Locarnese

Carcere in parte sospeso, con obbligo d'assistenza riabilitativa

La sentenza del processo all'uomo che alle Assise criminali di Locarno ha dovuto rispondere di oltre trenta capi di imputazione

Il Palazzo di giustizia a Lugano
(Ti-Press)
27 luglio 2023
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Trenta mesi di prigione, 18 dei quali sospesi con la condizionale per un periodo di prova di quattro anni: un lasso di tempo durante il quale vigerà un obbligo di assistenza riabilitativa. Alla pena vanno aggiunte 90 aliquote giornaliere da 30 franchi l'una, pure sospese e una multa di 500 franchi. È il succo della sentenza pronunciata oggi dalla presidente della Corte delle Assise criminali di Locarno (riunitesi a Lugano), Francesca Verda-Chiocchetti, nei confronti del 33enne, cittadino iracheno, comparso in aula da mercoledì per rispondere di numerosi capi d'imputazione, esposti dal procuratore pubblico Pablo Fäh in un atto d'accusa di una ventina di pagine. Tra questi, non solo infrazioni alla legge federale sugli stupefacenti per vendita e consumo di cocaina, ma anche guida senza patente, senza targhe e senza assicurazioni; infrazioni alle norme di circolazione; lesioni semplici; ingiuria ripetuta (anche nei confronti di poliziotti); violenza e minaccia contro le autorità; calunnia; furti diversi; truffa; danneggiamento; diffamazione; falsità in certificati e altro ancora.

L'imputato, che ha già scontato anticipatamente 342 giorni di carcere, non dovrà tornare in prigione. Tuttavia, sarà obbligato a seguire la misura di assistenza riabilitativa senza possibilità di sgarrare. In caso contrario, per lui si spalancheranno nuovamente le porte di una cella. Insomma, come gli ha spiegato la giudice: «Su di lei pende una spada di Damocle affilata. Abbiamo deciso di darle ancora una chance. Prevale oggi l'aspetto rieducativo della pena, ma in caso di nuovo errore si tornerà all'aspetto punitivo».

Ricordiamo che il procuratore pubblico aveva chiesto una condanna di 33 mesi da espiare. Mentre l'avvocato difensore, Maurizio Pagliuca, si era battuto per una massiccia riduzione della pena. Nella decisione di Verda Chiocchetti ha pesato l'elevato numero di reati (circa 35 i capi d'imputazione) e la pluralità degli stessi: «La Corte ha deciso di darle fiducia – ha concluso la presidente della Corte – e di sostenerla tramite l'assistenza riabilitativa». Un'ulteriore occasione per l'imputato, che ha alle spalle altre condanne e diversi periodi di carcere. Va detto che durante il dibattimento il 33enne aveva contestato alcune delle accuse e la giudice ha in gran parte creduto alla sua versione. In particolare è caduto il reato di un furto, con violazione di domicilio, che avrebbe innescato una probabile espulsione dalla Svizzera.

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