Grigioni

Il Gran Consiglio sta con la Calanca: ‘Subito le gallerie’

Problema frane, dal parlamento adesione unanime all’incarico Spagnolatti affinché la strada cantonale sia messa in sicurezza definitiva e in tempi rapidi

(Archivio Ti-Press)
14 febbraio 2024
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Basta frane! La Calanca merita un intervento immediato del Cantone per la messa in sicurezza rapida e definitiva della strada cantonale nel tratto tra il ponte ad arco sulla Calancasca e la galleria artificiale Segheria di Buseno. Lo ha stabilito oggi pomeriggio il Gran Consiglio grigionese votando all’unanimità – dopo un breve ma intenso dibattito – la proposta della deputata e vicesindaca di Buseno, Rosanna Spagnolatti, sottoscritta da altri 62 colleghi, affinché il Consiglio di Stato “incarichi l’Ufficio tecnico cantonale d’intraprendere la progettazione e la realizzazione delle necessarie gallerie artificiali, in particolare laddove le altre misure di protezione del campo stradale si sono rivelate inadeguate e insufficienti”. Dal canto suo il governo, la cui proposta in prima votazione ha raccolto solo 6 voti contro 93 e un astenuto, aveva suggerito un approccio maggiormente ponderato: ossia “esaminare, sulla base delle evidenze scaturite dall'analisi del rischio dettagliata, ulteriori misure tecniche di messa in sicurezza (gallerie, gallerie artificiali, valli di protezione, reti contro la caduta di massi ecc.), per quanto riguarda la loro fattibilità tecnica e l'efficacia dei costi, nonché pianificare e attuare in via prioritaria l'esecuzione di tali misure”.

‘Paura e rischio spopolamento’

In apertura di dibattito la stessa Spagnolatti (Centro) ha evidenziato che dopo la frana del dicembre 2022 «oggi siamo ancora in attesa di ulteriori analisi, quando ormai da anni è invece palese l’entità del problema. Le reti posate finora si sono rivelate inadeguate e per giustificare i costi il governo addirittura li monetizza in vite umane, senza però tener conto del maggiore afflusso di turisti e del bus scolastico. A ogni modo non c’è più tempo. Lo dimostra la chiusura preventiva per pioggia operata lo scorso weekend con un preavviso di sole 8 ore. C’è da chiedersi cosa accadrà in futuro ai lavoratori, scolari e ditte che quotidianamente passano di lì. Inaccettabile. La gente ha paura e si rischia lo spopolamento». Ha rincarato la dose il sindaco di Grono Samuele Censi (Plr): “Dalla frana di fine 2022 sono trascorsi 14 mesi e siamo ancora ai piedi della scala. Cos’ha fatto l'Ufficio tecnico cantonale? Ha misurato, analizzato e infine posato tronchi per bloccare il materiale. Ora però bisogna agire con interventi efficaci e duraturi. Strade sicure e accessibili figurano come priorità nelle linee programmatiche del governo e questo deve valere anche per la Val Calanca, regione periferica dove c’è molta preoccupazione, rabbia e delusione, anche nel mondo economico locale. Il governo agisca dunque con lungimiranza e tempestivamente per risolvere definitivamente l’annoso problema».

‘Basta con l'omeopatia’

Eleonora Righetti (Centro) ha parlato di «genitori che hanno paura a mandare i bambini a scuola. Inaccettabile anche la chiusura preventiva, che alimenta insicurezza e apprensione: se in caso di maltempo il rischio è alto, non si aspetta l’ultimo momento con un preavviso di sole 8 ore. Bisogna poter organizzare i servizi per tempo, perché il problema investe l’intera comunità. D’altronde la natura sta dando segnali evidenti che dobbiamo cogliere urgentemente». Una mano è arrivata anche da Poschiavo: la deputata Gabriela Menghini-Inauen (Udc) ha ribadito che «sicurezza e accessibilità dell’intero territorio cantonale devono essere garantite e avere priorità assoluta. Il CdS d’altronde riconosce l'esistenza del problema e l’urgenza di dover intervenire, preferendo tuttavia approfondire. Ma non bisogna più temporeggiare». Conciso Mario Cortesi (Udc di Coira): «Il fulcro dell’incarico Spagnolatti è eliminare urgentemente rischi a tutti ovvi, lo dimostra ancora la chiusura dello scorso weekend». Idem Bruno Loi (Plr di Avers): «La popolazione da anni chiede misure urgenti, purtroppo sempre rinviate. Nella Valle di Avers viviamo un problema identico. Le procedure non dovrebbero durare anni. Ci sono servizi cantonali incapaci di accelerare i lavori necessari per le valli. Si migliori dunque l’approccio dell'Ufficio tecnico cantonale». Pragmatico Pietro Della Cà (Udc di Brusio): «Andando avanti di questo passo, la popolazione si spazientisce. Basta con soluzioni omeopatiche! Non è più il momento di perdersi in analisi del rischio così dettagliate, quando si conosce già la realtà dei fatti. Se consapevole, il CdS trasformi le parole in azioni». «La politica deve prendere decisioni, i tecnici devono realizzarle», ha insistito Manuel Atanes (Ps di Roveredo).

Prime opere questa primavera

Vano il tentativo della consigliera di Stato Carmelia Maissen: «Tutti concordiamo sul fatto che la mobilità è un elemento base per l’economia e il tempo libero nell'intero canton Grigioni. La strada della Calanca mostra un deficit di sicurezza in più tratti, su cui stiamo lavorando. Dose omeopatica? Negli ultimi vent’anni abbiamo investito 25 milioni. Il problema ora è che il cambiamento climatico comporta maggiori effetti e come cantone di montagna lo percepiamo chiaramente. Quindi, gallerie subito? La loro realizzazione in realtà richiederebbe anni in una situazione di rischio per gli operai che vi lavorerebbero. Ci vogliono dunque altri tipi di misure in grado di mettere in sicurezza in tempi brevi i tratti critici. Questa primavera, quindi subito, si procederà anzitutto con la pulizia dei massi instabili. Che vanno però prima individuati e ben definiti con misurazioni e analisi del rischio. Quanto al problema della chiusura preventiva della strada in caso di pioggia, il 23 febbraio i settori tecnici del Cantone incontreranno le autorità locali e i granconsiglieri moesani. Si parlerà anche della comunicazione».

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