Locarnese

Una rete per gli ‘acrobati’ della terza (e quarta) età

L’Alvad capofila di un progetto su tre anni che mira a diminuire il numero (e la paura) di cadute degli anziani a domicilio, puntando sulla prevenzione

23 giugno 2023
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Una rete, ma non di quelle che si mettono sotto gli acrobati del circo per frenare un'eventuale caduta. No, la rete creata nell'ambito del progetto "Prevenzione interprofessionale delle cadute nello Spitex" interviene, come d'altronde si evince già dal nome, prima, con lo scopo proprio di evitare i capitomboli e soprattutto le relative conseguenze, che in particolare per gli anziani possono essere molto gravi.

«Con l’aumentare dell’età media della popolazione, sale anche il numero delle cadute, è fisiologico – ha spiegato Stefano Gilardi, presidente dell’Alvad (Associazione Locarnese e Valmaggese di Assistenza e cura a Domicilio), capofila di quello che è il primo progetto di prevenzione nell’ambito delle cure con sede principale in Ticino promosso e sostenuto (anche finanziariamente) dalla fondazione Promozione Salute Svizzera –. Tutto è partito dalla necessità di contribuire a prevenire, nel limite del possibile, le cadute degli anziani. A livello svizzero parliamo di 90mila all’anno, di cui circa il 50 per cento avviene a domicilio. Il progetto si inserisce in un quadro di riferimento più ampio concernente la progettualità del nostro servizio, e in particolare per quanto riguarda la prevenzione: basti citare, nel passato e nel presente, ad esempio, le prime campagne anti-canicola a livello cantonale, le regolari campagne vaccinali anti-influenzali e Covid-19, le numerose e mirate attività di sensibilizzazione e prevenzione presso i centri diurni socio-assistenzali di Pro Senectute e l’adesione al progetto cantonale “girasole”. Con circa 2’000 utenti, conosciamo bene anche la problematica delle cadute e siamo quindi in grado di proporre un’azione strutturata di prevenzione».

Tre categorie di rischio, ognuna con un percorso fisioterapico specifico

Azione che l’ente locarnese porterà avanti, almeno per i prossimi tre anni, collaborando con una serie di attori sanitari di prossimità: Lega svizzera contro il reumatismo, Lega ticinese contro il reumatismo e le associazioni Physioticino, VitaAttiva e Prevenzione incidenti persone anziane. In che modo, lo hanno spiegato gli stessi rappresentanti delle realtà coinvolte, a cominciare dalla direttrice sanitaria Alvad e capoprogetto, Alessandra Viganò… «Il progetto consiste nel proporre interventi fisioterapici e di consulenza, differenziati in funzione del rischio di caduta dell’anziano, già seguito dall’Alvad nell’ambito dell’assistenza e cura a domicilio, da parte di fisioterapisti appositamente formati. A seconda della mobilità dell’utente, gli interventi verranno erogati al domicilio o presso il centro VitaAttiva, a Solduno».

In pratica, gli anziani (di età maggiore o uguale a 70 anni e residenti nel comprensorio del Locarnese e Valli) si sottoporranno volontariamente a una valutazione del rischio di caduta da parte di operatori socio-sanitari e infermieri Alvad, appositamente formati. Uno “screening” che permetterà di inserirli in una determinata categoria e indirizzarli verso il regime fisioterapico e di consulenza più indicato: un ciclo di allenamento della durata di 12 settimane presso il Centro del movimento dell’associazione VitaAttiva o a domicilio in caso di mobilità limitata (affidato alla Lega ticinese contro il reumatismo), per un rischio basso; una visita a domicilio di 90 minuti con consulenza per la prevenzione delle cadute effettuata alla Lega svizzera contro il reumatismo in caso di rischio moderato; un contatto tra Alvad e il medico curante dell’utente per la prescrizione di un ciclo di fisioterapia al domicilio della durata di 12 settimane (erogata da un fisioterapista appositamente formato per il progetto, scelto liberamente dall’utente), nonché un incontro preliminare tra fisioterapista e infermiere di referenza Alvad, al domicilio dell’utente, per una prima valutazione interdisciplinare nella situazione peggiore, ossia rischio di caduta alto. «L’obiettivo principale è valutare se la standardizzazione di una procedura di presa a carico interdisciplinare, differenziata per rischio di caduta – individuando e valutando tutti i fattori che possono incidere –, possa migliorare la mobilità e la qualità di vita, ridurre la paura di cadere e naturalmente anche il numero delle cadute. Quello secondario è il miglioramento della collaborazione interprofessionale tra le diverse figure che assistono l’utente al domicilio».

A tal proposito, Stefano Chisari (presidente di Physioticino) ha sottolineato che gli obiettivi del progetto stanno «molto a cuore dei fisioterapisti» e che il lavoro di questi ultimi negli scorsi anni si è evoluto parecchio, orientandosi sempre di più alla prevenzione. Si è inoltre detto «molto soddisfatto» della risposta dei fisioterapisti del Locarnese, visto che ben 35 hanno aderito all’iniziativa.

Capitomboli da 20mila franchi che si combattono anche con la socializzazione

Paolo Caccia, presidente e co-fondatore dell’associazione VitaAttiva (che si occupa proprio di prevenzione delle cadute dell’anziano, abbinando allenamento cognitivo motorio e allenamento della forza e della resistenza cardiovascolare) nonché colui che ha partorito l’idea del progetto poi preso in mano da Alvad, ha dal canto suo messo l’accento sulla drammaticità per un anziano della perdita della propria autonomia (o di parte di essa) a causa di una caduta, facendo tra l’altro notare come «non cadono solo persone deboli o sole» e che «gli effetti sono nefasti sulla persona, e indirettamente anche i costi (1,6 miliardi di franchi all’anno, vale a dire 20mila a caduta) sul sistema sanitario».

Infine da più parti è stata sollevata la problematica, sempre più marcata, della solitudine e dell’isolamento delle persone anziane. «Dall’esperienza maturata in questo anno e mezzo di apertura del Centro del movimento – ha concluso Caccia –, emerge chiaramente l’importanza per gli anziani di avere delle possibilità di socializzare e di ritrovarsi tra loro, anche in relazione alla salute e alla prevenzione del rischio di cadute. Trovandosi il nostro Centro in un polo sociale (Polo Isolino) e avendo come vicini di pianerottolo un centro diurno di ProSenectute, un bistrò gestito da ProInfirmis e un asilo nido gestito dalla Supsi, si dà la possibilità a chi parteciperà al programma di seguire delle attività presso questi altri enti presenti».

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