Bellinzonese

Bellinzona, no a un Quartiere Officine ‘senz’anima’

Tuto Rossi chiede alle autorità di ‘lanciare un concorso internazionale su chiamata fra i migliori studi d’architettura e di urbanistica del mondo’

L’avvocato ed esponente del gruppo Lega/Udc
28 gennaio 2022
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La ricostruzione del futuro Quartiere Officine di Bellinzona deve essere «un’operazione identitaria e non un’operazione immobiliare». Non piace a Tuto Rossi, avvocato ed esponente del gruppo Lega/Udc in Consiglio comunale, il progetto ‘Porta del Ticino - Urban Living Lab’ di un gruppo interdisciplinare e internazionale di professionisti che nell’autunno 2020 è stato valutato dalla commissione di esperti su mandato della Città come il migliore. Non piace perché, stando a Tuto Rossi, si tratta di un progetto «mediocre, fatto in fretta e male». Durante una conferenza stampa odierna l’avvocato ha quindi presentato un documento nel quale chiede alle autorità politiche di «lanciare un concorso internazionale su chiamata fra i migliori studi d’architettura e di urbanistica del mondo», coinvolgendo l’architetto Mario Botta che «dispone delle necessarie relazioni internazionali per guidare o supervisionare la promulgazione» di questo concorso. Tuto Rossi è infatti preoccupato che questo nuovo quartiere sorga «senz’anima» e che non rispecchi l’identità di Bellinzona.

Ancora nessun progetto definitivo

In realtà il progetto che è stato esposto in Piazza del Sole a fine 2020 non mostra quello che sarà realizzato esattamente a partire dal 2026 in questo nuovo quartiere, il cui completamento impiegherà almeno 30-50 anni. Gli edifici che si vedono nelle immagini diffuse al pubblico “sono piuttosto da intendersi come segnaposto”, ci aveva spiegato nel novembre del 2020 Sabrina Contratto, presidente della commissione d’esperti che aveva scelto il progetto. Progetto, aggiungeva, che “permette un numero sorprendente di variazioni” e che sarà realizzato a tappe sul lungo termine tramite concorsi d’architettura per la costruzione dei diversi edifici. Quello che sembra essere certo è che nel nuovo quartiere vi sarà un parco, così come il Parco dell’innovazione Ticino che dovrebbe generare diverse centinaia di posti di lavoro. Sui 120mila metri quadrati sono inoltre previsti edifici residenziali e amministrativi, così come aree commerciali. Quale simbolo della memoria storica sarà inoltre mantenuta la cosiddetta Cattedrale, edificio delle officine Ffs che dovrebbe assumere la funzione di cuore pulsante aggregativo sul piano sociale e culturale.

Un’opera che funga anche da attrattore turistico

Secondo Tuto Rossi, tuttavia, non basta mantenere questo edificio storico per valorizzare al meglio il futuro quartiere. Ai media ha così presentato diversi progetti realizzati in altre città europee che oggi fungono anche da attrattori turistici. Ha ad esempio citato il Museo Guggenheim di Bilbao, il campus di Vitra a Basilea, il Forum universitario di Zurigo o la Città delle arti e delle scienze di Valencia. Tutte opere realizzate da architetti prestigiosi che caratterizzano queste città e che attirano ogni anno anche molti visitatori. Non si tratta insomma di «cubi anonimi, senza nessuna originalità» come quelli che secondo l’avvocato sono previsti nel nuovo Quartiere Officine di Bellinzona.

Verso una mozione, meglio se condivisa da più partiti

Ora Tuto Rossi prevede di presentare le sue idee al Municipio di Bellinzona e di formulare un mozione, sperando sull’appoggio di consiglieri comunali di diversi orientamenti politici che condividono le sue preoccupazioni. E questo perché «un progetto del genere non può essere lasciato in mano a burocrati e autoproclamati esperti, ma deve coinvolgere tutta la popolazione». Ricordiamo tuttavia che la popolazione ha già potuto dire la sua grazie a un sondaggio pubblico dal quale è emerso che il 65% degli interpellati condivide il progetto. La parte più scettica ha da parte sua espresso l’auspicio di uno sviluppo armonioso del nuovo quartiere, il quale dovrebbe rappresentare una continuazione del centro cittadino. Una preoccupazione condivisa anche da Tuto Rossi. Le risposte al sondaggio sono poi state valutate nell’ambito dei lavori di allestimento della variante di Piano regolatore che attualmente si trova sul tavolo del Dipartimento del territorio per l’esame preliminare. Dopo un’ulteriore informazione pubblica, il Municipio dovrebbe redarre un messaggio da sottoporre al Consiglio comunale. E ciò dovrebbe avvenire verosimilmente ancora quest’anno.

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