Svizzera

Pss, per la successione di Levrat una donna giovane e tedescofona

Partito il carosello dei nomi. Alcuni si chiamano fuori. Interessate Min Li Marti e Barbara Gisy. Non esclusa l’opzione copresidenza

Keystone
12 novembre 2019
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Dopo 12 anni alla testa del partito, il presidente del Ps Christian Levrat cede il testimone. La notizia, nell’aria da settimane, è giunta stamattina dalle colonne del friburghese ‘La Liberté’ e del ‘Blick’ (cfr. sotto). A poche ore dall’annuncio delle dimissioni del 49enne friburghese, tutto fa ritenere che il Congresso del partito, in agenda i prossimi 4 e 5 aprile a Basilea, porrà una donna, preferibilmente delle giovani generazioni e tedescofona, alla guida dei socialisti svizzeri.

Ieri è già stato tutto un susseguirsi di ipotesi e auspici sul futuro numero uno del Ps. ‘La Liberté’ e il ‘Blick’, ai quali Levrat ha rivelato di non volersi ricandidare in aprile, per primi plasmano ipotesi poi in buona parte ribadite in giornata.

Il partito sarebbe alla ricerca di una donna svizzerotedesca. Un altro scenario vede una possibile copresidenza, in cui una donna sarebbe affiancata da un uomo. Tra i nomi più gettonati vi sono quelli delle consigliere nazionali Flavia Wasserfallen (Be), 40enne, già alla testa della segreteria del partito, Mattea Meyer (Zh), 31 anni, Min Li Marti (Zh), 45 anni, e Barbara Gysi (Sg), attuale vicepresidente del Ps, che con i suoi 55 anni avrebbe però lo svantaggio dell’età, non incarnando il cambio generazionale a cui punterebbero i vertici. Min Li Marti e Barbara Gisy hanno dichiarato al ‘Tages-Anzeiger’ di potersi immaginare una loro candidatura. Tra gli uomini vengono fatti i nomi dei consiglieri nazionali Cédric Wermuth (Ag), 33 anni, e del 55enne vicepresidente del partito Beat Jans (Bl). Quest’ultimo però ha già detto di non essere interessato.

Per il momento le Donne socialiste affermano di non avere un candidato pronto. Naturalmente vi è il desiderio di portare un’esponente femminile ai vertici, ma non è ancora il caso di avanzare nomi, ha indicato la copresidente Natascha Wey. Visto l’«immenso onere» della carica, le donne socialiste sono inoltre aperte a varie costellazioni.

Altri nomi emersi in giornata hanno sin d’ora rinunciato. Interrogata da Tio/20minuti, la consigliera nazionale Marina Carobbio – che il politologo ticinese di area socialista Nenad Stojanovic vedrebbe di buon occhio alla testa del Ps – si è chiamata fuori. «Non sarà a disposizione» neppure la consigliera nazionale Nadine Masshardt (Be), mamma di figli in tenera età (come Wasserfallen, Meyer e Marti). E se dovesse prevalere lo scenario bicefalo uomo-donna, ha già rinunciato anche Jon Pult (Gr), appena eletto al Nazionale, che sosterrà una candidatura femminile.

Accanto a Stojanovic, anche il geopolitologo Michael Hermann, direttore dell’istituto Sotomo, ritiene che vi sia una “forte pressione” affinché a Levrat subentri una donna. In una nota, la Gioventù socialista (Giso) auspica vertici più giovani, più femminili e portati a proporre “coraggiose alternative, invece che biechi compromessi”. “La nuova presidenza deve offrire un’alternativa globale di sinistra e rafforzare il carattere di movimento del Ps”, afferma la presidente dei giovani socialisti Ronja Jansen, citata nel comunicato. Già prima dell’annuncio di ieri, diversi esponenti del Ps – tra questi la consigliera di Stato zurighese ed ex consigliera nazionale Jacqueline Fehr – hanno invitato più o meno esplicitamente Levrat a farsi da parte e lasciare spazio a una giovane donna.

Il cruccio del ‘sì’ all’iniziativa anti-immigrazione

Guida da quasi 12 anni il Partito socialista, è quindi il presidente di partito più longevo. Una carica logorante sia sul piano politico che su quello personale, ha riconosciuto in interviste a ‘La Liberté’ e al ‘Blick’ il 49enne friburghese Christian Levrat, padre di tre figli. Di formazione giurista, Levrat è stato eletto al Nazionale nel 2003. Siede dal marzo 2012 al Consiglio degli Stati, dove ha preso il posto di Alain Berset, eletto in Consiglio federale mesi prima. Domenica il presidente socialista dimissionario è stato brillantemente rieletto al ballotaggio.
In una nota, il Ps lo celebra per la sua capacità di rafforzare il carattere di movimento del partito. L’interessato ha detto di aver preso la decisione di lasciare la presidenza già da tempo.

Si assume solo una parte della responsabilità del calo di consensi nell’elezione del Consiglio nazionale del 20 ottobre. Tutti i grandi partiti, fa notare, sono scesi al loro livello più basso da anni a questa parte. 

Per il friburghese, uno dei momenti forti della sua carriera politica è stata l’elezione in Consiglio federale di Eveline Widmer-Schlumpf nel 2007. Il presidente socialista cita tra i successi ottenuti i ‘no’ all’abbassamento del tasso di conversione del 2o pilastro (2009), ai jet da combattimento Gripen (2014) e alla Riforma III dell’imposizione delle imprese (2017). Il ‘sì’ all’iniziativa Udc ‘Contro l’immigrazione di massa’ è invece il suo più grande smacco: “Poteva essere evitata se il mio partito si fosse messo d’accordo con i liberali radicali su un’estensione delle misure accompagnatorie” alla libera circolazione “e se avessimo preso sufficientemente sul serio l’iniziativa”, ha dichiarato Levrat a Keystone-Ats.

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