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Un documentario e nidi di falco contro l’aumento di piccioni

La Città di Lugano, dopo l'ordinanza, affina la strategia per contenere la popolazione di volatili, mentre un esperto propone l'esempio di Basilea

Preoccupano i segnali di aumento della popolazione di piccioni
(Ti-Press/Archivio)
4 agosto 2023
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«Ho dovuto chiamare una ditta di disinfestazione, tantissimi piccioni avevano invaso il soffitto della mia casa». Parole di un proprietario di una palazzina di Lugano, che abbiamo incontrato di recente mentre stava commentando la presenza di molto guano per terra. A questa testimonianza, si aggiungono quegli strani contenitori di sostanze, non meglio precisate, per allontanare i volatili, che abbiamo notato sui davanzali delle finestre al pianterreno di un’altra abitazione in città.

Questi due indizi mostrerebbero una popolazione di piccioni in crescita a Lugano. Se ne possono vedere parecchi, non solo al parco Ciani, ma anche lungo il fiume Cassarate, in particolare nei pressi dell’Ospedale Italiano, dove c’è chi non trova di meglio da fare che portare pane secco per foraggiare gli uccelli. Un comportamento da censurare, sia perché i preparati di farina o cereali non sono gli alimenti idonei per i volatili, sia perché fornire cibo ai piccioni non fa che aumentarne il numero, creando una serie di potenziali problemi.

In preparazione un documentario

A Palazzo Civico, a parte singole segnalazioni da parte di alcuni cittadini, non risulta che la popolazione di volatili sia in aumento. Tuttavia, negli ultimi anni, la strategia per contenerli è stata affinata. Vediamola. «Fondamentalmente la nostra strategia è analoga a quanto è stato promosso a Mendrisio – spiega Karin Valenzano Rossi, titolare del Dicastero sicurezza e spazi urbani di Lugano –. Riassumendo, la strategia si fonda su tre pilastri: informazione e sensibilizzazione (stiamo anche sviluppando un documentario); contenimento della popolazione di piccioni con trappole a trabocchetto (ce ne sono attive 15 sul territorio) e la posa di sei cassette, come nido per esemplari di falco pellegrino, che è un antagonista naturale del piccione».

L’ordinanza e la sensibilizzazione

Risale al 2020 la specifica ordinanza municipale entrata in vigore a Lugano. È stata ideata proprio per contrastare gli effetti nefasti che potrebbe causare l’eccessiva presenza di piccioni negli stabili abitati o su manufatti artistici, o peggio ancora nelle scuole e negli ospedali. Un’ordinanza che qualche anno fa è stata accompagnata dalla posa di cartelli di sensibilizzazione sul lungolago (anche rispetto al foraggiamento dei cigni) e che vieta di foraggiare i volatili, con sanzioni che potrebbero arrivare fino a 10’000 franchi. La norma comunale mira a “salvaguardare la salute pubblica di cittadini e animali domestici dal diffondersi di malattie virali trasmesse all’uomo dai piccioni, mediante il controllo e l’adozione di provvedimenti di contenimento”.

Come ci si dovrebbe comportare

«Il piccione non è più un animale selvatico, è un animale opportunista, vive in città e nelle zone urbane perché trova cibo in abbondanza, più che in campagne o nei boschi – premette il dottor Arno Schneider, responsabile dell’Antenna ticinese di vogelwarte.ch (stazione ornitologica di Sempach) che si trova in via Chiossaccio (Contone) –. Oramai è come se fosse in cattività. Se gli uccelli non venissero foraggiati o non trovassero di che nutrirsi, non potrebbero riprodursi. Anzi diminuirebbero. Quindi, la città dovrebbe fare in modo di evitare che abbiano accesso al cibo». Come? «Attraverso la cura dell’immondizia e sensibilizzando maggiormente le persone e chi gestisce gli esercizi pubblici per evitare di lasciare alimenti che vengono mangiati dai piccioni. Questo è l’unico approccio che può funzionare a lungo termine», risponde l’esperto.

Misure di lotta sì, ma adeguate

Il piccione, peraltro, non è una specie a rischio di estinzione, tuttavia è protetto e il cittadino ha il dovere di rispettarlo. È vietato mettere veleno, perché non c’è nessuna certezza che non venga assunto anche da altri volatili o altri animali, che hanno individuato una nicchia ecologica in città imparando a vivere nelle zone fortemente urbanizzate. La stazione ornitologica sconsiglia fortemente anche la posa di spuntoni appuntiti, sistemi elettrici a forti scariche, reti tese non a regola d’arte, onde ultracorte, sistemi magnetici e sostanze agenti sull’odorato, perché sono inefficaci a lungo termine. Sono sistemi che potrebbero essere proposti da alcune ditte come misure di lotta, ma non sono sicuri, dal punto di vista della protezione animali. Tali provvedimenti potrebbero infatti ferire gravemente gli animali.

Piccionaie controllate da un custode

Talvolta è però necessario e indispensabile che ai piccioni sia negato l’accesso agli edifici, alle statue e altri monumenti. Il sito di vogelwarte.ch richiama l’azione messa in atto a Basilea verso la fine del 1980, sulla base di un progetto comune allestito dall’università, dal dipartimento della sanità della città e dalle società protezione animali del cantone. Lo scopo del progetto mirava a concretizzare un metodo durevole e irreprensibile dal lato della protezione animali per regolare la popolazione dei piccioni di strada. Si voleva ottenere un ristretto ma sano numero di piccioni. Ed ecco che sono sorte le piccionaie controllate da un custode che le pulisce regolarmente, controlla gli animali e scambia, se necessario, le uova. Contemporaneamente, la popolazione venne informata del fatto che il foraggio ai piccioni nuoce agli animali più che giovare.

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