Svizzera

Proteste anti Bolsonaro anche in Svizzera

Diverse centinaia di persone hanno protestato davanti ai consolati brasiliani contro la politica del presidente

Un momento delle manifestazioni (Keystone)
23 agosto 2019
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Ginevra – Diverse centinaia di persone hanno protestato oggi davanti ai consolati brasiliani in Svizzera contro la politica del presidente brasiliano Jair Bolsonaro. I manifestanti hanno lanciato un appello per la salvaguardia della foresta amazzonica, in fiamme da tempo.

A Zurigo circa 300 persone, secondo gli organizzatori, hanno sfilato in direzione del consolato brasiliano. La marcia di protesta, richiesta alle autorità con poco preavviso, è stata tuttavia concessa dalla polizia.

A Berna invece un centinaio di persone ha manifestato dalla stazione fino all'ambasciata del Brasile. Alle 13 è stato inoltre osservato un minuto di silenzio per protestare contro gli abusi e le violazioni dei diritti umani nella regione amazzonica.

Davanti al consolato brasiliano di Ginevra, i manifestanti hanno duramente criticato Bolsonaro, soprattutto per le sue posizioni sulla questione del clima. "Burn Fascists not Forests" e "Bolso + Trump = criminels" sono solo alcuni dei cartelloni sfoggiati. La protesta si è svolta sotto la sorveglianza della polizia, che ha bloccato l'accesso all'entrata del consolato brasiliano.

"Il governo attuale, che vuole solo sfruttare la foresta, se ne frega", ha detto Carla Silva Hadmeyer, di origine brasiliana e membro del "Comité pour Lula Libre de Genève".

Altre manifestazioni sono state organizzate a Basilea - una cinquantina i presenti - e Losanna, dove un centinaio di persone si sono radunate in piazza Saint-François, poco sopra la stazione.

"Negli ultimi mesi diversi incendi hanno devastato le foreste e la tundra nell'artico. Ora sono in fiamme i polmoni della terra", indica in un comunicato odierno Inès Marthaler, del movimento "Sciopero per il clima", aggiungendo che "il mondo intero sta a guardare. Non si può più andare avanti così!".

Da quando Bolsonaro è diventato presidente, i roghi nella foresta amazzonica sono diventati sempre più frequenti. Il presidente, recentemente, ha sostenuto che le Ong sono all'origine degli incendi, lanciando accuse ai sostenitori del clima. I quali, a loro volta, hanno puntato il dito contro la politica ambientale di Bolsonaro, che mira allo sviluppo invece che alla conservazione.

'I roghi dell'Amazzonia sono una crisi internazionale'
Gli incendi che stanno devastando l'Amazzonia rappresentano "una crisi internazionale". Lo afferma il premier britannico Boris Johnson unendosi all'allarme lanciato dal francese Emmanuel Macron e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel alla vigilia del summit del G7. Londra, assicura Johnson su Twitter, "è pronta a fornire tutto l'aiuto necessario per contrastare i roghi e per aiutare a proteggere una delle grandi meraviglie del pianeta".

 

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