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Dai monomotori ai grandi jet, la culla dei piloti di linea

La sfida dell'Aero Locarno: offrire un percorso formativo completo (con tanto di simulatore Boeing 737) ai candidati alla guida dei giganti dei cieli

((Aero Locarno))
16 aprile 2021
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Da sempre il nome dell'Aeroporto cantonale di Locarno è associato a quello di “culla” dei piloti delle nostre Forze Aeree. All'élite dei professionisti dell’aria incaricati di difendere il nostro spazio aereo e di prestare soccorso alla popolazione in caso di necessità. Ma da qualche anno a questa parte, alla “nursery” grigio verde se n'è affiancata una civile molto particolare, frutto dell'intraprendenza e dello spirito imprenditoriale di due piloti di linea, istruttori di volo, la cui inventiva difficilmente può essere racchiusa in uno degli hangar presenti a Locarno. Il primo si chiama Daniele Dellea, locarnese, 49 anni, capo istruttore di volo, un inizio di carriera professionale come assistente sociale e, in seguito, passo dopo passo, da pilota privato su su a suon di licenze e esami fino ai comandi di aerei di linea di Darwin dapprima, Etihad in seguito. Il secondo, suo grande amico e collega, è Stefano Buratti, 43 anni comasco trapiantato in Ticino, ingegnere nella manutenzione aerei di formazione, prima del passaggio, pure lui, in cabina di pilotaggio. Oltre all'esperienza accumulata con Darwin, attualmente (da un decennio ormai) vola come pilota di compagnie business jet.
Tre anni fa, nel 2018, la svolta della loro vita professionale: il responsabile dell'Aero Locarno, scuola formativa da anni stagnante dopo il boom degli anni Settanta-Ottanta, Urs Frischknecht, cerca un successore. I due si fanno avanti e raccolgono il testimone. Le conoscenze nel mondo dell'aviazione commerciale, gli agganci e le buone idee fanno decollare il loro sogno; una scuola, autonoma, con tanto di certificazione DOC, per piloti di linea (che si smarca da Swiss Pilot School Association) e diventa, a tutti gli effetti, indipendente. L'idea dei due aviatori è, a prima vista, pazza: puntare sul mercato dei piloti di linea offrendo loro una formazione completa, dalla A alla Zeta, con tutti i corsi necessari, nel piccolo perimetro sulle rive del Verbano. In 18 mesi circa (chi sceglie la via modulare deve calcolare qualcosa in più) di “full immersion”, il candidato, grazie al programma integrato ottiene la sua licenza di pilota di linea (ATPL) e può essere ingaggiato dalle compagnie aeree. Si tratta di un percorso di studio intenso, seguito costantemente da istruttori di volo e di teoria.

La logistica: allievi accolti nell'ex Hotel Elvetico

Ma non è tutto. Perché per offrire ai giovani questa possibilità, occorre trovare delle soluzioni anche logistiche. Gli spazi attuali, per chi è pratico della realtà locale, sono un tantino stretti. Ecco allora che grazie a un'abile mossa raggiungono un'intesa con il proprietario del vecchio Hotel Elvetico di Locarno. Nelle sue stanze trovano così posto i piloti in formazione. Hanno a disposizione letto, cucina e anche una sala teoria per la loro impegnativa formazione sui libri e i manuali di volo. Per la pratica, ovviamente, devono far capo alla pista di Locarno e – cosa più unica che rara – addirittura a un simulatore di volo per il Boeing 737 (situato a Mendrisio), uno dei velivoli per il trasporto passeggeri più diffuso al mondo. Qualcuno potrà dubitare su quella che, tra anni fa, sembrava un'operazione a dir poco azzardata. Come spiega Daniele Dellea, «il mercato dei piloti, malgrado l'emergenza covid, tiene. La nostra clientela qui è quasi tutta estera: abbiamo, oltre agli svizzeri, italiani, portoghesi, sudafricani, olandesi. Proprio questi ultimi costituiscono una componente interessante. Prova ne è che 4 ex alunni sono diventati nostri istruttori di volo. In generale i candidati arrivano qui grazie al passaparola, ai social e al gran lavoro di promozione che portiamo avanti».

