Bellinzonese

Pace tra macchine e natura, il murale di Nevercrew è da record

‘Shifting machine’, realizzato dall'eccellenza ticinese nel campo della street art mondiale, campeggia sul futuro Centro pacchi regionale della Posta a Cadenazzo

(Ti-Press)
8 ottobre 2019
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Centosessantotto metri di lunghezza, sei di altezza. Prima che Nevercrew (Pablo Togni e Christian Rebecchi) mettesse mano al futuro Centro pacchi regionale (Cpr) della Posta, la Svizzera non aveva mai visto una pittura murale così grande. Spiegata in parole povere, poverissime, tre macchine del cambiamento; spiegata da Rudy Chiappini sul primo catalogo dei due artisti ticinesi, stampato da Salvioni arti grafiche, “una nuova e immaginaria catena di montaggio che genera e trasforma la materia”, ovvero “l’artificiale creato dall’uomo chiamato a relazionarsi con il mondo naturale”. Detto in prima persona alla ‘Regione’, «spesso l’arte di strada è stata arte di protesta – spiega il curatore del volume – ma i tempi sono cambiati. Ora è anche un modo per comunicare messaggi, in questo caso quello relativo ai cambiamenti climatici. I macchinari, l’uomo, le catene di montaggio, che aspirano o emettono elementi naturali», in quella che «non è un’opera privata, ma pubblica, il cui scopo è anche far riflettere».

Da Nuova Delhi a Phoenix

Dalla prima pittura murale realizzata a Bellinzona nel lontano 1996 al riassunto di un 2019 che li ha visti dividersi tra Cadenazzo, Torino, Giessen (Germania) e la pittura termocromica di Lugano (quella che reagisce ai cambiamenti di temperatura), riassunti nel catalogo di ‘Shifting machine’ stanno tutti gli interventi urbani realizzati dal bellinzonese Togni e dal luganese Rebecchi, che di Nevercrew hanno fatto un’eccellenza svizzera.

Segni distintivi sono a Lugano (‘Magenta’, alle scuole Bozzoreda e ‘Octopus’, allo Skatepark), alla stazione di Zurigo (nella performance live ‘The inkmaster’), alla Stroke Urban Art Fair di Monaco di Baviera (invitati alla selezione internazionale), al Locarno Festival, con una serie limitata di stampe; artisti dell’anno 2012, come da premio della Fondazione Bally per la Cultura, nel 2015 il Graffiti Art Magazine li ha inseriti tra i cento artisti più influenti dell’anno. Altri interventi murali si trovano a Nuova Delhi, in tutta Europa, in Russia, Ucraina, Canada e negli Stati Uniti a Phoenix, sede dello storico Heard Building; non di meno a ‘Le Mur’ di Parigi, dove lo scorso anno andò in scena un’opera temporanea.


Pablo Togni (sx) e Christian Rebecchi, Nevercrew (Ti-Press)

«Realizzare qualcosa di così lungo è stato per noi una novità» ci spiega Christian Rebecchi. «Siamo abituati a lavorare su pareti grandi, ma questa è almeno quattro volte la più estesa che abbiamo realizzato fino ad oggi». Rispetto al passato, ulteriori differenze stanno nella «maggiore pianificazione», nella «progettualità legata a tempi definiti» – visto il doversi relazionare a un cantiere – e nella necessità di realizzare un’opera «che avesse una lettura malgrado la lunghezza e la linearità».

Il tutto è stato possibile anche grazie a un bonus iniziale non indifferente, ovvero l’avere avuto carta bianca dai committenti: «Questo ci ha permesso di combinare i nostri soggetti tradizionali, quelli del rapporto tra uomo e ambiente, con il tipo di attività che si svolge all’interno di questo stabile, combinando il concetto di comunicazione, trasformazione e spostamento in relazione al rapporto tra sistema e natura».


A lavoro ultimato (© Dino Martignoni)

Arte urbana e freestyle

«Avevo già lavorato con loro cinque anni fa per un’opera nel parco acquatico di Rivera» spiega Rocco Cattaneo, amministratore delegato della Stisa Sa che ha edificato lo stabile. «Ho pensato a loro per questa parete che altrimenti sarebbe rimasta grigia e triste». Alla domanda degli artisti “cosa ti immagini?”, è giunta in risposta una delle migliori risposte che si possano avere quando si uniscono creatività e committenza: «Siete voi gli artisti, fate quel che volete».

Orgoglioso dell’impatto visivo e di un’opera «a disposizione di tutti», Cattaneo sposta per un attimo l’attenzione su quella che è una seconda unicità del luogo: giusto di fronte all’edificio è sorta la pista che dal 10 al 13 ottobre prossimi ospiterà i primi Europei di Bmx freestyle. «C’era lo spazio ideale per unire l’arte urbana a una disciplina tipicamente urbana», commenta Cattaneo. Quello di Cadenazzo è il primo parco europeo con standard olimpici dedicato a uno sport divenuto nel tempo sempre meno ‘estremo’ e che, olimpico, lo diverrà nel luglio del 2020 a Tokyo, sede dei Giochi della XXXII Olimpiade dell’era moderna.


Da sinistra, Rocco Cattaneo, Pablo Togni, Christian Rebecchi e Rudy Chiappini (Ti-Press)

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