Bellinzonese

'C'è poco da festeggiare' i 10 anni dell'inceneritore

Okkio all'attacco: se è vero che le concentrazioni sono rispettate, preoccupa invece l'associazione quanto è finito complessivamente nell'ambiente

28 agosto 2019
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Il termovalorizzatore di Giubiasco soffia quest'anno sulle 10 candeline. Secondo l'Azienda cantonale dei rifiuti è tutt'oggi uno degli impianti più performanti attivi in Svizzera. Ma Okkio – Osservatorio per una gestione ecosostenibile dei rifiuti – si... rifiuta di entrare in questa logica e in un comunicato obietta: “C'è poco da festeggiare!”. Un giubileo “che contestiamo”. In 10 anni “sono state incenerite preziose risorse producendo ceneri e polveri finite in discarica, e fumi e gas di vario tipo finiti nell’aria”. Tant'è che secondo l’Ufficio federale dell’ambiente l'attività di incenerimento rifiuti “sarebbe responsabile di circa il 10% del CO2 emesso in Svizzera”. Le varie componenti nocive emesse dai camini e misurate in continuo, “pur essendo in concentrazioni al disotto dei limiti stabiliti, sono notevoli e dovrebbero far meditare”. Dai camini sono state emesse “grandi quantità di sostanze nocive come il monossido di Carbonio (CO), gas indirettamente responsabile dell’effetto serra, e l’ossido di Azoto (NOx), gas precursore dell’Ozono estivo. Senza dimenticare poi la pericolosità delle Nanoparticelle, che mancando un limite di legge non sono nemmeno monitorate!”.

Dal canto loro Acr e Dipartimento del Territorio sottolineano la bontà del termovalorizzatore che tramite il teleriscaldamento consente di evitare l'uso di milioni di litri di nafta da riscaldamento. “Ma – annota Okkio – è un cane che si morde la coda! L’Inceneritore crea una pericolosa dipendenza dalla produzione dei rifiuti: se per produrre calore ci si lega alla combustione dei rifiuti, non ci potrà mai essere una vera volontà politica di ridurli e promuovere delle serie politiche che vanno verso una società a rifiuti zero”. 

Il bilancio energetico dell’inceneritore di Giubiasco, comprensivo anche dell'energia grigia investita per la sua costruzione, “è in ogni caso negativo”. Da un semplice bilancio di massa sui dati disponibili dei primi 9 anni risulta che sono  stati bruciati 1'587'686 tonnellate di rifiuti e prodotte 350'793 tonnellate di residui solidi (scorie, ceneri e fanghi idrossidi). Il resto, ovvero 1'234'967 tonnellate, “sono uscite dai camini e immessi nell’atmosfera. Sembra incredibile ma sono le  leggi della chimica: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Nel dettaglio: 7 tonnellate di polveri solide totali, 124 T di ossidi di Zolfo SO2, 1'214 T di ossidi di Azoto NO2, 27 T di componenti del cloro HCL, 10 T di ammoniaca NH3, 10 T si sostanze organiche gassose e 589 T di monossido di carbonio. Non solo: “Non sono però incluse le emissioni dell’inceneritore delle varie fasi di spegnimento ed accensione. Durante queste eventi i filtri vengono spenti e i dati non vengono considerati nel calcolo delle emissioni!”. A questo punto, allargando il discorso, “immaginatevi questi volumi di emissioni per i 30 inceneritori attivi in Svizzera, i circa 450 in Europa e i più di 1'000 nel mondo. Fino quando potremo considerare l’atmosfera la discarica dei nostri rifiuti?”.

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