Altre malattie e la contaminazione dell'acqua potabile sono le principali preoccupazioni della popolazione. Lo rileva uno studio dell'Istituto demoscopico Sotomo
Nonostante l'enorme dibattito attorno al coronavirus, la popolazione svizzera teme molto di più altre malattie e la resistenza agli antibiotici, nonché la contaminazione dell'acqua potabile, rispetto ai contagi da Covid-19. È quanto emerge da uno studio dell'Istituto demoscopico Sotomo realizzato per conto dell'assicurazione malattia CSS.
Stando all'indagine - che è stata condotta ad inizio giugno, ovvero dopo il picco della prima ondata della pandemia - il coronavirus rappresenta la malattia più temuta unicamente per lo 0,6% delle 4217 persone interrogate nelle tre regioni linguistiche del Paese. E soltanto lo 0,3% ritiene l'infezione da Covid-19 come la malattia più grave finora conosciuta.
Tuttavia circa il 33% degli interpellati si vaccinerebbe sicuramente contro il coronavirus e il 30% lo farebbe probabilmente qualora un vaccino fosse disponibile, indica la CSS in una nota odierna. La propensione a farsi vaccinare è più elevata presso le persone anziane.
Dall'indagine risulta inoltre che i Ticinesi si rivolgono più spesso a un medico rispetto agli Svizzeri tedeschi. In quest'ultima regione linguistica la metà degli interrogati aspetta di vedere se i sintomi di una malattia scompaiono da soli prima di consultare un medico. In Romandia, procede così il 37% degli interpellati, mentre nella Svizzera italiana soltanto un quarto.
Infine, la fonte di informazione più importante per tutte le fasce d'età resta il medico di famiglia (72%), seguito da internet (46%). Circa il 60% delle persone intervistate, in particolare i 18-25enni, dichiara tuttavia di essersi sentita mal informata sul web.
Grazie al successo delle misure di prevenzione, il Covid-19 rappresenta solo per poche persone un'esperienza di malattia grave direttamente affrontata o vissuta da loro conoscenti. Complessivamente il 38% è d'avviso che le pandemie costituiscano un rischio importante per la società.
Tale cifra sembra modesta rispetto ad altre sfide di sanità pubblica, sottolinea la CSS. A titolo di paragone, il 72% afferma che la diffusione di germi resistenti agli antibiotici rappresenta una grande pericolo per la società, il 63% teme le malattie psichiche per le lor conseguenze e oltre la metà (53%) vede un grave rischio nell'inquinamento dell'acqua potabile a causa di ormoni o pesticidi.
Sempre stando allo studio, pur godendo di buona salute, i giovani si sentono spesso malati. In tutte le fasce d'età a partire da 18 anni, oltre il 90% afferma di essere già stato gravemente malato almeno una volta.
Se per i giovani figurano in primo piano le malattie psichiche, le ferite e le infezioni, tra gli anziani ad essere più frequenti sono le malattie cardiovascolari, i tumori e i disturbi all'apparato motorio.
Numerose persone interrogate si dicono preoccupate dalle malattie a causa della paura delle reazioni del loro entourage e della società. Oltre un quinto ritiene inoltre che la Svizzera disponga di una conoscenza sufficiente di tutti i tipi di malattia.
Il timore di essere incompresi è particolarmente diffuso nella giovane generazione. Nella fascia d'età compresa tra i 18 e i 35 anni, il 58% afferma di nascondere potenzialmente una malattia a causa delle reazioni che potrebbe suscitare. Tra gli ultra 65enni tale quota si situa attorno al 34%.