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Già diverse richieste per Casa Marta a Bellinzona

Inaugurazione sabato 11 novembre con momenti ufficiali e porte aperte nel pomeriggio per visitare la struttura di prima accoglienza per senzatetto

In sintesi:
  • La fondazione è impegnata nella ricerca di ulteriori finanziamenti per ridurre il debito ipotecario con la banca (quasi due milioni di franchi)
  • I primi ospiti verranno accolti fra circa una settimana, domande anche dalla Svizzera francese
Casa Marta nelle ultime fasi del cantiere
(Ti-press)
8 novembre 2023
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È la solidarietà a far avanzare il mondo, non la competizione. Questa tesi del filosofo anarchico russo Pëtr Kropotkin, che pone l’accento sull’importanza della cooperazione nella società umana, ha profondamente ispirato Renato Minoli, presidente della fondazione Casa Marta di Bellinzona. E sono stati proprio i gesti di generosità ad aver favorito la concretizzazione di una struttura per senzatetto a Bellinzona, come ad esempio l’arredo regalato o ceduto a prezzo simbolico da alberghi, ospedali e aziende attive sul territorio. Ma anche il sostegno di privati non è mancato, in primis quello del compianto Luca Buzzi: fautore dell’iniziativa, è scomparso due anni fa dopo aver elargito un contributo iniziale di 800mila franchi.

«La generosità verso Casa Marta è commovente», sottolinea Minoli dicendosi grato di piccoli e grandi gesti che attestano la forte vicinanza della popolazione all’iniziativa: «Penso al poliziotto che per diverso tempo ci ha sostenuto con 50 franchi ogni mese perché vedeva in prima persona il bisogno reale di una struttura come la nostra, credendoci davvero. Ci fanno sicuramente molto piacere anche i 18 franchi e 25 centesimi giunti negli scorsi giorni. La donazione in realtà era di venti franchi, ma sono state dedotte le spese postali allo sportello». Realizzare Casa Marta ristrutturando il vecchio edificio di proprietà comunale è costato, ricordiamo, 5 milioni. Il sostegno assicurato dalla Città di Bellinzona ammonta a 650mila franchi, quello del Cantone a 400mila, cui si aggiungono donazioni per 1,5 milioni. Tuttavia la fondazione è sempre impegnata nella ricerca di ulteriori finanziamenti per ridurre il debito ipotecario con la banca (quasi due milioni di franchi) e non gravare in futuro sulla gestione del centro.

Non ancora aperta, annunciati una decina di possibili utenti

I primi ospiti verranno accolti fra circa una settimana e attualmente le richieste giunte sono già una decina. Una addirittura dalla Svizzera francese, in questo caso non per mancanza di strutture oltre Gottardo ma per offrire una sistemazione abitativa temporanea a un giovane che si trova lontano da casa. Al momento mancano solo alcuni dettagli per poter ottenere l’abitabilità, che dovrebbe giungere a breve. «Casa Marta non sarà un posteggio, ma un passaggio provvisorio in grado di aiutare le persone a rimettersi in carreggiata e a rientrare nella società», sottolinea Minoli. Qui potranno trovare alloggio coloro che per vari motivi sono rimasti senza una sistemazione abitativa dignitosa e al cui bisogno le altre forme di accoglienza non hanno potuto rispondere. Sono molte le tipologie: dal marito allontanato da casa, alla donna maltrattata fra le mura domestiche; lavoratori precari; giovani in rotta con la famiglia; inquilini sfrattati; pazienti dimessi da strutture psichiatriche. In questi spazi non troveranno solo un tetto, ma pure ascolto e opportunità di integrazione.

Una trentina di posti letto

Casa Marta offrirà 32 posti letto distribuiti in 15 camere e due piccoli appartamenti, posti che in Ticino vanno ad aggiungersi a quelli già presenti negli altri centri specifici orientati alla prima accoglienza: come casa Astra a Mendrisio, dotata di 23 posti letto, e Casa Martini a Locarno con 16 posti. «La necessità di questo tipo di assistenza d’urgenza è destinata ad aumentare». Perciò uno degli obiettivi della fondazione, insieme alle altre strutture d’accoglienza d’urgenza presenti in Ticino, è riuscire a far capire alle autorità cantonali la necessità di riconoscerle a tutti gli effetti come un servizio sociale che può beneficiare di aiuti pubblici per le spese di gestione. Sul fronte dei ricavi Casa Marta potrà contare sulla retta di 67 franchi per ospite al giorno, ma per tutti gli altri costi la fondazione deve autofinanziarsi. I centri di prima accoglienza non beneficiano infatti di sussidi (Cantone e Comune) per la gestione ordinaria.

Collaborazione fra strutture

Casa Marta lavorerà in rete con le due altre strutture analoghe e a tal proposito vi è già stato un incontro tra i responsabili in modo da definire alcuni aspetti relativi alla collaborazione. In questo ambito vi sono poi altri servizi come la Masseria della solidarietà di Cornaredo, una mensa sociale che però non offre alloggio per la notte e con la quale Casa Marta potrebbe instaurare una collaborazione. «È importante riuscire a lavorare insieme per riuscire a offrire un tetto alle persone che ne hanno bisogno», ribadisce Minoli.

SABATO

L’impegno di Luca Buzzi nelle parole del figlio

Il centro di prima accoglienza verrà inaugurato sabato 11 novembre. Al fianco di Renato Minoli vi saranno il sindaco Mario Branda, il presidente del governo cantonale e direttore del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa e l’architetto Lorenzo Denti che ha curato la progettazione. Alle 10.30 ci sarà la benedizione da parte di don Rolando Leo, membro di comitato della fondazione, dopodiché verrà data la parola alle autorità. Matteo Buzzi ricorderà le battaglie durate diversi anni di suo padre Luca per la realizzazione della casa, nella quale verrà posata una targa commemorativa in suo onore. Seguirà un aperitivo offerto, mentre nel pomeriggio, dalle 13 alle 17, verranno aperte le porte alla popolazione che potrà visitare gli spazi.

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