Svizzera

Crypto, i servizi sapevano e il governo è 'corresponsabile'

Dure critiche della Delegazione parlamentare della gestione all'operato delle autorità nel caso dell'azienda di Zugo controllata dalla Cia e dal suo omologo tedesco

(Keystone)
10 novembre 2020
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I servizi segreti svizzeri sapevano fin dal 1993 che dietro la controversa azienda Crypto c'erano la Cia e i servizi segreti tedeschi (Bnd). Il Consiglio federale sarebbe stato all'oscuro di tutto, ma ciò non toglie che avrebbe dovuto sorvegliare meglio, e che vi sia una corresponsabilità politica delle autorità svizzere per le attività dell'impresa. Lo afferma un rapporto della Delegazione delle Commissioni della gestione (DelCg) pubblicato oggi. 

Nel documento, la delegazione parlamentare definisce inoltre verosimile il fatto che "in un periodo successivo vi sia stata una collaborazione in materia di attività informative" tra il Servizio informazioni strategico (Sis), l'organizzazione da cui è nato l'attuale il Servizio delle attività informative della Confederazione (Sic), e questi servizi esteri. Da un punto di vista giuridico, sarebbe comunque "ammissibile che il servizio informazioni svizzero e servizi esteri utilizzassero congiuntamente un'impresa con sede in Svizzera per procurarsi informazioni concernenti l'estero". Vista la grande portata politica, la Delegazione ritiene però "inopportuno" che la direzione politica della Confederazione ne sia stata informata soltanto alla fine del 2019.

Il fatto che il Consiglio federale sia rimasto all'oscuro della collaborazione così a lungo rappresenterebbe anche "una lacuna nella gestione e nella vigilanza da parte del Governo". Di conseguenza l'esecutivo è da ritenersi "corresponsabile dell'esportazione, per molti anni, di apparecchi crittografici 'deboli' da parte della Crypto", sostiene la DelCg.

 

Il Consiglio federale è ora invitato a esprimersi in merito al contenuto del rapporto della Delegazione delle Commissioni della gestione. Ha tempo per farlo entro il primo giugno 2021.

Di cosa parliamo

La Cia e i servizi segreti tedeschi (Bnd) avrebbero per decenni intercettato migliaia di documenti da più di 100 Paesi utilizzando macchine crittografiche della società Crypto. A quanto risulta diversi governi si sono affidati alla società di Zugo per criptare le loro comunicazioni, ignorando il fatto che la società era di proprietà della Cia e del Bnd e che questi ne manipolavano la tecnologia per decodificarne le informazioni.

Stando a una recente indagine giornalistica della Srf, della tedesca Zdf e del quotidiano americano Washington Post, nel 1970 la Crypto sarebbe stata acquistata da Cia e Bnd attraverso una fondazione in Liechtenstein.

In tal modo gli 007 hanno potuto avere accesso ai messaggi cifrati che, tramite gli apparecchi prodotti dall'azienda, venivano scambiati fra le autorità di vari Paesi. Si parla di centinaia di migliaia di comunicazioni fra organi governativi, ambasciate e unità militari. La collaborazione con i servizi segreti, per l'azienda leader del settore, sarebbe stata anche anteriore agli anni '70. Sempre secondo le ricerche, Bnd avrebbe lasciato l'operazione nel 1993, ma gli Stati Uniti avrebbero proseguito la loro partecipazione almeno sino al 2018.

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