Svizzera

Caso Carlos, tre psichiatri in tribunale per maltrattamenti

Quando lo avevano in cura, avrebbero legato l'allora 15enne a un letto per tredici giorni, ben più delle poche ore ammesse dalle disposizioni in materia

23 agosto 2020
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Il giovane delinquente zurighese noto alle cronache nazionali con il soprannome di Carlos, autore di numerosi atti di violenza, torna alla ribalta della cronaca, ma questa volta come vittima. Tre psichiatri della clinica universitaria di Zurigo dovranno rispondere di sequestro di persona: quando avevano in cura nel 2011 il giovane, allora 15enne, lo avrebbero legato a un letto per tredici giorni, per un periodo superiore alle poche ore consentite. L'atto d'accusa chiede condanne con la condizionale da 7 a 14 mesi per sequestro di persona e complicità in sequestro di persona. L'allora adolescente si trovava in detenzione preventiva dopo aver ferito gravemente un altro giovane con un coltello durante una lite. In prigione aveva tentato di suicidarsi, ciò che aveva spinto le autorità a trasferirlo nella clinica psichiatrica.

Qui i tre psichiatri sotto accusa lo avevano immobilizzato con delle cinghie somministrando anche dei farmaci per tenerlo calmo. Le disposizioni in materia prevedono che un simile trattamento duri al massimo alcune ore. A partire dal nono giorno, al ragazzo è stata concessa un'ora per sgranchirsi le gambe e fare qualche passo, tuttavia con gli arti inferiori legati e in compagnia di agenti di polizia. Stando alla procura, a parte questa parentesi giornaliera, Carlo" è rimasto quasi "assolutamente immobilizzato" per tutto il resto del tempo. Per il procuratore si tratta chiaramente di maltrattamenti, dal momento che l'immobilizzazione va limitata al massimo.

Processato a Zurigo per una serie di aggressioni ai danni di secondini, poliziotti e altri detenuti, il giovane era stato condannato lo scorso novembre a 4 anni e nove mesi di detenzione, pena sospesa in favore di una terapia stazionaria in una struttura chiusa.

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