Svizzera

La svolta verde dell’Ue? ‘Un’opportunità per il nostro Paese’

Secondo un dirigente del centro di elettronica e microtecnica di Neuchâtel, anche la Svizzera può trarre beneficio dal boom di auto elettriche

Presto sarà boom
(Keystone)
19 febbraio 2023
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Sulla scia delle ultime decisioni politiche nell’Unione europea si annuncia un boom nel settore della produzione delle batterie in Europa: saranno costruite immense fabbriche e anche la Svizzera può ampiamente partecipare a questa evoluzione. Lo sostiene Andreas Hutter, dirigente presso il Csem, il Centro svizzero di elettronica e di microtecnica di Neuchâtel.

"Siamo all’inizio di una rivoluzione nel campo delle batterie", afferma l’esperto in un’intervista al Tages-Anzeiger. "Entro il 2035 nella maggior parte dei Paesi europei non saranno più vendute automobili con motori a combustione".

Saranno quindi necessarie enormi quantità di batterie per i veicoli e per l’accumulo di energia a livello stazionario. "Oggi più del 90% delle batterie proviene da Cina, Corea del Sud e Giappone: vogliamo evitare questa dipendenza dai paesi asiatici". Questo perché la batteria rappresenta circa il 25-40% del valore aggiunto di un’auto – questa parte va persa, se non vengono costruite in proprio – e in secondo luogo perché una forte dipendenza da altre regioni del mondo "è politicamente rischiosa".

"Le prime gigafabbriche sono già in costruzione", spiega lo specialista. "Se volessimo equipaggiare tutte le auto elettriche vendute in Europa con le nostre batterie entro il 2035, dovremmo fabbricare nel continente circa il triplo delle batterie per auto che produciamo attualmente nel mondo. Ciò richiederebbe un investimento di circa 100 miliardi di franchi per la costruzione di enormi stabilimenti".

In questo ramo il Csem può fare la sua parte. "Lavoriamo al collegamento tra ricerca di base e industria", spiega l’ingegnere attivo nel centro neocastellano che può contare su finanziamenti pubblici e privati. "Presso il cosiddetto Csem Battery Innovation Hub possiamo produrre nuovi tipi di batterie, anche su scala rilevante per l’industria. Possiamo effettuare test. Inoltre, sviluppiamo l’elettronica, che dotiamo di una tecnologia di sensori innovativa. Questo ci permette di garantire un livello di sicurezza delle batterie estremamente elevato. La combinazione del potenziale di innovazione lungo l’intera catena del valore in un solo luogo è unica per la Svizzera".

Secondo Hutter è importante attivarsi nel settore. "Vi è un numero incredibile di opportunità nello sviluppo delle batterie: c’è una vera e propria atmosfera da corsa all’oro", afferma. "L’Europa sta stanziando un totale di circa 925 milioni di euro (la medesima somma in franchi) per lo sviluppo delle batterie fino al 2027. Inoltre ha previsto 6,1 miliardi di euro per lo sviluppo di gigafabbriche. Quindi i fondi per la ricerca e lo sviluppo ci sono. E c’è una domanda da parte dell’industria".

La Svizzera non è un grande produttore di batterie. "Ma occupa una posizione di primo piano come fornitore dell’industria automobilistica. Pertanto nei prossimi cinque o sei anni sia le aziende fornitrici che le start-up avranno un’opportunità unica di utilizzare le loro competenze nella produzione di batterie, anche nelle future gigafactory".

L’esperto avanza in questo senso l’esempio del gruppo Bühler di Uzwil (Sg). "Fabbrica macchine per l’industria alimentare e ha iniziato a preparare le materie prime per la produzione di batterie con impianti di miscelazione adattati. Queste materie prime vengono poi utilizzate per produrre il catodo della batteria. Ha un grande successo, Bühler beneficia di forti tassi di crescita. Le imprese che oggi producono guarnizioni per motori a combustione potrebbero applicare le loro competenze alla produzione di batterie".

Ma la Cina – ribatte l’intervistatore – ha già successo in questo campo: perché l’Europa dovrebbe fare meglio? "I cinesi hanno ancora un tasso di scarto della produzione superiore al 20%", risponde Hutter. "L’Europa, e la Svizzera in particolare, hanno un’opportunità, perché da noi la produzione è più affidabile. Sul vecchio continente la produzione di batterie dovrebbe anche essere più rispettosa dell’ambiente, ad esempio grazie all’utilizzo di energia elettrica rinnovabile e alla considerazione del successivo riciclaggio già durante la fase di produzione. Tutto questo dovrebbe rappresentare un vantaggio competitivo in futuro".

Grandi passi vengono intanto compiuti sul fronte dell’innovazione. Le batterie di nuova generazione avranno una densità energetica doppia rispetto a quelle attuali, saranno più sicure e vivranno più a lungo. "Ciò significa che, a parità di peso della batteria, un’auto elettrica che oggi percorre circa 400 chilometri avrà un’autonomia di circa 800 chilometri", conclude lo specialista.

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