La 'colonia olandese': 4 di loro sono diventati collaboratori

Nel caso degli “orange”, c'è addirittura una scuola di preselezione molto impegnativa in Olanda che, ai promossi, indica successivamente la rotta di Locarno. «I nostri contatti sono comunque importanti, vi sono dei piloti che fungono da provider, indirizzandoci qui molti giovani». La scuola di volo è dunque cresciuta velocemente e conta oggi 6 istruttori a tempo pieno e una decina di freelance che sposano questa filosofia d'insegnamento. Sul simulatore, vengono registrate quasi 2mila ore di lezione e la flotta velivoli, svecchiata (6 i nuovi apparecchi in arrivo) dispone oggi di 13 aeroplani, tra mono e bimotori, muniti di avionica glass cockpit. Macinano piu’ di 5mila ore di volo. C'è tutto ciò che occorre all'aspirante pilota di linea, compreso l'aereo da acrobazia (per allenare gli assetti di volo in situazioni di emergenza, modulo sul quale si insiste parecchio nel cammino formativo). Molte cose che altre scuole non sono in grado di offrire ai loro studenti. Noi forniamo un prodotto completo. Aspetto da non trascurare, quello ambientale. Tra i nuovi modelli, più efficienti e meno inquinanti, dotati di schermi digitali dell'ultima generazione, figura pure un apparecchio elettrico. Nelle prossime settimane sarà a disposizione per la formazione. Saremo così l'unica scuola in Europa a inserire nel curriculum dei piloti di linea il passaggio su questa macchina».
La rispondenza, come detto, non manca: «pure di questi tempi, col mondo dell'aviazione in ginocchio, l'interesse è forte. Non possiedo la sfera di cristallo ma credo che l'aviazione “esploderà” di nuovo una volta finita la pandemia. Ci sarà infatti da fare i conti con un manco di piloti. Lo dicono le grosse aziende produttrici di velivoli. Il Covid ha infatti lasciato senza lavoro un sacco di gente, molti hanno deciso di cambiare mestiere, altri hanno optato per il prepensionamento. I cockpit si sono dunque svuotati. Sono, questi, dei fenomeni ciclici. Già dopo l'11 settembre si era verificato un crollo dell'interesse per i voli di linea. Un giovane che oggi ottiene la sua licenza forse deve armarsi di un po' di pazienza, ma prima o poi il lavoro lo trova. Comunque molte compagnie stanno già arruolando piloti».
Accanto ai piloti di linea, l'Aero Locarno offre ovviamente anche la possibilità agli appassionati di staccare il brevetto privato (PPL). Anche in questo caso, la richiesta è in crescita. Gente di mezza età, con una buona formazione professionale, si sta avvicinando sempre più al fantastico mondo dell'aviazione da diporto o sportiva. "Quotidianamente riceviamo 1-2 richieste di persone interessate a mettersi ai comandi di un piccolo velivolo". Attiva tutto l’anno, riceve iscrizioni in qualunque momento.

La manutenzione dei velivoli e gli spazi da aggiornare

Per chi mira a un processo di continuo sviluppo stando sempre avanti di un passo, uno dei problemi con i quali si è confrontati è quello delle infrastrutture. L'Aeroporto di Locarno, in alcune sue componenti (pensiamo agli hangar) non è dei più aggiornati. «Dopo aver ritirato gli spazi della Ruag, gestiti oggi dall'Aero Locarno maintenance (in accordo con altri due soci), siamo in grado di garantire la manutenzione dei nostri aerei e di molti velivoli di privati che atterrano a Locarno da tutta Europa. Otto meccanici altamente qualificati lavorano qui a tempo pieno. Offriamo la qualità svizzera dei servizi (controlli rigorosi e piena efficienza dei mezzi), perché a livello di prezzi ovviamente non possiamo competere con le aziende estere. Abbiamo di recente firmato l'acquisto dell'Hangar 4 e, al momento, sono aperte le trattative col Cantone per il rifacimento del vecchio Hangar 1 (risalente alla fine degli anni Trenta). Siamo contenti della collaborazione e vedremo, di comune intesa, come affrontare questa sfida cercando soluzioni per i locali sia amministrativi che formativi» – conclude Dellea.

