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Lavizzara, così i referendisti modellano il fronte del ‘no’

Il 26 novembre cittadini alle urne; in ballo i 50mila franchi di aiuto comunale alla Fondazione di scultura di Peccia. Le motivazioni degli oppositori

8 novembre 2023
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Fondazione Internazionale per la Scultura (Fis) di Peccia, si avvicina l’ora X. Quella, per intenderci, della chiamata alle urne degli abitanti del Comune di Lavizzara. La data è quella di domenica 26 novembre, la scelta che spetta agli elettori, invece, è quella relativa al finanziamento, o meno, attraverso il credito di 50mila franchi stanziato il 22 maggio dal Consiglio comunale, di quest’istituzione. Dovesse uscire, dalle urne, una maggioranza di pareri favorevoli, ecco che l’importo verrebbe versato. Se a prevalere saranno invece i contrari, niente aiuti da parte del Comune. Ricordiamo che un precedente tentativo di sostegno al rilancio della Fis (allora si parlava di 150mila franchi) da parte di Municipio e legislativo era stato contestato e affossato da una levata di scudi popolare (col Municipio che ha revocato la decisione, facendo di fatto cadere il primo referendum). Nel frattempo a tutti i cittadini domiciliati e aventi diritto di voto è stato recapitato l’opuscolo informativo, con i pareri dei due opposti schieramenti. Non è prevista alcuna serata informativa al riguardo dell’argomento in consultazione prima della scadenza, onde per cui il grosso del lavoro di convincimento degli elettori si potrebbe pensare venga fatto in altro modo, dietro le quinte, discretamente.

Non è il caso per i referendisti, forti delle 73 firme raccolte in pochi giorni (superando il quorum del 15% degli iscritti in catalogo), decisi a non mollare un solo centesimo per questa causa. Capeggiati da Astrid Lorenzetti Richina e Marzio Demartini, intendono portare a conoscenza dell’opinione pubblica alcuni aspetti della tematica ai più ancora poco conosciuti. Innanzitutto, però, una precisazione d’obbligo da parte di Astrid Lorenzetti Richina, accusata «di aver abbandonato la sala durante la serata informativa del mese di maggio, voluta da referendisti e Municipio per dibattere dell’argomento; la mia assenza era stata tempestivamente preannunciata e mi ero pure pubblicamente scusata». Tanto per essere chiari.

Soldi nelle casse, ‘cifre che non tornano’

Alla chiarezza (intesa come trasparenza) alludono anche le richieste dei referendisti i quali, secondo informazioni ricevute, ritengono la situazione finanziaria della Fis tutt’altro che critica: «Da informazioni ricevute nelle casse della Fondazione vi erano, a inizio maggio 2023, ben 1,55 milioni di franchi; ci risulta che a fine 2022 ve ne fossero grossomodo 300mila; in 5 mesi sono dunque saltate fuori parecchie centinaia di migliaia di franchi. Se così è, perché andare a bussare alla porta di un Comune che versa in una situazione economica tutt’altro che florida? Perché alle nostre specifiche richieste di poter accedere ai dati contabili ci è sempre stato risposto picche? Una qualche legittima domanda ce la poniamo anche su una ‘donazione’ al Comune di un’opera dell’artista Marcel Dupertuis, ospite della Fondazione Fis, che verrà posata dinnanzi alla chiesa e che ci risulta avere un costo finale, inserito nel budget di quest’anno della stessa, pari a 100mila franchi».

Altro aspetto che, sempre secondo i referendisti, denota una mancanza di visione strategica è il continuo avvicendamento delle persone alla guida della struttura: «Dal 2020, la direzione del Centro di Scultura è cambiata quattro volte: la signora Locatelli (eletta tramite concorso pubblico) è rimasta per soli pochi mesi. Perché? È stata sostituita, senza alcuna procedura di concorso, da Thierry Burgherr, a quanto ci risulta privo di competenze in materia artistica, gestione delle fondazioni o comunicazione. Qual è la ragione di ciò? Burgherr è stato a sua volta sostituito dopo un anno da Giuseppe Facchini, di nuovo senza indire un concorso, né valutare adeguatamente le competenze professionali. Perché? Come mai tanti cambiamenti in soli 4 anni, anni che sono fondamentali se si vuole solidificare e crescere?». Non è comunque solo a livello di direzione che le poltrone sono cambiate a ritmo incessante negli ultimi tempi. «Nel 2022, Carole Haensler (direttrice del Museo Villa dei Cedri e direttrice dell’Associazione Musei Svizzeri), Gianna Mina (Museo Vincenzo Vela), Simona Martinelli (Fondazione Arp) si sono tutte ritirate dalla Commissione artistica. Per quale motivo hanno deciso di ritirarsi? L’impressione è che l’ambiente di lavoro non sia dei più sereni. Queste sono soltanto alcune delle innumerevoli domande che attendono una risposta e che contribuiscono ad accrescere, tra la cittadinanza, una certa diffidenza nei confronti di questa realtà. La Lavizzara è una valle confrontata con grosse difficoltà economiche; non abbiamo i fondi per finanziare opere più importanti per la nostra popolazione e riteniamo del tutto sbagliato spendere i soldi dei nostri cittadini per il Centro Internazionale di Scultura e la sua Fondazione. Le priorità sono altre. Disperdere altre risorse per un ente privato non ci sembra opportuno» – concludono i referendisti, che a colpi di martello e scalpello tra i marmi di Peccia modellano il fronte dei ‘no’.

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