Luganese

Peran respinge le accuse: 'Sono stata raggirata'

Prosegue il processo in Appello alla legale accusata di ripetuta appropriazione indebita, soppressione di documenti e coazione

29 novembre 2018
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È ricominciato nella calma stamane in Appello a Locarno il processo a carico dell’avvocato luganese Xenia Peran. Lei ha rinunciato alla ricusa formale della Corte d’Appello e di revisione penale presieduta dalla giudice Francesca Verda Chiocchetti, ricusa annunciata mercoledì prima della sospensione del dibattimento.
Quella di oggi è stata una giornata interamente dedicata all’interrogatorio dell’imputata che per la prima volta si è difesa in aula penale. Come si ricorderà, infatti il processo di due anni fa dinanzi alla Corte delle Assise Criminali di Lugano si è svolto in contumacia e ha portato alla condanna della donna a due anni sospesi per ripetuta appropriazione indebita per un ammontare di 135’000 franchi, ripetuta coazione, soppressione di documenti e di reiterata diffamazione.
E lei ha risposto a tutte le domande formulate dalla giudice. A cominciare dall’incarico di amministratrice unica di un trust in Lussemburgo con a bilancio 50 milioni di euro appartenente a Corrado Ferlaino da trasferire in Svizzera per ragioni fiscali. Siamo nel 2007 quando il segreto bancario svizzero era ancora una realtà. Peran, che ha accettato l’incarico del cliente portato dal suo socio di Milano, dopo un paio di anni si è accorta che l’ex patron del Napoli Calcio era stato condannato per bancarotta fraudolenta, reato penale nel frattempo derubricato in sanzioni amministrative. Non solo lei si era accorta che a bilancio era ben superiore ai 50 milioni di franchi.

Peran in un incontro successivo ha messo al corrente lo stesso Ferlaino di voler rassegnare le dimissioni dal consiglio di amministrazione del Trust evocando rischi in ambito penale e amministrativo, per cui avrebbe valutato una segnalazione al Ministero pubblico per riciclaggio. Dopo l’incontro e i tentativi vani di trovare un accordo di buonauscita per le prestazioni fornite mai retribuite, la donna è stata denunciata dallo stesso Ferlaino e la magistratura ticinese ha posto sotto sequestro il materiale trovato nel suo ufficio di Lugano.
In sostanza, l’avvocato luganese ha sostenuto di aver sempre agito in buona fede e di essere stata raggirata dalle stesse persone che l’hanno denunciata. L’avvocato luganese ha inoltre respinto le accuse relative all’appropriazione indebita per aver usato soldi non suoi per pagamenti considerati personali.

Il processo è tuttora in corso, l'interrogatorio all'imputata sta proseguendo.

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