per non appoggiare una lista in cui conterebbero poco, anche perché non si sentono rappresentati da Zanini Barzaghi e non si conoscono ancora i futuri candidati». L’assemblea del Ps di Lugano è prevista il prossimo lunedì 25 settembre.

I copresidenti fanno i pompieri

Secondo i due copresidenti del Ps di Lugano Tessa Prati e Filippo Zanetti, dal comunicato dei Verdi di Lugano si traggono “le volontà di rafforzare la loro presenza in Consiglio comunale, di avere una maggiore incisività nei confronti di un Municipio a maggioranza di destra e non da ultimo, di non mettere in pericolo la presenza di un municipale progressista nell’esecutivo. La vera scelta è quella di non partecipare, neanche presentando una propria lista alla corsa al Municipio”. La scelta dei Verdi viene interpretata come “un segno di rispetto e unione nei confronti dell’area progressista”. Il Ps di Lugano, continuano i due copresidenti, condivide gli indirizzi dei Verdi, concorda sull’importanza del legislativo e sottolinea “che le alleanze si possono fare anche fuori dalle liste. Le critiche mosse nei nostri confronti e nei confronti della municipale sono date dal loro punto di vista e certamente non nuove, d’altronde senza divergenze non saremmo due entità diverse. Con i Verdi c’è stato un leale e franco confronto sullo stato della politica luganese, sugli obiettivi dell’area e sulle modalità con le quali questi obiettivi possono essere raggiunti. A Lugano come altrove, in fatto di alleanze, 1+1 non ha mai fatto 2: le elezioni cantonali lo hanno nuovamente confermato. Un sano confronto e una sana attenzione su quelle peculiarità che i nostri due partiti hanno e che ci differenziano possono essere un interessante modo per rafforzare l’area in Consiglio comunale”.

Dal canto suo, il capogruppo socialista in Consiglio comunale Lugano Carlo Zoppi si dichiara pronto «a continuare a lavorare insieme ai Verdi in Consiglio comunale sui temi che ci uniscono come la crisi sociale dovuta al carovita e alle tematiche ambientali. È chiaro che la municipale uscente (Cristina Zanini Barzaghi, ndr.) è a fine ciclo politico nell’esecutivo cittadino e la sinistra, se non vuole finire male, dovrà essere capace di rinnovarsi e di presentare alternative fresche che portino nuova energia e idee in seno al Municipio». Gianrico Corti, ex deputato in Gran Consiglio ed ex consigliere comunale di Lugano individua invece «tra i pregi del comunicato dei Verdi, quello di della chiarezza e coerenza, rispetto alle loro analisi politiche. La decisione espressa, di certo, deve mettere in allerta il Ps di Lugano: da un lato, la frammentazione con nuovi movimenti politici e, dall’altro, ora, con la decisione dei Verdi pongono il rischio di essere estromessi dal Municipio di Lugano».

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