Bellinzonese

Mortale di Piotta, 'ben più di una semplice distrazione'

Dodici mesi sospesi per il 58enne francese che tamponò la vettura con a bordo due israeliane, comportandone il decesso

archivio Rescue Media
4 febbraio 2019
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Dodici mesi sospesi condizionalmente per due anni. Questa la sentenza pronunciata poco fa dal giudice Mauro Ermani nei confronti del cittadino francese colpevole di omicidio colposo plurimo, per aver tamponato la vettura ferma in colonna con a bordo due israeliane, il 17 maggio 2016 sull’A2 all’altezza di Piotta. A causa del violento impatto le donne erano morte sul colpo. “Una negligenza grave, ben più di una semplice distrazione, che deve fare preoccupare”, ha detto Ermani riferendosi al fatto che l’imputato non fosse stato in grado di frenare per tempo una volta accortosi dei veicoli con le quattro frecce azionate fermi al semaforo. Una mancanza di prontezza che l’imputato, dettosi ancora affranto per quanto accaduto, ha definito un errore di valutazione, affermando  di essersi accorto troppo tardi della colonna, anche perché, secondo lui, le quattro frecce delle macchine non erano azionate.  “Mi sono reso conto molto tardi che i veicoli erano fermi: a quel punto ho avuto un paio di secondi di esitazione che si sono rivelati fatali”. 

“Le macchine erano completamente ferme, e lei non se n’è accorto - ha detto Ermani al 58enne -.  Lo erano già quando sono entrate nel suo campo visivo. Non può quindi essere stata una stima sbagliata della distanza. Non c’è una ragione che spieghi una simile disattenzione se non l’incapacità del soggetto”, ha concluso il giudice. 

Secondo la difesa, sostenuta dall’avvocato Marco Cereghetti, “l’errore di valutazione” è anche stato dovuto al deficit visivo del suo patrocinato. Cereghetti, il quale ha comunque riconosciuto la grave colpevolezza del suo assistito, ha quindi chiesto la massima riduzione possibile della pena proposta dal pp Roberto Ruggeri (24 mesi sospesi per due anni). Questo dopo avere inoltre messo in dubbio la testimonianza del camionista che precedeva la macchina (ritenuta invece veritiera dalla Corte), il quale aveva riferito che le quattro frecce di tutte le macchine incolonnate erano azionate. L’ipotetica distrazione per maneggiare l’apparecchio radio non è invece stata accertata come una causa dell’impatto, poiché, a detta dell’imputato, avvenuta a oltre un chilometro dall’incidente. “Tendendo conti dei suoi problemi alla vista - ha detto Ermani all’imputato dopo aver pronunciato la sentenza -, le sconsiglio di intraprendere un altro viaggio simile in futuro”. Il viaggio verso la Francia di oltre 1’200 chilometri era cominciato alle 11 da Venezia. 

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