Svizzera

La Confederazione non è vittima dello scandalo dei cartelli

La vicenda venuta alla luce negli scorsi mesi ha generato per ora 7 multe a imprese grigionesi. Una ha però inoltrato ricorso

4 giugno 2018
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Lo scandalo delle intese cartellistiche recentemente scoperto nei Grigioni non ha avuto conseguenze dirette per la Confederazione. Lo ha affermato oggi durante l’Ora delle domande al Nazionale il consigliere federale Johann Schneider-Ammann. Silva Semadeni (PS/GE) e Susanne Leutenegger Oberholzer (PS/BL) avevano chiesto al governo di precisare se la Confederazione fosse stata "vittima" dello scandalo dei cartelli. Nella sua risposta Schneider-Ammann ha precisato che allo stadio attuale dell’inchiesta Berna non è interessata. Potrebbe esserlo solo in modo indiretto, ad esempio tramite le sovvenzioni.

Multate sette imprese

In aprile la Commissione della concorrenza (COMCO) ha multato complessivamente sette imprese grigionesi accusate di aver manipolato per anni gli appalti in Bassa Engadina. Le sanzioni variano tra i diecimila franchi e i 5 milioni a seconda della gravità delle manipolazioni. La multa è stata ridotta a un’impresa che ha collaborato, mentre un’altra ditta ha evitato la sanzione perché i fatti sono ormai caduti in prescrizione. Tali imprese totalizzavano una quota di mercato dell’85% in Bassa Engadina tra il 2004 e il 2014. Dal canto suo, la Società grigionese degli impresari costruttori non è stata multata (GBV), ma dovrà accollarsi spese di procedura dell’ordine di 35’000-40’000 franchi, vista la sua partecipazione all’organizzazione del cartello. La vicenda non è però ancora chiusa: una delle imprese edili multata ha deciso di inoltrare ricorso al Tribunale amministrativo federale (TAF). Secondo questa società le accuse della COMCO non corrispondono ai fatti: i rimproveri sarebbero "in parte falsi e in parte eccessivi".

Risvolti politici

La vicenda ha avuto anche risvolti politici. Il 53enne Andreas Felix (PBD) ha annunciato lo scorso 27 aprile il suo ritiro dalla corsa al Governo cantonale – come anche dalla presidenza del partito – dopo che il suo nome, quale direttore della GBV, era stato evocato in relazione agli accordi illeciti. Il Partito borghese democratico si presenterà alle prossime elezioni cantonali del 10 giugno con un solo candidato (l’uscente Jon Domenic Parolini) e perderà quindi uno dei due seggi che attualmente detiene nell’esecutivo retico, ossia quello lasciato vacante da Barbara Janom.

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