Svizzera

La Nazionale di orienteering rinuncia per paura dell'orso

La squadra elvetica annulla gli allenamenti in val di Non, in Trentino, e opta per un'altra meta: ‘Dopo quella morte, non ce la sentiamo’

Meglio a Sud-ovest
(Ti-Press)
19 aprile 2023
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È una testimonianza forte quella riportata dal quotidiano ‘Il Dolomiti’. “Dopo l'attacco dell'orso non osiamo fare orienteering in Trentino”. Parole espresse dalla Nazionale svizzera, dopo la decisione di annullare gli allenamenti (e la prenotazione in albergo) in val di Non.

A rimetterci, secondo quanto riportato dalla testata, è stato in particolare l'albergatore dove la Nazionale avrebbe dovuto trascorrere la settimana di preparazione e che, diversamente, ha ricevuto una lettera dai tecnici: “La disdetta, dopo la morte di un uomo, era più che prevedibile. Capisco non vogliano correre o camminare nei boschi col rischio di imbattersi in un orso”.

Così, a pochi giorni dalla morte del giovane di Caldes, il gruppo, composto da 45 persone, ha fatto un passo indietro, “dopo lunghissime riflessioni e chiarimenti – si legge nella nota della Nazionale elvetica –. La decisione è stata incredibilmente difficile per noi, ma la situazione ci sembra davvero troppo incerta e la pressione dei genitori per annullare è aumentata in modo significativo. Proprio perché stiamo correndo nel bosco e non sappiamo come si svilupperà la caccia, abbiamo deciso a malincuore di annullare la prenotazione”.

Laconico l'albergatore: “Per fare orienteering, si sa, la gente va nel bosco. Là si corre e si cammina e ci si potrebbe anche imbattere nell'orso. Posso capire che, dopo la morte di un uomo, tecnici e genitori siano spaventati e che abbiano quindi deciso di fare dietrofront. Sebbene dispiaciuto per la disdetta (e conseguente perdita a livello economico) non posso lamentarmi, in fondo anche questo fa parte del nostro lavoro”.

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