Luganese

Alla sbarra il pompiere di Lugano arrestato a gennaio

Tra i capi d'accusa ripetuta coazione e ripetuta minaccia. L'uomo era stato condannato in passato per reati analoghi

(archivio Ti-Press)

Appostamenti e passaggi continui sotto casa, telefonate insistenti, minacce. Sono queste le principali azioni che hanno portato alla sbarra un 39enne, vigile del fuoco del Corpo dei civici pompieri di Lugano. Si è infatti aperto oggi, alle Assise correzionali di Lugano, il processo che vede l'uomo accusato di ripetuta coazione nei confronti di una donna, con cui aveva una relazione. Tra i capi d'accusa figurano anche lesioni semplici (subordinatamente vie di fatto), ripetuto danneggiamento, ripetuta minaccia, ripetuta ingiuria e ripetuta disobbedienza a decisioni dell’autorità. L'uomo era stato arrestato a gennaio dopo la denuncia della donna, che alcuni mesi prima aveva richiesto, e ottenuto, un'ordinanza restrittiva nei suoi confronti. Nonostante ciò, il 39enne avrebbe continuato a contattarla e ad avvicinarsi a lei.

Sono quasi 60 i punti dell'atto d'accusa, stilato dalla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo, che riguardano il reato di coazione. Il 39enne, difeso dall'avvocato Maurizio Pagliuca, ammette in maniera generale i fatti, ma contesta alcuni dettagli. «In passato facevo fatica ad accettare la separazione dalle persone importanti nella mia vita», ha indicato in aula durante l'interrogatorio del giudice Siro Quadri. «Il periodo in prigione mi ha fatto riflettere e sono dispiaciuto per ciò che ho fatto».

Il 39enne non è però nuovo a fatti del genere. Due donne, con le quali aveva dei legami sentimentali, lo avevano denunciato nel 2017 per vari reati contro la persona. Nel 2018 era stato emesso un decreto d'accusa che lo condannava a sei mesi di carcere e a una multa di 1'000 franchi. L'imputato aveva impugnato la decisione e nel 2021 si era tenuto il dibattimento alle Assise correzionali di Bellinzona. In quell'occasione, il giudice Siro Quadri lo aveva infine condannato – per coazione, ripetuto danneggiamento, ripetuta diffamazione, ingiuria e ripetuta minaccia – a una pena pecuniaria di 120 aliquote giornaliere, sospesa condizionalmente per quattro anni, e a una multa di 1'400 franchi. Vista la natura condizionale di questa decisione, con il procedimento attuale il giudice prenderà posizione anche sui fatti avvenuti in passato.

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