Bellinzonese

Arnaboldi e Gaggini progetteranno il nuovo ospedale

Bellinzona: l’Eoc ha scelto all’unanimità ‘Il profumo dei tigli’ per il suo impatto minimo sull’ambiente e per la forte sostenibilità economica e sociale

23 febbraio 2024
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Profumerà di tiglio il nuovo ospedale regionale di Bellinzona che dovrebbe sorgere alla Saleggina fra una decina d’anni (prima tappa) con al suo interno anche l’ospedale pediatrico cantonale e l’Istituto oncologico della Svizzera italiana (Iosi). Il tutto con un investimento al momento calcolato – ma la cifra potrebbe cambiare a dipendenza dell’evoluzione – di 380 milioni di franchi. Il Consiglio di amministrazione dell’Ente ospedaliero cantonale, presieduto da Paolo Sanvido e diretto da Glauco Martinetti, ha approvato oggi all’unanimità la scelta della giuria e designato il vincitore del concorso di progettazione. Ad aggiudicarsi la gara è il progetto intitolato ‘Il profumo dei tigli’ presentato dal consorzio guidato da Michele Arnaboldi Architetti Sagl di Minusio e da Gaggini Studio d’architettura di Lugano. La tabella di marcia procede come da programma: a un anno dalla pubblicazione del bando e dopo una prima selezione (agosto 2023) dei 29 progetti presentati, il 31 gennaio la giuria presieduta dal vicepresidente dell’Eoc, Andrea Bersani, ha indicato all’unanimità un vincitore. La scelta è stata infine accolta dal Cda dell'ente.

Destinato a diventare ‘ospedale di riferimento’ dell'ente

A caratterizzare il progetto vincente – sottolinea l'Eoc in un comunicato – è l’idea di un ospedale “certamente orientato al benessere dei pazienti e dei collaboratori, ma che sappia anche inserirsi nel territorio con un impatto minimo sull’ambiente e con una forte sostenibilità economica e sociale”. D’altronde il bando di progettazione, pubblicato anno fa, era stato chiaro nell’indicare che si mira a un ‘green hospital’ allacciato al teleriscaldamento, dotato di una marcata impronta ambientale, quanto a costruzione, e paesaggistica con tanto di parco che favorisca il recupero e la riabilitazione dei pazienti. L’ubicazione della struttura ai margini del parco del Piano di Magadino, viene sottolineato oggi, “diventa per i progettisti l’occasione per creare un’architettura che si compone di un paesaggio verde, di parchi sovrapposti con cortili verdi e camere singole che si affacciano sulle fronde degli alberi”. Non da ultimo, si specifica che nel tessuto urbano della città il parco con l’ospedale “diventa luogo accessibile a tutti gli abitanti, luogo di scambio di cultura attraverso le attività che un ospedale può offrire”. Al termine della prima tappa la struttura conterrà 240 letti per pazienti stazionari (come oggi al San Giovanni), 100 ambulatoriali e otto sale operatorie. Cifre destinate a diventare rispettivamente 480, 150 e 20 nella fase di sviluppo della tappa 2 con orizzonte 2046 quando – in base al bando di progettazione – dovrebbero aggiungersi anche Cardiocentro e Neurocentro e il sito della Saleggina “trasformarsi nell’ospedale di riferimento dell’Eoc”.

Il 4 marzo la presentazione

Restando a oggi, i vertici dell’Ente e i componenti della giuria esprimono “piena soddisfazione” e si dicono concordi nel riconoscere “l’alta qualità di tutti i progetti esaminati – ben 29 – e in particolare degli otto che hanno superato la prima selezione”. Tutti i progetti che hanno partecipato al concorso saranno esposti al pubblico da lunedì 4 marzo a venerdì 15 marzo al Mercato coperto di Giubiasco dove il 4 marzo alle 18 l’elaborato vincente verrà presentato dai progettisti al pubblico presente. Seguirà un rinfresco offerto ai partecipanti.

Pianificazione forse cantonale e ricorsi non esclusi

Per quanto riguarda l’iter dei lavori, il programma prevede ora la pianificazione del comparto – divenuto di proprietà cantonale nel 2022 con la cessione per 16 milioni accordata da ArmaSuisse che occupa ancora lo stand di tiro da trasferire al Ceneri – con l’adempimento degli obblighi autorizzativi previsti dalla legge. A questo riguardo le autorità cittadine e cantonali stanno valutando cosa sia più opportuno fare tra una variante di Piano regolatore di competenza comunale e l’istituzione di un Piano di utilizzazione cantonale (sembra essere questa la via preferita). Non è escluso che la procedura possa incappare in alcune reticenze, in particolare di coloro che ritengono preferibile realizzare l’ospedale nel nuovo Quartiere Officine evitando l’edificazione di appartamenti e negozi di competenza Ffs e lasciando così ancora per lungo tempo verde il comparto della Saleggina. Si tratta, ricordiamo, dei ricorrenti che a metà mese hanno impugnato davanti al Tribunale amministrativo cantonale (Tram) la variante di Piano regolatore per il Quartiere Officine votata lo scorso aprile dal Consiglio comunale.

Perché il Quartiere Officine non sarebbe adatto

La domanda dunque s’impone: sarebbe fattibile realizzare il nuovo ospedale a ridosso della stazione ferroviaria? Nessuno nell’Eoc vuole esprimersi in merito. Ma alcuni elementi in passato sono già emersi: anzitutto i nosocomi di ultima generazione necessitano di un’elevata modularità grazie a padiglioni alti al massimo cinque piani (per modificare con più facilità i contenuti, aggiungerne di nuovi, ristrutturare, modernizzare, ecc.); modularità che il comparto della Saleggina è in grado di garantire per la sua vastità e conformazione mettendo a disposizione dell’ospedale 135’558 metri quadrati, di cui 106’607 edificabili; a differenza del Quartiere Officine che nei suoi 100mila metri quadrati, di cui la metà destinati a contenuti tecnologici e formativi, un ospedale dovrebbe giocoforza svilupparsi in altezza (soluzione ingestibile a lungo andare, come sta dimostrando il Civico di Lugano, e quindi da evitare). Inoltre il nuovo ospedale regionale genererà quotidianamente alcune migliaia di movimenti veicolari, difficilmente digeribili dal Quartiere Officine collocato nel cuore della città. Idem per i sorvoli di emergenza operati dalla Rega, che rischierebbero di togliere il sonno alla parte residenziale centrale della capitale.

Quest’anno ricapitalizzazione e per il San Giovanni un gruppo misto

Infine, per quanto riguarda l’ammontare dell'investimento, sarà il progetto definitivo a indicare se i 380 milioni messi in conto dall’Eoc saranno confermati o meno. Musica del futuro. Per cominciare, quest’anno l’ente chiederà al Gran Consiglio una ricapitalizzazione di 300 milioni necessaria anche per la Saleggina, ma soprattutto agli investimenti già operati o in corso nelle strutture ospedaliere di Mendrisio, Locarno e Lugano. Ultima nota, il futuro dell'attuale ospedale San Giovanni: per definirlo è stato istituito un gruppo di lavoro misto formato da Eoc, Città e Cantone.

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