Nel 2019 due terzi proveniva dall'idroelettrico. È cresciuto il ricorso al nucleare mentre diminuisce l'energia "grigia", senza certificazione.
Il 75% dell'energia elettrica consumata in Svizzera nel 2019 proveniva da fonti di energia rinnovabili, rispetto al 74% nel 2018. Lo ha comunicato oggi l'Ufficio federale dell'energia (Ufe), precisando che il 66% derivava da grandi centrali idroelettriche e l'8,4% da fotovoltaico, eolico, piccole centrali idroelettriche e biomassa. Dal nucleare proveniva invece il 19,1% e da rifiuti e fonti fossili quasi il 3%.
Per il 4,3% (6,3% nel 2018) dell'energia elettrica fornita la provenienza e la composizione non sono verificabili, aggiunge la nota indicando che poiché l'energia elettrica da fonti non verificabili - la cosiddetta energia grigia - non è più permessa dal 2020, i grandi consumatori ricorrono sempre più spesso all'energia nucleare indigena.
La quota dell'elettricità fornita dalle centrali nucleari, attestatasi come detto al 19,1% è superiore a quella del 2018 (17,3%), precisa la nota. Poiché nella maggior parte degli Stati limitrofi non è previsto il rilascio di garanzie di origine per l'energia elettrica prodotta dalle centrali elettriche tradizionali, la Svizzera ha introdotto la cosiddetta garanzia sostitutiva.
D'ora in poi l'elettricità prodotta dal carbone all'estero verrà dichiarata come tale e non dovrà più essere indicata come "energia grigia". Tra il 2018 e il 2019 la percentuale di elettricità prodotta dal carbone, importata grazie a tali garanzie sostitutive, si è dimezzata passando allo 0,5%.