Svizzera

La Posta A non sparirà. Almeno non a medio termine

Lo conferma, in un'intervista, il presidente del consiglio d'amministrazione del gigante giallo Christian Levrat

Lavori in corso
(Keystone)
15 marzo 2024
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La posta A sarà mantenuta a breve e medio termine. Lo ha assicurato in un'intervista pubblicata oggi, venerdì 15 marzo, dalle testate di Tamedia il presidente del consiglio di amministrazione del gigante giallo, Christian Levrat. Anche la frequenza dei recapiti non dovrebbe cambiare.

"Il fatto è che i volumi delle lettere sono in calo", ha detto Levrat in risposta alla domanda se la posta A sia negoziabile a lungo termine. Il trend mostra un aumento dei pacchi e una diminuzione delle lettere.

In base agli sviluppi attuali, il volume delle lettere potrebbe scendere al di sotto del miliardo tra il 2028 e il 2034, ha dichiarato il Ceo della Posta, Roberto Cirillo, in un'intervista ai quotidiani di Ch Media.

Attualmente vengono consegnate 1,65 miliardi di lettere all'anno. Un buon quarto è affrancato con la posta A, mentre più della metà è costituita da lettere B2, cioè invii di massa che vengono consegnati nel giro di cinque-sei giorni, ha detto Cirillo.

Occorre distinguere tra l'offerta commerciale della Posta e le esigenze della Confederazione, ha precisato Levrat. Le discussioni sul tipo e sulla portata del servizio universale fornito dalla Posta sono legittime. "Esse specificano ciò che la Posta deve offrire come minimo", ha detto il presidente del Cda. Ciò che la Posta offre in più rispetto al servizio di base è determinato in ultima analisi dai clienti.

Tagli occupazionali non sono in primo piano

Levrat ha risposto con cautela alle domande sull'evoluzione della rete di filiali della Posta nei prossimi dieci anni. È in corso una pianificazione per i prossimi quattro anni sulla quale non si possono ancora fornire dettagli. "A lungo termine, comunque, il piano prevede di aumentare il numero di punti di servizio", ha detto l'ex "senatore" friborghese ed ex presidente del Ps. Anche in questo caso, il fattore decisivo è la domanda.

Levrat non ha escluso la possibilità di "aggiustamenti puntuali dell'organico". Al momento non sono previsti tagli massicci di posti di lavoro. Al contrario, la Posta si deve sforzare per trovare un numero sufficiente di dipendenti. E si calcola che entro il 2030 un terzo della forza lavoro lascerà l'azienda, soprattutto in seguito ai pensionamenti.

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