Niccolò Frigerio, il sogno di sedere ai comandi di un aereo Swiss

Niccolò Frigerio, 30 anni, di Tremona (Mendrisio) è, al momento, l'unico ticinese presente nella classe di candidati pilota di linea che abbiamo seguito in una delle sue giornate tipo. Dopo la formazione in elettronica all' Arti e Mestieri di Trevano e il Bachelor d'ingegneria in telecomunicazioni all’Università professionale di Friborgo, per 8 anni ha lavorato, oltre Gottardo, per Swisscom e RUAG Aviation. 

Lì, tra i velivoli in revisione, ha “respirato” a pieni polmoni aria di turboprop e di jet, riscoprendo quella passione per tutto ciò che vola che aveva coltivato sin da piccolo e che, le circostanze della vita, avevano spinto un po' da parte. «Ho avuto modo di conoscere piloti e macchine, mi è tornato il pallino – attacca – Purtroppo le scuole di formazione di piloti sono costose. Non volevo indebitarmi troppo e così ho deciso d'impiegare buona parte dei risparmi di 8 anni di lavoro per finanziarmi la scuola, evitando di ricorrere a prestiti vari. All'alba del trentesimo compleanno, mi sono detto: ora, o mai più! Anche perché le compagnie aeree non assumono, in generale, piloti con più di 34-35 anni se non con esperienze di volo. Inoltre erano 2 o 3 anni che mi chiedevo se ciò che stavo facendo professionalmente era il lavoro giusto per me. La soluzione di Locarno mi è subito parsa interessante. Non sono tante le scuole che offrono una formazione di pilota di linea in Svizzera. Il vantaggio di Locarno è anche quello di evitarmi costi d’affitto supplementari, avendo la possibilità di ritornare ad abitare da mia mamma».
Superato un piccolo test psicoattitudinale d'entrata (che aiuta a capire se il candidato è idoneo per una carriera “ai comandi”) Niccolò inizia dunque la sua avventura. «A settembre 2020 ho conseguito la licenza di pilota privato (PPL), iniziata un anno prima, e avviato il mio nuovo percorso formativo. Ho scelto la formazione ATPL modulare invece di quella integrata. Richiede più tempo, ma mi ha consentito, al tempo stesso, di lavorare durante la prima parte di formazione; ho sostenuto con successo 8 dei 14 esami, gli altri seguiranno nei prossimi mesi» .Prove toste, in lingua rigorosamente inglese (la lingua dell'aviazione), superate in un percorso “sans fautes”.

L'esperienza in Sudafrica, per conoscere nuovi ambienti e procedure

Il prossimo passo sarà un soggiorno di due mesi all’estero, probabilmente in Sud Africa, ad accumulare ore di volo su vari tipi di velivoli. Grazie a un contatto dell'Aero Locarno sul posto, organizzare voli, transizioni sulle macchine e alloggio sarà più facile. A condizione che il Covid non ci metta lo zampino scombussolando i piani. Una volta completata la preziosa fase di training lontano da casa (utile per imparare a volare in ambienti nuovi, con procedure diverse dalle nostre) Niccolò potrà far rientro in Ticino e affrontare, così, l'ultimo scalino della sua formazione con il volo strumentale, aerei bimotore e sul simulatore Boeing 737, a Mendrisio.

Completati gli studi, inizierà la ricerca di un impiego

Conseguita la licenza di pilota di linea, si apriranno per lui le porte della nuova carriera professionale. «Dovrò scrivere e bussare alle porte delle varie compagnie aeree per chiedere di essere assunto come pilota di linea o di aerei business jet (mercato, quest'ultimo, in forte espansione proprio a causa della pandemia, ndr.). Se arriverà la chiamata, sarà poi il momento del type rating, ovvero un’abilitazione supplementare per la tipologia di aerei impiegati. Il mio sogno è quello di poter, un giorno, sedere ai comandi di un velivolo della nostra compagnia di bandiera. O, se possibile, di essere operativo partendo dalla Svizzera. Ho comunque pronto un piano B. Se le cose non dovessero andare come previsto, se la crisi dell'aviazione dovesse protrarsi nel tempo o se non dovessi farcela per altre ragioni a impugnare la cloche di un Boeing o un side-stick di un Airbus, potrei tornare a svolgere il mio lavoro d'ingegnere» – conclude Niccolò, fiducioso di questo investimento sul suo futuro.

La capacità di problem solving, dote essenziale per un buon pilota, dopotutto fa parte del suo DNA.

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