Bellinzonese

‘Uniti per risolvere i problemi dall’Alta Valle’

Durante la seconda serata dedicata all'aggregazione tra Quinto e Prato Leventina non sono emerse critiche. Ma preoccupa la situazione socio-economica

Ottimizzare servizi e risorse, rendendo la regione più attrattiva
(Archivio Ti-Press)
6 ottobre 2023
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Unirsi per cercare di risolvere i problemi dell’Alta Valle, quali il calo demografico e la mancanza di posti di lavoro. Come? Ottimizzando servizi e risorse, rendendo la regione più attrattiva, in particolare per le famiglie. È questo in estrema sintesi quanto è emerso dalla seconda serata pubblica dedicata all’aggregazione tra Quinto e Prato Leventina, tenutasi giovedì 5 ottobre al Salone Tremorgio a Rodi-Fiesso. Una serata – dopo quella di Ambrì del 28 settembre, durante la quale è stato presentato nei dettagli il progetto aggregativo – dedicata «alle domande di chiarimento e alla discussione», ha premesso in apertura il sindaco di Prato Davide Gendotti. E in effetti dalla sala, nella quale erano presenti oltre una cinquantina di persone, sono emersi diversi temi di discussione, ma nessun contrario si è palesato.

Scuole fondamentali per attirare le famiglie

Discussione che per lunghi tratti si è incentrata su un tema che non ha a che fare direttamente con la fusione, ovvero le scuole. Da un lato ci si chiedeva se non valesse la pena unire anche le Elementari – una possibilità al momento non considerata dal progetto aggregativo, nel quale si sottolinea in ogni caso che la direzione scolastica di scuole elementari e dell’infanzia dell’Alta Leventina è condivisa –, visto che gli istituti di Prato Leventina e Quinto sono frequentati da pochi allievi. «È importante che i bambini possano confrontarsi tra di loro in gruppi più numerosi», ha affermato una cittadina. Dall’altro preoccupa la nuova legge cantonale delle scuole dell’obbligo attualmente in consultazione: come già indicato durante la prima serata pubblica dalla granconsigliera leventinese Diana Tenconi, la proposta di legge prevede di avere sedi di Scuola Media con almeno 200 allievi. Numeri che nella sede di Ambrì non ci sono. «Se la scuola dovesse chiudere, le famiglie non arriveranno e dal Piottino in su diventerà una valle di pensionati», ha fatto notare uno dei presenti. Da parte sua Gendotti ha assicurato che «il tema delle scuole sarà uno dei primi sul tavolo dell’eventuale nuovo Municipio», aggiungendo che «una sede di Scuola Media in Alta Leventina dovrà continuare a esserci». Dalla commissione di studio per l’aggregazione è poi stato sottolineato che di questa tematica si potrà iniziare a discutere subito dopo la votazione consultiva in programma il 26 novembre, quindi prima dell’eventuale fusione formale dei due Comuni.

Con un no il 26 novembre ‘si andrebbe verso il declino’

In ogni caso, anche per quanto riguarda le scuole, è emersa la volontà (o la necessità) di unire le forze: lo statu quo «non permetterà di risolvere i problemi», ha detto qualcuno dalla sala. Anche l’ex sindaca di Prato Leventina Adriana Albertella – che nel 2008 non si era più ricandidata proprio a seguito del tentativo fallito di aggregare l’Alta Valle (solo Quinto e Airolo avevano detto di sì) – è convinta che una comunità più grande possa portare benefici: con un no il prossimo 28 novembre «si andrebbe verso il declino», ha affermato un po' preoccupata. Preoccupazione, più che altro per la situazione socio-economica della regione, emersa anche da interventi di altri cittadini presenti alla serata: «Non credo che la fusione risolverà tutti i problemi, ma è il momento di andare avanti»; «siamo arrivati a un punto dove è necessario rimescolare le carte». Un’altra persona presente, premettendo di essere favorevole all’aggregazione, si è poi chiesta se le famiglie e i posti di lavoro arriveranno veramente con questo passo: «Non sono arrivati fino adesso, perché dovrebbero arrivare in futuro?». Da parte sua l’attuale sindaco Gendotti ha ribadito che «le famiglie arriveranno se ci sono anche i servizi a loro dedicati». E uno degli obiettivi dello studio aggregativo è proprio quello di ottimizzare le risorse – anche con un’amministrazione meglio strutturata – e quindi pure i servizi, così da rendere il territorio più attrattivo. Insomma, «è un momento che bisogna cogliere», ha sottolineato Gendotti. Un momento che potrebbe fungere anche da segnale per un futuro Comune che comprenda tutta l’Alta Leventina.

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